E’ scomparso
“Mario Capanna a Macerata”

LA STORIA SUI MURI - Dopo quasi 28 anni è stata cancellata la scritta in vicolo Costa che annunciava l'arrivo del leader di Democrazia Proletaria. Al suo posto un anonimo murales
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PRIMA – La scritta che ha resistito per oltre 27 anni

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di Maurizio Verdenelli

Ha resistito, per dirla al modo di Gabriel Garcia Marquez (‘L’amore ai tempi del colera’) ventisette anni, due mesi, dodici giorni ed una notte. L’ultima, ieri è stata fatale per il graffito più visto e commentato a Macerata dal dopoguerra a ieri (occorre a questo punto, dire). Quello che annunciava in vicolo Costa la visita dell’allora leader di Democrazia Proletaria (Dp), il popolarissimo Mario Capanna. Che nel pomeriggio, al cine-teatro Excelsior, aveva presentato il proprio libro cult ‘Formidabili quegli anni’ (sul ’68) per poi intervenire a cena al circolo del Giardinetto. Che dopo lo ‘sdoganamento’ operato dal sindaco Carlo Cingolani, pronubi l’architetto Gabor Bonifazi, che ne era socio, e il sottoscritto si apriva ad ospiti di un certo nome. Dopo Capanna, ricordo, fu la volta di Bobo Craxi, figlio di Bettino, capo del governo in quegli anni. Il giovanotto avrebbe infatti svolto il servizio militare alla Saram ‘accompagnato’ ogni giorno amorevolmente dai compagni di partito: i coetanei Bruno Mandrelli, Ivo Costamagna ed Enrico Brizioli senza contare Pietro ‘Briscoletta’ Baldoni che era andato a ricevere il ‘delfino’ del Gran Capo socialista (fu pure l’occasione per raccontargli alcune storielle sul padre) alla stazione ferroviario su incarico dell’amico comune Brizioli.

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DOPO – Il muro di vicolo Costa questa mattina

 

Mario Capanna in una foto d'epoca

Mario Capanna in una foto d’epoca

Il graffito-news sulla presenza di Capanna, da questa mattina non c’è più: nessuna recriminazione, per carità, perché in fondo aveva ragione quel lettore (leggi l’articolo) che il 20 novembre 2013 si chiedeva, ‘celebrando’ il venticinquennale del murale, perché il Comune avesse perso così tanto tempo senza ripulire i muri del centro storico! A ‘ripulirlo’, spendendoci per lo più molte, ‘inutili’ ore, alcuni dubbi artisti di murales che la notte scorsa hanno voluto storicizzare il frutto del loro ingegno (da destinare ad altri settori, più proficuamente) con firma e data. Un lavoro che probabilmente è durato, senza risparmio, fino alle prime luci di questa mattina perché l’invasione barbarica dei colori ha tracimato anche nell’attiguo vicolo Monachesi.

Nihil novi sub sole, anzi sub nocte anche se Macerata è stata finora toccata in misura minore rispetto a Roma, ad esempio, dove la confusa tavolozza dei murales ha invaso anche i monumenti come Carlo Verdone denunciò in un’intervista rilasciata a Cm (leggi l’articolo).

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Vicolo Monachesi

Tuttavia i brutti murales di vicolo Costa e vicolo Monachesi rappresentano un altro passo in più nel percorso della vandalizzazione del centro storico ‘di notte’, soprattutto nel quartiere confinante dell’ex ghetto ebraico dove in via Crescimbeni pare d’essere a Chinatown. E le stelle stanno a… guardare. “Corso Matteotti e via Lauri, da quando sono stati chiusi al traffico rappresentano di sera una terra di nessuno…” dice Giancarlo Travaglini, uno dei commercianti più noti del centro, titolare della storica cappelleria. In effetti i ‘pittori della notte’, ieri, hanno potuto colpire -pardon, dipingere- nonostante che a due passi ci sia il comando provinciale dei carabinieri senza citare il corpo dei vigili urbani per i quali l’ex questore Leucio Porto aveva chiesto la presenza attiva anche ‘nocturne die’. Ma c’è qualcosa di più ed inquietante in questo caso: l’assenza di segnalazioni, l’abulia dei residenti. I quali pure dovrebbero collaborare con le forze dell’ordine che da parte loro hanno problemi ad essere presenti dappertutto, a cominciare dagli organici risicati e dai problemi di bilancio degli enti locali. La città ha paura? Perché?

Ed allora si può cominciare a riflettere su questo, abbandonando purtroppo, le belle argomentazioni politico-storico-filosofiche (destra, sinistra, centro? Quali ideali giovanili oggi, dopo il ’68?) che appena due anni fa, proprie su Cm, avevano infiammato i commenti in calce a quel venticinquennale che il lettore Stefano Spalletti aveva voluto ricordare scattando la foto ala scritta con vernice nera, che annunciava Mario Capanna per un giorno a Macerata. Una foto che adesso entra trionfalmente nell’archivio dei ricordi di un tempo, che forse aveva in sé migliori aspettative rispetto al futuro.



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