A Macerata Ongaro, il medico spaziale:
“Basta lotta tra medicina
occidentale e orientale”

MACERATA - Protagonista dei lunedì Off a palazzo Buonaccorsi, in un'intervista spiega la sua visione della cura della persona

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Ongaro a palazzo Buonaccorsi

 

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Filippo Ongaro

 

di Federica Nardi

“La medicina spaziale mi ha portato qui, perché in sei mesi nello spazio si invecchia come in 10 anni”, dice Filippo Ongaro. Adesso non si occupa più da tempo degli astronauti dell’Agenzia spaziale europea ma è un medico funzionale e anti-aging. Anche se “non è così semplice – dice – difficile etichettare. Si tratta della scienza moderna che si sta impossessando di antichi saperi”. Ongaro, primo in Italia a certificarsi in queste discipline e con un decennio di esperienze e 9 libri all’attivo, ha incontrato il pubblico del Macerata opera festival nel cortile di Palazzo Buonaccorsi, durante uno degli incontri del lunedì curati da Life strategies, per parlare di come al giorno d’oggi la scienza e l’antica medicina orientale siano in grado di fondersi per la cura della persona. Una declinazione particolare del tema del Mof che quest’anno è dedicato proprio all’Oriente in tutti i suoi aspetti.

ongaro_31luglio_2-325x217Quali sono le differenze tra medicina orientale e occidentale?

Il mio punto di vista è che non c’è distanza tra le due se si pensa alla salute in generale invece che alla cura di una malattia. La medicina occidentale è fenomenale nell’intervento sulla malattia ma meno fenomenale quando si parla di salute. Nella medicina orientale che ricomprende molte realtà come la medicina cinese e l’ayurvedica la persona nel suo insieme è più presente. Secondo me sarebbe ormai ora di non fare più questa distinzione ma di parlare di medicina più allopatica e di medicina naturale.

La medicina orientale ha quindi anche una componente metafisica?

Se vogliamo chiamarla così. Ma il concetto è che non possiamo più dire che una cosa non esiste se non è misurabile. Quindi rientrano anche i lati metafisico, spirituale, energetico.

Ci sono prove scientifiche a supporto di queste discipline?

Sì, da questo punto di vista ci sono molte conferme. Quindi non si tratta più di una lotta ma piuttosto di un’alleanza tra approccio orientale e occidentale. Si possono applicare entrambi, in tempi differenti della vita di una persona. La medicina funzionale è una versione occidentalizzata e scientifica dell’approccio orientale.

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Sonia e Filippo Ongaro nel cortile di palazzo Buonaccorsi

Come funziona il lavoro? Curate anche l’aspetto psicologico?

Assolutamente, lavoro insieme a mia moglie (Sonia Ongaro, ndr), che è psicologa. Siamo anche entrambi certificati come coach proprio perché siamo consapevoli che servono competenze in psicologia.

Il suo approccio è compatibile con la società in cui viviamo?

La risposta è no, nel senso che è la medicina funzionale non è un metodo che accetta la realtà com’è, ma di cambiamento e compensazione. Ci sono dei problemi nella società e sempre più persone sentono l’esigenza di approcci simili.

ongaro_31luglio_3-325x217Un caso tipico che vi si presenta?

Quello della persona sovrappeso. Vederla dal punto di vista metabolico (dieta ed esercizi) si rivela spesso poco efficace. Noi lo completiamo con un approccio psico-emotivo: non sei triste perché sei sovrappeso ma forse sei sovrappeso perché sei triste. Una cosa non esclude l’altra, ci piace integrare i vari approcci e soprattutto personalizzarli. Il colloquio clinico è sempre preceduto da un questionario di circa 20 pagine su cui basiamo l’intervento, anche in collaborazione con un fisioterapista.

E la musica, rientra in questa visione della cura?

Sì, perché arriva direttamente alla sfera emotiva superando freni e pregiudizi. Non a caso fa parte di tutti i rituali, come quelli sciamanici. Al giorno d’oggi ha un ruolo importante ma penso che la possediamo poco. Quanti di noi la ascoltano quando ne hanno bisogno?

 



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