Chiusura punto nascite,
donne incinte in Regione per protestare

SAN SEVERINO - Un pullman partirà domani per accompagnare a palazzo Raffaello una delegazione di mamme, esponenti politici e cittadini anche da Matelica e Tolentino. L'assemblea legislativa discuterà la mozione della Lega Nord che chiede la deroga

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La protesta da San Severino arriverà in Regione

di Monia Orazi

Domani mattina alle 10 partirà da San Severino il pullman organizzato dal comitato per la difesa dell’ospedale, per andare a protestare a palazzo Raffaello, ad Ancona, dove si svolgerà il consiglio regionale. Anche da Matelica e Tolentino arriva sostegno all’iniziativa che vuole difendere un reparto di eccellenza, di servizio per tutto l’entroterra montano. Alla protesta ad Ancona prenderà parte anche Isabella Rapaccini, la mamma di Treia che ha perso il suo bambino a pochi giorni dalla nascita, nel reparto dell’ospedale di Macerata (leggi l’articolo), oltre ad una delegazione di cittadini di Tolentino. Hanno aderito alla manifestazione anche diverse donne incinta. Tra i punti in discussione all’ordine del giorno la mozione della Lega, firmata anche dal consigliere regionale settempedano Luigi Zura Puntaroni, in cui si chiede il mantenimento dei tre punti nascita di Osimo, San Severino e Fabriano, colpiti dalla scure della chiusura, su cui il presidente della giunta regionale Ceriscioli si è detto irremovibile, per applicare in pieno l’obiettivo di avere reparti con almeno mille nati l’anno. Potrebbe essere discussa anche la mozione di Sandro Bisonni a difesa dell’ospedale di Tolentino, per cui il consigliere ha chiesto la procedura d’urgenza. Nella mozione presentata dalla Lega si chiede alla giunta regionale di “mantenere in attività, tenuto anche conto di quanto stabilito dal decreto del ministro alla Salute firmato l’11 novembre , il punto nascita dell’ospedale “B.Eustachio” di San Severino che, oltre a rappresentare un’eccellenza, serve un’estesa area montana, potenziandone, se necessario, i livelli di qualità” ed inoltre “ad avanzare al ministero della Salutela richiesta di deroga al fine del mantenimento in attività del punto nascita dell’ospedale di San Severino”.

Alessandro Casoni

Alessandro Casoni presidente del Consiglio comunale di Matelica

Sulla chiusura dei punti nascita si esprime anche Alessandro Casoni, presidente del consiglio comunale di Matelica: “Le osservazioni critiche nei confronti della Regione Marche, amministrazioni vecchie e nuova, paiono del tutto opportune, poiché i provvedimenti non derivano da un piano organico di riordino degli assetti sanitari, bensì da decisioni maturate con il bilancino del minor danno politico, nell’illusione di recare sollievo ai conti pubblici; ormai sull’onda del disappunto per la chiusura di alcuni punti nascita, sembra prospettarsi uno scacchiere di rattoppi e contentini: tolgo un servizio a te per darlo all’altro”. Casoni è a favore di una riforma con centri specializzati per le patologie più gravi, invece per i punti nascita “sarebbe conveniente individuare tra i predetti ospedali minori quelli più idonei ad un’equa distribuzione sul territorio, tenendo conto dei fattori ambientali e dei percorsi stradali”, inoltre secondo il consigliere per l’emergenza (118) “il cittadino della montagna ha diritto alle medesime garanzie di quello che abita sulla costa, non resta che auspicare un’azione corale dei sindaci del territorio per chiedere all’unisono, dal basso verso l’alto e con forza – senza condizionamenti, timidezze e tatticismi – soluzioni per la sanità idonee a garantire ad ogni cittadino i medesimi diritti di fruizione dei servizi sanitari”. Da San Severino il consigliere provinciale Pietro Cruciani annuncia di aver presentato un’interpellanza urgente al ministro Lorenzin, tramite Schifani e Lupi. Già nel maggio del 2014 era stata inviata al ministro Beatrice Lorenzin una petizione da Cruciani, in cui si chiedeva di tutelare le strutture sanitarie dell’entroterra ed in particolare chiedendo “l’impegno del governo perché vengano salvaguardati i presidi ospedalieri con reparti efficienti e che vengano concesse deroghe all’accordo Stato Regioni per le zone svantaggiate, che prevede il mantenimento di punti nascita con il limite minimo di 500 parti”. Tra i primi firmatari, oltre a Martini e Felicioli, il presidente dell’unione montana Gianluca Chiappa, l’allora sindaco di Camerino Dario Conti insieme al consigliere camerte Alberto Salvucci. “In tempi non sospetti abbiamo anticipato la richiesta di deroga contenuta oggi nel decreto Lorenzin”, osserva Cruciani.

L'ospedale di Tolentino

L’ospedale di Tolentino

Anche una delegazione del partito comunista d’Italia di Tolentino composta dal segretario Sandro Ruggeri, da Danilo Berardi della direzione regionale e da Bruno Cappellacci della direzione provinciale, parteciperà ed assisterà alla discussione in Consiglio Regionale per «verificare se il Consiglio dibatterà anche in merito al documento inviato dalla maggioranza del Comune di Tolentino, dove si chiede il mantenimento del punto di primo intervento anche nel turno di notte, ma soprattutto in solidarietà del Comitato di San Severino che da mesi si batte per il mantenimento del reparto nascite, un’eccellenza nella nostra regione. I Comunisti di Tolentino lotteranno per il mantenimento del punto di primo intervento – prosegue il direttivo locale in una nota – tale richiesta può essere inserita, nelle modifiche in “corso d’opera” in zona Cesarini, che il presidente regionale Ceriscioli sta esaudendo per alcuni Comuni, dove i sindaci si sono mobilitati per salvare i servizi sociali essenziali per la comunità, diritti sanciti dalla Costituzione Italiana».

 

 



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