Punto nascite: si chiude, mozioni respinte
Il Comitato: “Cercheremo altre strade”

SAN SEVERINO - Nessuna deroga verrà chiesta al ministro Lorenzin. Dopo il 31 dicembre parti solo a Macerata. Cori dal pubblico nella sala consiliare in Regione: "Vergogna-vergogna". Ceriscioli: "Gli atti erano già scritti, l'Asur ha ripreso il percorso"

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La protesta in Regione per il punto nascite

La protesta in Regione per il punto nascite

 

Un manifestante

Un manifestante

di Monia Orazi

Ceriscioli sbatte le porte in faccia alla protesta popolare e non arretra di un millimetro dalle decisioni prese. Il punto nascita di San Severino si avvia inesorabilmente verso la chiusura il prossimo 31 dicembre. Questa mattina sono state respinte in consiglio regionale quattro mozioni ed una risoluzione che chiedevano alla giunta regionale di mantenere aperti i punti nascita di Fabriano, Osimo e San Severino, domandando una deroga al ministro della salute Lorenzin. Dodici i voti favorevoli e 19 contrari. A presentare le mozioni i gruppi M5S, Fratelli d’Italia e Lega Nord. Presenti in aula il gruppo di settempedani partiti in auto e pullman, con alcune mamme e donne incinte (leggi l’articolo). Una delegazione da Tolentino che ha duramente e rumorosamente contestato, anche dicendo «vergogna-vergogna», i diversi passaggi della discussione, applaudendo alcuni interventi, tanto che il presidente dell’assemblea li ha richiamati all’ordine, dicendo di sgomberare l’aula. Ceriscioli ha difeso la scelta della Regione di chiudere i punti nascita. «Non prevediamo il licenziamento degli operatori, viene declinato che dal primo gennaio continueranno a fare il 90% dell’attività, attività di ostetricia e ginecologia – ha dichiarato Ceriscioli – non è un’azione che produce risparmio. Nel dicembre 2010 la conferenza Stato-Regioni, all’unanimità, in accordo con il ministero della Salute, ha approvato dei criteri per tutelare la sicurezza e la qualità nei punti nascita. Il mantenimento dei punti nascita solo sopra i mille parti all’anno, è una scelta fatta nel 2011. Dal 2011 al 2015, che cosa è successo? Gli atti erano già scritti, noi non abbiamo fatto nuovi atti, le delibere erano già state fatte e l’Asur ha ripreso quel percorso. Fra gli elementi che danno sicurezza e qualità c’è il criterio di fare almeno 1000 parti. Fatto il passaggio di questi 3 punti nascita, si riassesterà il sistema, fino a che nelle Marche ci saranno solo punti nascita con 1000 parti». Profondamente delusi gli esponenti del comitato settempedano che annunciano battaglia. «Oggi è mancato il buonsenso, la sensibilità alla radice, mi aspettavo almeno la richiesta di deroga – afferma Marco Massei, l’avvocato del comitato – la risoluzione delle minoranze concedeva la scappatoia data dalla normativa, di chiedere una moratoria sino a quando Macerata non sarà a norma, ci hanno riso in faccia con un atteggiamento chiuso e l’arroganza del voto. Questa per noi è una battaglia, cercheremo altre strade, la guerra continua. Se un ministro ripensa a quanto stabilito dall’accordo Stato-Regioni, vuol dire che tiene conto delle esigenze del territorio. Ceriscioli dovrebbe solo inoltrare la deroga, sulla quale poi si pronuncerà lo specifico comitato nazionale». In aula non era presente il sindaco di San Severino Cesare Martini che però questa mattina si trovava nel palazzo della Regione. Assenza che è pesata al comitato. Sono partiti con il comitato i consiglieri di minoranza Gilberto Chiodi e Gabriela Lampa.

protesta punto nascita (6)«L’aver respinto le mozioni sancisce la chiusura del punto nascita di San Severino il prossimo 31 dicembre – spiega Mario Chirielli segretario del comitato – siamo rammaricati e dispiaciuti non solo per San Severino, ma anche per Macerata perché il reparto avrà problemi con l’arrivo delle partorienti da San Severino. Con questa scelta si fa del male al territorio montano e a Macerata, si corre il rischio di avere episodi di malasanità, l’Area Vasta 3 ne uscirà ridimensionata perché gli utenti si sposteranno altrove. Scegliendo la chiusura Ceriscioli ha mostrato superficialità ed arroganza». Presente insieme al comitato anche la mamma di Treia, Isabella Rapaccini, che ha perso il suo bambino nato nel reparto di Macerata, per un’infezione a pochi giorni di vita. Rapaccini ha consegnato la documentazione del caso ad un consigliere regionale. Il capogruppo Lega Nord Luigi Zura Puntaroni, nella mozione sul punto nascita di San Severino Marche, ha chiesto alla giunta regionale «Un gesto di buon senso, se non altro in attesa che le condizioni dello spostamento siano migliorate. Macerata sembra non sia a norma, i parti sono accalcati». La grillina Romina Pergolesi ha annunciato un esposto in procura «Se malauguratamente qualcuno dovesse perdere la vita per la chiusura dei punti nascita». Il 5 Stelle Sandro Bisonni rivolgendosi alla giunta: «Siete come Spacca, non vedo la differenza, Busilacchi ha detto la verità, ha parlato di costi, la vostra unica preoccupazione, ma occorre guardare alla tutela della salute delle persone. La legge regionale incentiva il parto a casa. Prima di chiudere San Severino, occorre potenziare Macerata, la nostra battaglia continuerà».

*** Il sindaco Cesare Martini chiarisce la sua assenza nella sala del consiglio e precisa: «Per chiarezza e senza polemica non corrisponde al vero quanto riportato sulla mia presenza nella sala consiliare regionale, i rappresentanti del comitato mi hanno visto al bar del Consiglio, mentre discutevo con un assessore ed un consigliere regionale, dopo che avevo parlato con il presidente Ceriscioli ed il presidente della commissione sanità Busilacchi, che ho incontrato nello spazio a sinistra dell’aula, riservato ai dipendenti, perché ho ritenuto più utile alla causa, cercare di conferire con loro, piuttosto che farmi fotografare tra il pubblico. Infatti ho anche rinunciato a fare dichiarazioni sia alla stampa che alla tv. Purtroppo devo registrare da parte di qualcuno, interessi diversi rispetto a quelli dichiarati».

(foto di Luca Mengoni)

La seduta della giunta regionale

La seduta della giunta regionale



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