Sciopero della fame,
i cittadini si uniscono a Pioli

SAN SEVERINO - Il 23enne che da cinque giorni ha iniziato la protesta per salvare il punto nascita ha ottenuto oggi la vicinanza di tante persone che sono rimaste lì con lui. Presenti anche i 5 Stelle. Dopo la sospensiva il Tar si pronuncerà il 19 febbraio

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Pioli in sciopero della fame

Pioli in sciopero della fame

 

La protesta dei punti nascite in Regione

La protesta dei punti nascite in Regione

 

di Monia Orazi

Un giorno di sciopero della fame insieme a Roberto Pioli. Oggi diversi cittadini hanno scelto di appoggiare la protesta civile e silenziosa del giovane 23enne che vuole salvare il punto nascita di San Severino. La battaglia per salvare il presidio, con la chiusura stoppata soltanto dalla sospensiva del Tar, non è ancora finita. Anche una sentenza favorevole non metterebbe la struttura al riparo dal rischio di chiudere. «Mi hanno chiesto in tanti di smettere, ma io non mollo – spiega Pioli – la guerra non è ancora finita. Chiedo alla Regione di aprire il tavolo tecnico per rivedere tutta la riforma sanitaria». Alla giornata di protesta ha aderito anche il Movimento 5 Stelle Macerata. «Il giovane Pioli è in sciopero della fame dal 26 gennaio e non possiamo che accogliere il suo invito – dicono i grillini – il nostro è un gesto simbolico di consiglieri ed attivisti e l’ inizio di una battaglia di civiltà». Marco Massei, vicepresidente del comitato per la difesa dell’ospedale, torna a chiedere a Pioli di cessare lo sciopero della fame. «Il gesto di sacrificio di Roberto Pioli, nobile proprio perché non violento, non può rimanere inascoltato – afferma Massei – deve condurre ad un confronto aperto con i responsabili istituzionali, Ceriscioli e Comi, di questa drammatica situazione. Un ulteriore silenzio del tandem regionale sarebbe inaudito, censurabile, moralmente intollerabile. Mi sento in dovere, caro Roberto, di ringraziarti per l’azione che hai promosso poichè se ci sono stati dei passi in avanti o, se ci saranno dei ripensamenti, il merito è anche tuo, di questa protesta silenziosa e non violenta che sta comunque creando un rumore assordante». Intanto l’opposizione consiliare “Una città da vivere” torna a chiedere un nuovo incontro con Ceriscioli. «L’accoglimento della cosiddetta sospensiva rappresenta un primo successo della legittima battaglia dei cittadini di San Severino e di Osimo – dice il capogruppo Gilberto Chiodi – certo la soddisfazione durerà sino al prossimo 19 febbraio 2016, data di trattazione e di conferma della sospensione concessa».

La protesta di Roberto Pioli

La protesta di Roberto Pioli

«In questo quadro appare chiaramente necessario non abbassare la guardia e l’attenzione su questa importantissima e delicata questione – prosegue il capogruppo – il provvedimento di sospensione quindi consente e da al legislatore regionale la possibilità di ripensare le sue decisioni e quindi reinterpretare e cogliere i reali interessi dei cittadini. Alla luce di questo invitiamo a Martini e Felicioli a richiedere un incontro con il presidente Ceriscioli per chiedergli di ripensare il provvedimento e seguire le indicazioni preliminari suggerite dal Tar». Il futuro del reparto di ostetricia e ginecologia, ma anche dell’adiacente reparto di pediatria, è tutto nelle mani del tribunale amministrativo regionale. Se il 19 febbraio, nell’udienza collegiale non sarà confermato il provvedimento di sospensiva emesso “inaudita altera parte” dalla presidente del Tar Maddalena Filippi, dal 20 l’Asur applicherà la determina e a San Severino non si potrà più nascere. Resterà soltanto l’attività ambulatoriale con percorso di avvicinamento alla gravidanza e al parto, sostegno all’allattamento al seno, attività ambulatoriali ed ecografiche, counselling; aborti entro la dodicesima settimana. Saranno effettuate le seguenti attività diagnostiche: ecografie di primo e secondo livello, ecocardiografia fetale, screening aneuploidie del primo e secondo trimestre (bi-test, tri-test), diagnosi prenatale invasiva attività ambulatoriali specifiche, in continuità con le attività del consultorio. La chiusura sarebbe toccata anche al reparto di Pediatria, annesso al punto nascita, per cui sarebbe rimasto un ambulatorio divisionale per prestazioni ambulatoriali ed in day hospital. In caso di conferma della sospensiva, l’attività del reparto andrà avanti sino al giorno della successiva udienza di merito, quando i giudici amministrativi si esprimeranno sulla legittimità degli atti regionali adottati per stabilire la chiusura del punto nascita. Una delle conseguenze della chiusura del punto nascita è anche la cancellazione della reperibilità dell’anestesista su un turno di 24 ore. Nella migliore delle ipotesi il reparto potrà continuare a lavorare nella prima parte dell’anno ed anche se il Tar accogliesse totalmente il ricorso del comitato, dichiarando illegittime le delibere regionali e le determine Asur, la Regione avrebbe comunque la possibilità, con il tempo, di preparare la documentazione necessaria per poter chiudere definitivamente il punto nascita, attenendosi anche alle motivazioni espresse nell’eventuale sentenza del Tar, come normalmente avviene nei procedimenti amministrativi. Si potrebbe anche ipotizzare un rimbalzo di ricorsi tra Consiglio di Stato e Tar, che provvisoriamente allungherebbe l’operatività del punto nascita, mentre per ottenere una sua stabile e definitiva previsione di operatività è necessario un mutamento di visione nella politica sanitaria regionale.



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