Il comune di San Severino ha affidato all’avvocato Simona Tacchi, e allo studio legale Cavallaro, l’incarico per ricorrere al Tar, il tribunale amministrativo regionale (leggi l’articolo), contro la determina dirigenziale sottoscritta il 24 dicembre, a firma del direttore generale dell’Asur Marche, con la quale di è decisa la chiusura del punto nascite dell’ospedale “Bartolomeo Eustachio”(leggi l’articolo). «A nostro avviso, come abbiamo sempre sostenuto, ci sono fondati elementi giuridici, sia di diritto che di fatto, che legittimano questo nostro ricorso”, spiega il sindaco di San Severino, Cesare Martini, che annuncia così anche «la richiesta di sospensione della sciagurata delibera sottoscritta dalla giunta regionale alla vigilia di Natale». Dal 18 gennaio per il punto nascite settempedano scatterà il blocco delle prenotazioni mentre è stato programmato per il 31 gennaio lo stop definitivo dei parti. «Il nostro reparto – spiega ancora il primo cittadino Martini – ha chiuso il 2015 con all’attivo ben 542 nati. In tutte le delibere della giunta regionale, quelle sottoscritte prima del famoso “pacco di Natale”, non era mai stata prevista la chiusura dei punti nascite sopra i 500 parti. Ricordo, è bene evidenziarlo, che al materno infantile del “Bartolomeo Eustachio” questa soglia è stata sempre superata anche negli anni passati. La decisione di chiudere, che ho sempre detto è frutto di una scelta politica di cui Ceriscioli deve assumersene tutte le responsabilità, continua ad essere pazzesca, assurda e ingiusta. La nostra battaglia, comunque, non si fermerà di certo qui. Oltre all’affidamento di un incarico per ricorrere al Tar delle Marche, insieme ai sindaci di Fabriano e Osimo stiamo valutando l’ipotesi di un referendum (leggi l’articolo). Ho pure chiesto alla Regione tutta la documentazione in merito ai controlli fatti nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Macerata per avere la certezza che la struttura possa ricevere tutta l’utenza dell’intero entroterra in maniera adeguata».
Il sindaco di San Severino conclude: «Ho anche annunciato l’intenzione di presentare un esposto alla Corte dei Conti qualora si dovesse procedere solo alla chiusura del nostro punto nascite e non anche al potenziamento della struttura ospedaliera con la multispecialistica, cioè oculistica, dermatologia e chirurgia di presidio unico di Area Vasta in “week surgery” visto che su San Severino negli ultimi anni sono state investite risorse pubbliche con lavori ancora in corso. C’è, infine, un’altra argomentazione che è quella dei costi che le gestanti dovrebbero affrontare per recarsi fuori regione per visite, controlli e per far nascere i propri figli, costi che verrebbero pagati pure dalla sanità marchigiana con la mobilità passiva di pazienti verso altre strutture non del territorio regionale».
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