“Ho rischiato di morire,
hanno salvato me e mia figlia:
non chiudete il punto nascita”

TESTIMONIANZA - Michela Mangiaterra, giovane mamma di 32 anni di Colmurano, racconta la sua esperienza: "Decisiva la prontezza del personale del reparto di ostetricia di San Severino"
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L'ospedale di San Severino

L’ospedale di San Severino

 

di Monia Orazi

«La mia prima figlia è nata a San Severino, ho rischiato la vita per un distacco di placenta, per fortuna ero già in ospedale altrimenti non ce l’avremmo fatta». Con queste parole Michela Mangiaterra, giovane mamma di 32 anni di Colmurano racconta la mattina del 20 giugno 2010, quando è stata salvata dalla prontezza del personale del reparto di ostetricia di San Severino. «La mia gravidanza di nove mesi era stata perfetta, sono stata seguita con grande competenza dal dottor Linci. Quella mattina a casa mi sono svegliata sentendo dei doloretti, insieme a mio marito siamo partiti per vedere come era la situazione, in ospedale mi hanno fatto il monitor», racconta Michela, «all’improvviso ho sentito tutto bagnato, hanno visto che c’è stato un distacco intempestivo di placenta con una fortissima emorragia, in pochissimo tempo tutto il reparto era intorno a me». La donna viene condotta subito in sala operatoria non c’è un minuto da perdere. «Mi hanno operato con la maglia ed i pantaloni, mia figlia è nata molto velocemente, sono stati tutti bravi e tempestivi, l’emorragia non si arrestava io sono uscita dalla sala operatoria dopo tre ore. Se mi fosse successo a casa non ce l’avremmo fatta, io sentivo delle semplici contrazioni». Alla fine tutto si è risolto per il meglio, ma la paura è stata grande: «Io e mia figlia per fortuna ce l’abbiamo fatta, avevo scelto San Severino perché mi trovavo bene con Linci, lui è rimasto tutta la notte, per vedere come andava, nel reparto i giorni successivi è stato tutto perfetto, mi hanno trattata tutti come una regina, i medici, le ostetriche, le infermiere e tutto il personale, non voglio che questo reparto venga chiuso, ci hanno salvato, mi hanno ripreso per le penne anche l’utero, stavo per perderlo. Ho avuto la mia seconda figlia il 20 gennaio del 2013 – conclude la giovane mamma – e se dovessi avere altri figli sceglierei di nuovo San Severino perché lì mi sono sentita a casa, è un peccato chiudere una struttura così».



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