di Laura Boccanera
(foto Federico De Marco)
Ghio ci prova pure con Ciarapica. Incontro segreto fra il leader della destra e il civico. Morresi e Marinelli motivano la scelta di campo per il candidato di Vince Civitanova: “il nostro avversario politico comune è Corvatta, naturale la convergenza”. Giornata movimentata dal punto di vista delle novità politiche in vista del ballottaggio. Dopo aver dettato le condizioni a Corvatta per l’apparentamento, Ghio questa mattina alla Ternana ha parlato anche con Ciarapica. Alle 12,30 l’incontro nel corso del quale l’ex presidente dell’ordine degli avvocati ha consegnato a Ciarapica lo stesso diktat presentato a Corvatta: fuori Brini e Troiani e tutti quelli che hanno già amministrato. Ma anche Ciarapica ha risposto picche: «sul rinnovamento siamo d’accordo – ha riferito Ciarapica al termine dell’incontro – ma non si può escludere qualcuno e fare accordi ad personam, oltretutto se il loro ritorno in campo è avvalorato dalle preferenze del voto, non sarebbe corretto. In più ad esempio se una persona come Troiani ha amministrato ormai più di 5 anni fa e ha ottenuto oltre 300 voti perchè si deve porre una preclusione sul suo nome». Impossibile dunque l’accordo col centrodestra.
Ieri sera si è riunita la coalizione di Corvatta per discutere delle condizioni poste da Ghio per l’apparentamento. Scontato l’esito: «Non si possono accettare pregiudiziali -scrive dopo la riunione la coalizione di Corvatta – al contrario vanno rimosse per affrontare ciò che più conta ovvero le questioni programmatiche sulle quali si stabiliscono accordi politici per governare la città. Noi rimaniamo aperti al confronto per trovare la sintesi necessaria. Non è più tempo di personalismi. I civitanovesi hanno già espresso il loro voto. Adesso la scelta è tra una Civitanova aperta alla crescita e al futuro e una città invece chiusa in se stessa, consegnata ad una destra che sulla paura ha costruito il suo progetto e che sarebbe la riedizione di un modo di governare con gli stessi politici che la città ha già visto all’opera». «Ora si vedrà – dice Ghio – ci rivedremo con la lista e decideremo se dare la libertà di voto secondo le proprie inclinazioni o se consigliare di non votare».
Dopo essersi espressa a favore di Ciarapica questa mattina Erminio Marinelli, Claudio Morresi, Alfio Marinsaldi, Edoardo Giordano, Franco Garbuglia hanno spiegato e motivato la scelta di appoggiare il leader del centrodestra al ballottaggio pur senza proporre accordi nè sottobanco, nè apparentamenti. Per la lista è stato anche un momento di autoanalisi dopo il risultato insoddisfacente delle comunali che ha fermato le preferenze al 5,02%. «Abbiamo aderito al listone civico perchè pensavamo di presentare qualcosa di diverso – ha detto Marinelli – il risultato non è stato sufficiente, pensavamo di fare di più, abbiamo dimezzato le preferenze, ma sono mancati i voti di persone che erano nella lista e sono mancati, Marcucci, Nicoletti, Diomedi. Stavolta su 24 nomi, 20 erano nuovi della politica, il progetto però non ha funzionato. Ora è chiaro volgere lo sguardo a destra. Il nostro avversario politico è Corvatta, lo abbiamo combattuto in Consiglio comunale e tolto il palas e il sottopasso non bastano ora gli asfalti patetici per formulare un giudizio positivo. Se non fosse stato per il segretario Mariotti e per Silenzi questa amministrazione non sarebbe arrivata alla fine. Occorre un altro passo e un’altra esperienza. Porteremo il nostro contributo a degli amici, al di là dei momenti di frizione e dibattito dialettico che pur ci sono stati».
Non sarebbe dunque per Marinelli un “ritorno a Canossa”, ma la naturale inclinazione politica della lista. Le frizioni a cui Marinelli si riferisce sono quelle del tempo dell’inchiesta regionale sui rimborsi, quando Vince Civitanova definì Marinelli come un consigliere con la data di scadenza stampata. «Io non ho mai risposto a quella caduta di stile che in politica capita – aggiunge – la miglior risposta l’ha data la magistratura con il non luogo a procedere». Nessun apparentamento dunque, ma neanche accordi sotto banco aggiunge Claudio Morresi: «non abbiamo chiesto nessun posto in amministrazione – dichiara – La lista ha fatto un percorso che non mi sento di rinnegare, con Ghio c’era un’alleanza programmatica e non politica, ora questo progetto è finito. Sarebbe stato più semplice lasciare liberi tutti, ma siamo partiti per contrastare l’amministrazione Corvatta e ora ci sentiamo di dire di votare Ciarapica, ma senza nulla in cambio. Siamo partiti così e vogliamo concludere a testa alta. L’unica richiesta è stata quella di inserire nel programma l’attenzione per Santa maria Apparente».
E’ terminato oggi il riconteggio delle preferenze dei candidati consiglieri. La Commissione elettorale centrale, insediatasi lunedì 12 giugno immediatamente dopo la conclusione delle operazioni elettorali, ha concluso oggi pomeriggio i lavori di verifica dei verbali delle 40 sezioni ed ha consegnato nelle mani del vice segretario Giacomo Saracco la relativa documentazione. Il servizio informatico del Comune ha reso pubblici i dati definitivi, in sostituzione dei precedenti che non erano ancora ufficiali in quanto non esaminati dalla stessa Commissione. Aumentano di qualche decina in alcune liste e scompaginano anche se di poco la composizione del consiglio comunale. Diventa Marco Poeta il più votato de La nuova città invece che Piero Gismondi. In caso di vittoria di Ciarapica sarebbe dunque l’ex assessore a sedere tra i banchi dell’opposizione. Cambiamenti anche nelle file del centrodestra: in caso di vittoria di Ciarapica, per Vince Civitanova entrerebbe Roberta Belletti invece di Paolo Nori. In caso di vittoria di Corvatta non entra in consiglio Ermanno Carassai, ma Sergio Marzetti che nel riconteggio supera il collega forzista di 4 preferenze. Ma il vero intoppo è sulla lista di Luisella Cellini Civitanova Vera e la capolista vuole vederci chiaro e si riserva di fare ricorso e richiedere la verifica del voto. Per una manciata di voti infatti la lista non entra in consiglio a vantaggio di Insieme per Civitanova. La lista di Morresi ha ottenuto 912 voti, quella della Cellini 892 voti, ma con il riconteggio delle preferenze non è cambiato il risultato della lista. La Cellini si dice certa di alcuni voti in alcune sezioni che sono stati aggiunti nel riconteggio, ma che non hanno influito sul risultato della lista. Non è dunque escluso un ricorso.
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