Il Pd non scioglie la riserva su Corvatta. L’assemblea odierna dei democrat per fare il punto sulla situazione nazionale e soprattutto su quella locale non ha riservato colpi di scena procrastinando la decisione sull’appoggio alla ricandidatura del sindaco ad un ulteriore incontro previsto per domenica prossima. All’interno del partito infatti non sono poche le voci scettiche sul Corvatta bis: un dubbio che deriva più che dal nome del candidato sulla difficoltà ad aggregare attorno alla sua figura una coalizione ampia necessaria per il ballottaggio. Al momento infatti Corvatta non è ancora stato ricandidato da nessun partito. Sospesa la lista civica di Piero Gismondi che ancora non ha dichiarato da che parte stare, così come pure l’Udc ieri ha dato la disponibilità ad una coalizione ampia in cui vi sia anche il Pd, non esprimendo però entusiasmo su Corvatta. Il Pd ha ribadito la necessità di aggregare e ampliare una coalizione ampia che al momento però sembra difficile da costruire. Non ci sarebbe infatti nessun nome alternativo a quello di Corvatta da candidare. In vista dell’incontro di domenica prossima il Pd incontrerà di nuovo il sindaco per parlare di ricandidatura e di amministrative. Su fronte nazionale, la scissione in atto nel partito di via Sant’Andrea delle Fratte non pare aver avuto risvolti in via Mameli dove tutti gli iscritti hanno deciso di rimanere nel Pd.
(l. b.)
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SILENZI E IL FINE CARRIERA DA “DEMOCRISTIANO”
Luigi Pintor, ritenuto il più grande giornalista italiano del secondo Novecento, si augurava in un celebre fondo su “Il Manifesto” di “non morire democristiano”. E’ il destino, invece – almeno per quel che riguarda la carriera politica – che sembra avere il vicesindaco Silenzi. Mentre gli uomini vicini a Bersani, che egli sostenne in precedenti primarie, lasciano il PdR (Partito di Renzi) Silenzi e i suoi ci rimangono. Quello del Silenzi “renziano” è stato un lento cammino, il cui approdo è avvenuto in occasione del referendum costituzionale dello scorso dicembre. Sì la consultazione popolare della “tranvata” in pieno viso a Renzi, assestata da 6 milioni di elettori (fino a pochi giorni prima del voto l’ex premier la dava per vinta). Chi non ricorda Silenzi al “banchetto” sul Corso a raccogliere firme per la campagna “Basta un Sì” (per stravolgere la Costituzione!). Poi l’iniziativa con l’intervento dell’ex ministro dell’Istruzione (uno peggiori di sempre) Luigi Berlinguer a favore del Sì, con premiazione dell’ex partigiana (all’Anpi però ne dubitano) novantenne. Da lì Silenzi non è più tornato indietro e statene certi alle primarie del 30 aprile non sosterrà Emiliano (per alcuni tratti gli somiglia) nè Orlando (che ha l’appoggio di vecchi esponenti politici) ma Renzi che è favorito, anche se l’aveva avversato a quelle precedenti. Certo lo accomuna a Renzi l’autorefenzialità, basti vedere il modo con cui Silenzi ha gestito il Pd a Civitanova (ridotto a poche presenze testimoniali e nell’incapacità di indicare – a 3 mesi delle elezioni – un proprio candidato sindaco). Giustamente la base del partito diffida di Corvatta (come la maggioranza dei civitanovesi, per le scarse capacità amministrative dimostrate), che ha fatto “tirocinio politico” da Sindaco (una volta lo si faceva da consigliere comunale!). Tornando a Renzi, Silenzi si appresta a condividerne anche la “deriva centrista”. Si, proprio lui, che ha sempre rivendicato la coerenza di averci “messo la faccia” ed essere sempre stato “dalla stessa parte”. Proprio Silenzi che rimproverava – nel periodo craxiano – i colleghi socialisti della Giunta Regionale (Costamagna, lo ricorderà) di non fare “politiche di sinistra”. Dovrebbe spiegarci ora cosa c’è “di sinistra” nei provvedimenti assunti nei 3 anni di governo Renzi: dal lavoro (presto con referendum riceverà la “seconda tranvata”) alla scuola e via dicendo. Espressi da un partito che ha smarrito ogni collegamento con la sua area di appartenenza, come dimostrano le analisi dei risultati elettorali. Ebbene ora Silenzi si ritrova a sposare le strategie renziane, condivise in campo nazionale con gli ex “berlusconiani” Alfano e Verdini. Nella prospettiva di costituire insieme una formazione politica di centro (partito della Nazione), la nuova “democrazia cristiana”. Tanto che viene da chiedersi se il giovane 24enne, pieno di idee ed entusiasmo, che divenne sindaco di Monte San Giusto nel 1975 giustificherebbe le scelte del Silenzi attuale. Il quale evidentemente ritiene che, con le elezioni amministrative in vista, è meglio stare con il più “forte” piuttosto che andare – nell’ottica del famoso romanzo della Tamaro – “dove ti porta il cuore”
Una cosa che non mi è mai tornata è come facesse Silenzi ad essere Bersaniano per poi dichiararsi Renziano della prima ora. Premesso che i Renziani sono tutti della “prima ora”, almeno fino al quattro dicembre, come faceva il Giulio ad essere contemporaneamente tutte e due le cose? Sebbene il problema, penso che sia risolvibile solo in termini filosofici, dove ben si sa che la materia si presta a dire tutto e il contrario. Ma qui abbiamo a che fare con uno stratega eccezionale, che ha fatto della politica il suo campo di battaglia, che lo ha sempre visto vincente con il suo famoso ” colpo tra le scapole ” cioè alla schiena. Non sto parlando di un biscotto qualsiasi, anonimo, senza glasse o coperture d’altro genere. Questo è come uno di quei biscotti ” Lazzaroni” che ad una estremità sono coperti di cioccolato e sull’altra di crema alla vaniglia. Una nera e una bianca, come le due anime del Giulio, una sinistra e un’altra sinistra però spostata un po’ più al centro. Dipendesse da lui ne avrebbe anche una terza, tutta a destra, ma oramai giunto agli ultimi sussulti di una strepitosa carriera politica dove non sa se affogare subito insieme a Corvatta o cercare di salvarsi l’altra faccia che durante i quaranta e ormai passa, guida spirituale della sinistra, ha più volte interscambiato, mostrando sempre il volto più utile alla situazione del momento. Adesso, non è che sto facendo il (” In Profundum ( non è un errore= in profondità, a differenza del ” De profundis “= dalle profondità e che si fa agli ” scomparsi “), ma questo neanche un giorno si è ” scomparso “, anche se non era visibile, nell’aria rimanevano le sue vibrazioni provocate dal movimento dei suoi nervosi baffi sempre tesi a subodorare l’aria, così come fanno i gatti ma anche le meno amate ” pantegane “, deliziose bestiole che amano nascondersi in luoghi torbidi, nascosti alla vista e all’orecchio di chi potrebbe ascoltarle, Non sto parlando dell’aula della giunta, questo lo dico a scanso di equivoci. Quindi recitando per lui il “ In “Profundum “ non è che l’esorto a risalire e ci mancherebbe pure, dalle profondità degli abissi, ma di andarci. Il Giulio è sempre stato insensibile alle preghiere, almeno credo, una faccia d’angelo, non ce l’ha di sicuro, ma alle preghiere a volte si uniscono anche i fiori e allora tutto potrebbe cambiare. Chissà quanti fiori avrà ricevuto il nostro stratega durante la sua missione sulla terra. Si, missione, perché prima di lui, c’era ancora l’ideologia sinistroide e dopo di lui ( non da solo, insomma tutta questa importanza c’è chi gliela data, ma anche chi gliela tolta). Pensate a lui basta racimolare o accattonare, qui i punti di vista si dividono di nuovo, anche un duecento voti per restare avvinto a una poltrona qualsiasi, basta che gli dà il permesso di sedersi in un consiglio comunale, in maggioranza o in minoranza, che tanto come un “ Vedovo nero “ il tipico ragno che dopo aver scelto la preda giusta, la circuisce e se la magna, la trova sempre . Tralascio per il momento il Silenzi, tanto ci saranno altre occasioni per continuarne l’elogio. Scrivo qualcosa, molto breve su Corvatta. Capisco che uno la dignità o ce l’ha o non ce l’ha, ma quando aspetti che siano gli altri a decidere per te, magari vecchi amici che vorrebbero darti il ben servito, altri che solo a sentire il tuo nome vengono colti da svenimenti, e quelli che per pudore preferiscono tacere e seguire gli altri, minimo dovrebbe mandare tutti a quel paese. Perché a un uomo che non ha dignità, se un giorno gli tiri addosso un qualcosa che ricordi i vecchi scherzi che si facevano nei militari, i famosi gavettoni il cui contenuto più o meno pesante veniva deciso dal carattere comportamentale del bersaglio, non è che puoi dire di non essere stato avvisato. Certo poi avrai la possibilità di far vedere la tua inclinazione alla lotta. Finora hai mostrato quella vigliacca, da esercitare da quella sedia che ti sta sfuggendo e che ci puoi mettere tutta la colla che vuoi ma non riuscirai a trattenerla. Io l’ho capito che tu non capisci queste cose, che nel tuo intimo mondo non esistono parole come fallimento, tradimento verso gli amici di partito, Statuto Comunale, inettitudine propria, la tua, ecc. ecc. e finisco con uno stanco eccetera. Dispiace solo rendersi conto, io ne ero certo dopo aver scambiato la prima sillaba con te e dopo pochi giorni avevo già capito che più che il sindaco avresti potuto fare “ lo scabbecotto “ a Porto Recanati. In fondo non c’è niente di male, sai in quanti a Porto Recanati lo abbiamo fatto. Certo forse, eravamo un po’ più intelligenti e meno ambiziosi, per questo tu stai cadendo dalle stelle alle stalle e fai codesto passaggio in così poco temo che ti rimarrà solo l’odore della stalla con tutti gli annessi. Stai attento a non sporcarti.
Cuperlo ebbe a dichiarare nei giorni scorsi ” ho partecipato ad una riunione senza sapere di esserci” Qualcuno si è fumato il cervello, domenica scorsa il PD ha discusso di altro, non si sono fatti nomi e non si è chiuso la porta a nessuno, anzi i nostri dirgenti , Mirella Franco in testa, stanno lavorando affinchè si costruisca unna coalizione unita e coesa per ripresentarci al voto. Noi non abbiamo detto no a Corvatta.