Laura Boldrini invitata a San Severino
in difesa dei punti nascita

SANITA' - Il comitato per la tutela dell'ospedale Eustachio ha richiesto la presenza della presidente della Camera e del ministro Beatrice Lorenzin ad un incontro previsto per venerdì 29 alle 21, negli spazi dell'ex cinema Italia. L'avvocato Marco Massei: «A differenza di Osimo, c'è ancora speranza per il nosocomio settempedano»

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Laura Boldrini a Camerino, lo scorso ottobre (foto di Andrea Petinari)

Laura Boldrini a Camerino, lo scorso ottobre (foto di Andrea Petinari)

di Monia Orazi

Laura Boldrini e Beatrice Lorenzin invitate ad un incontro pubblico per la difesa dei punti nascita di San Severino, Osimo e Fabriano. Oltre alla presidente della Camera e al ministro della Salute, il comitato per la tutela dell’ospedale settempedano ha invitato a parecipare all’iniziativa anche Roberta Preziotti, prefetto di Macerata, Luca Ceriscioli, presidente della Regione, e tutti gli amministratori regionali, provinciali e comunali delle Marche. L’incontro si terrà venerdì 29 alle 21, negli spazi dell’ex cinema Italia di San Severino. La chiusura definitiva dei punti nascita è invece fissata al 31.

L'avvocato Marco Massei, componente del comitato per la difesa dell'ospedale di San Severino

L’avvocato Marco Massei, componente del comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino

L’avvocato Marco Massei, componente del comitato promotore dell’evento, fa sapere che l’invito a partecipare è stato recapitato anche a molti rappresentati politici nazionali e ai vertici Asur. «Tutti sono invitati a partecipare, non bisogna mollare – spiega Massei – perchè anche se il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dal comune di Osimo, la situazione del punto nascita di San Severino Marche è, per certi versi, differente e lascia sperare in un diverso pronunciamento». Massei cita alcuni riferimenti a favore della sua tesi, come ad esempio il fatto che l’Oms «raccomanda come limite minimo di esperienza dei reparti di ostetricia il numero di 650 parti all’anno, numeri che il nostro nosocomio ha toccato e superato appena un paio di anni fa. In ogni caso, San Severino ha sempre superato agevolmente i 500 parti annui, pur essendo dislocata in zona geografica notoriamente disagiata».

L'ospedale Eustachio di San Severino

L’ospedale Eustachio di San Severino

L’avvocato cita anche l’accordo Stato-Regioni del 2010 secondo il quale «è prevista la possibilità di mantenere punti nascita che sono dislocati in zone disagiate, di montagna, a condizioni che vi siano il rispetto degli standard di sicurezza e che il nosocomio non abbia attivata lo Stam (servizio di trasporto assistito materno), come a San Severino». Massei osserva inoltre che in caso di chiusura del punto nascita di San Severino, le partorienti andrebbero a Macerata. «L’ospedale di Macerata è stato di recente interessato da intensi lavori di ristrutturazione ed è in notoria situazione di notevole “carico di lavoro”. Ora, tale nosocomio, come potrà ospitare un numero di gestanti di circa 600 all’anno in più con lo stesso personale e, soprattutto, la medesima ristrutturanda struttura?». «Con la chiusura del punto nascita di San Severino Marche – osserva infine l’avvocato – l’area vasta 3 e tutta la provincia di Macerata rimane completamente scoperta e del tutto sguarnita di presidi lungo il territorio che va verso l’Umbria».



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