La manifestazione della comunità islamica questa mattina in piazza Vittorio Veneto
di Federica Nardi
(foto e video di Andrea Petinari)
“Siamo musulmani, né terroristi né bastardi”, si legge sul foglio che tiene in mano un bambino, nell’altra manina il tricolore. Dietro di lui un uomo grida: «Questi sono italiani veri». Attorno quasi un centinaio di persone. Gli uomini, la maggioranza, da un lato e le donne dall’altro. La comunità islamica scende in piazza per contrastare il messaggio di odio e terrore dell’Isis e lo fa unita e decisa. Già dalle 9 in piazza Vittorio Veneto iniziano ad arrivare le prime persone, una mattina gelida che non ha fermato i maceratesi musulmani, arrivati da tutta la provincia per lanciare un messaggio ai terroristi: “Non nel mio nome”. Il discorso degli imam, poi un coro che unisce italiani e stranieri: «No al terrorismo, sì alla convivenza». Molti i passanti che si sono fermati a chiacchierare con i manifestanti che, prima di essere musulmani, sono concittadini che vivono e lavorano da anni in città.
Mohamed Tarakij
«Oggi siamo costretti a dire che questi terroristi non sono musulmani – ribadisce Mohamed Tarakij, imam di Macerata -. Al sermone di ieri ho voluto spiegare che la fratellanza non è solo di fede, è la stessa che ci unisce in quanto cittadini e persone. E non possiamo accettare il terrorismo contro i nostri fratelli. Questo non lo dico io, lo dice il Corano». Con lui anche l’imam di Montecassiano Jannati Tawfik: «L’Isis non ci rappresenta, rappresenta solo il radicalismo e l’odio. Chiediamo alla popolazione italiana di collaborare con lo stesso obiettivo. Ma bisogna dire basta all’islamofobia – prosegue Tawfik, riferendosi ai titoli di alcune testate nazionali -. Non siamo “bastardi”, siamo qui a Macerata per protestare in modo civile e per dire a voce alta che siamo contro il terrorismo. Il terrorismo non esce dalle nostre moschee, diciamo sì alle moschee in Italia. Sono luoghi dove noi insegniamo alle future generazioni che siamo tutti italiani, e che dobbiamo proteggere il Paese, non attaccarlo».
«Non siamo qui per difenderci ma per testimoniare come cittadini italiani – ha detto Gazi Nasimi, presidente dell’associazione islamica di Civitanova -. La comunità intera non può pagare per queste persone (i terroristi, ndr) e non è accettabile che una persona possa essere uccisa nel nome di Dio. I tre monoteismi pregano lo stesso Dio, non c’è guerra di religione – prosegue Nasimi -. I terroristi vanno limitati, messi all’angolo e catturati e per fare questo è necessario che tutta la società collabori. Creare fazioni è il loro obiettivo, non cadiamo nel loro tranello. L’unica arma contro queste bestie è il dialogo. Noi ci sentiamo italiani al cento per cento». A prendere la parola anche Daniel Amanze, responsabile dell’Acsim (associazione centro servizi immigrati Marche) di Macerata: «Il terrorismo non può sconfiggere la convivenza e la nostra presenza qui. Nessuno di noi minimizza la condanna per quello che è successo». A presidiare la piazza i carabinieri e la polizia municipale. Con loro i rappresentanti dell’Arci, dell’Anpi, di Emergency e di Ubuntu. Accanto agli imam l’assessore Narciso Ricotta, che ha voluto ricordare «l’impegno dell’amministrazione per costruire un dialogo con la comunità islamica».
Abdemahmane Aoufi con le sue figlie
Rakmat Malazkai
Molte le testimonianze dei manifestanti. «Quando l’Isis colpisce, colpisce tutti. Forse hanno chiesto alle vittime di Parigi chi era musulmano e chi no? Loro dicono prima noi e poi tutto il resto – dice Abdemahmane Aoufi, responsabile della moschea di Piediripa -. Noi siamo cittadini italiani, quello che colpisce l’Italia colpisce prima noi». Accanto a lui le figlie. La più grande, Sokaina, ha 19 anni e frequenta il liceo artistico: «I terroristi sporcano il nome dell’Islam e di tutta la comunità. Siamo qui per proteggere l’immagine della religione islamica. Tra i miei coetanei c’è dibattito – spiega Sokaina -, c’è chi dice che l’Isis è L’Islam, altri ci difendono. Non mi sento discriminata ma noto alcuni sguardi di ignoranza nei miei confronti». A parlare di ignoranza anche Rakmat Malazkai, 22 anni, che vive a Macerata da sette anni: «L’ignoranza uccide, non la religione. Lo diciamo tutti, a me non è mai capitato di incontrare estremisti. La guerra ha a che fare con la politica, non con la religione». Tra le donne scese in piazza Marabi Wafaa, di Montecassiano: «Ci siamo sentiti tirati in causa e noi non abbiamo niente a che fare con questi assassini. Il terrorismo non è religione. Non conosco nessuno che ti direbbe il contrario. Chi non condanna i terroristi non è musulmano».
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Nello scenario del giorno d’oggi, bisogna saper distinguere immediatamente i problemi, per intraprendere delle soluzioni. Facendo di tutto un calderone, non si focalizza, si discrimina e si fa il gioco altrui.
Il TERRORISMO, tutti sono concordi nel condannarlo, da qualsiasi parte o nazione arrivi, special modo se si nascondono dietro e per nome di un falso dio religioso. Và combattuto, ma non con le armi. La politica guerrafondaia negli ultimi vent’anni ha fallito. Ha provocato più danni, a persone e cose, con effetti collaterali inimmaginabili, doppi giochi, amici oggi nemici domani per interessi del vile denaro. Questi effetti collaterali, per colpa di pochi, li stanno pagando le persone del mondo intero. Si deve combatte con l’intelligenza e l’onestà, con la tecnologia moderna, la tracciabilità dei flussi di denaro sporco, con i finanziamenti illeciti. Togliere loro la linfa vitale, la benzina che li alimenta. Se non si intraprende questa strada, con qualsiasi altro paravento si continuerà al finanziamento con il petrolio di contrabbando, con la vendita di armi ecc.. una spirale senza fine.
Per questo ritengo che, manifestazioni del genere vanno fatte SEMPRE, non DOPO.
NON VANNO FATTE, non nel nome di una religione, ma PER L’INTERA UMANITA’.
L’UMANITA’, non ha colore, non ha bandiera non ha religione.
Poiché si discriminerebbe, perché se al posto dell’islamismo, vi fosse una bandiera di una nazione, o di un motto, allora i mussulmani non sarebbero scesi in piazza ?????
TUTTI, ed insieme ogni giorno bisogna scendere in piazza, in nome dell’UMANITA’, dei popoli, CONTRO la GUERRA, la VENDITA delle ARMI, contro l’ILLEGALITA’ ed il VILE DENARO, in mano a pochi a discapito di tutti.
Bella manifestazione con condivisibili contenuti! Però hanno partecipato gli imam di Montecassiano e Piediripa solamente? E solo 100 musulmani? E gli altri 10.000 presenti nelle nostre zone? Parliamo di persone che stanno sempre collegate fra loro e sono tutti giovani!
gli altri musulmani sono tutti potenziali terroristi?
Un po de movimento in provincia non farebbe male.
Qualcuno sa che i terroristi agiscono prevalentemente NEI paesi musulmani, uccidendo migliaia di civili inermi, nei mercati, moschee, etc? Come si può pensare seriamente che siano TUTTI terroristi o, quantomeno, collusi? La gente normale ha il terrore (appunto) di questi criminali e non trovo ne’ giusto, nè logico che debbano essere sottoposti anche a discriminazione, razzismo, pregiudizio per colpe che non hanno.
Strano che ancora non si sa chi difende i musulmani
Su più di 10.000 barbapapà presenti nel nostro territorio, vi basta questo teatrino di 100 persone per farvi vivere sereni? Parliamo dell’1% significa che ogni 10 che ne incontrate, 9 vi vorrebbero scannare come maiali.
Condivido 🙂
A macerata fate ridere tutti quanti, credo che qualsiasi religione e qualsiasi politica sia una grossa minchiata, paragonabile ad supposta gigante, con la differenza che la supposta si prende e in silenzio e per l’altro si fa finta di capirci qualcosa
Siamo nel 2016 ( ormai manca un mese) e ancora ci sono cretini che discriminano persone nate come l’oro in paesi diversi, spiegatemi la differenza di un bimbo nato in Africa o in europa…?? Spiegatemi la differenza di un cristiano, un ebraico, un mussulmano quando i principi di tali religioni coincidono anche con il vivere civile.
Non sono potuto andare in Piazza Vittorio Veneto, ma stringo idealmente la mano a quanti c’erano, musulmani e non. Nella loro mano, stringo la mano di tanti ragazzi musulmani a cui ho fatto scuola di lingua italiana negli anni, che ricordo tutti con grande affetto. Sono sempre stato certo del fatto che in ognuno di loro mi ha visitato Dio; ce ne sono stati di più seri e di meno seri, di educati e meno educati, di più sensibili e di meno sensibili. Proprio come accade in Italia con gli italiani. Ma mai ho avuto problemi per il fatto che io ero cristiano e loro musulmani. In tante occasioni ci siamo aiutati reciprocamente, e sempre è stata una splendida esperienza di pace e di solidarietà, ognuno con la propria storia e con la propria identità.
Mi auguro che il segnale lanciato con la manifestazione di oggi voglia significare, per la nostra città, un’occasione ulteriore di incontro, di dialogo e di fratellanza. Ne abbiamo tutti bisogno.
Pensa che l’Imam di Fermo ieri ha dichiarato :”vi faremo scudo “
Poiché conosco da anni, almeno 30, il dott. Mohamed Tarakij , e con lui tutta quella generazione di siriani che si sono laureati nelle nostre università di medicina – quasi tutti Padova- e poi hanno messo su famiglia e i loro studi medici nel nostro territorio, anche con grandi meriti, per aver diffuso l’agopuntura e la medicina omeopatica, prima del tutto sconosciuta da noi rispetto al resto d’Europa, mi sento tranquillamente di dire che l’ Imam Tarakij non può che seminare pace e fratellanza nella comunità locale, sia essa islamica o cristiana. Posso senz’altro affermare, infatti, che le sue non sono solo prediche ma pratiche di vita quotidiana, come medico e come grande persona. Se mi hanno bene informata, ho saputo che , purtroppo, a seguito della guerra in Siria ha subito anche lui le sue perdite, e pertanto gli invio la mia più sentita vicinanza anche come cittadina italiana, che sa perfettamente quale atto enorme di coraggio sia dietro questa manifestazione, in quanto come islamici aderenti al messaggio di pace del Profeta Maometto, sono loro le prime vittime del fanatismo estremista di Isis, con cui non devono essere in alcun modo confusi. Dalla mia frequentazione con loro, arabi , siriani, ho solo e sempre sentito la parola pace, e ricevuta tanta , tanta umanità. E’ il momento adesso di ricambiare, col dare loro tanta tanta comprensione e sostegno. Ricordo in ultimo a tutti, che il saluto arabo non dice come per noi , buongiorno, buonasera, o ciao, ma ” as-salām ‘alaykum” la pace sia su di voi. Isis, è un’altra cosa. Tutt’altra cosa dall’Islam che abbiamo avuto la fortuna di conoscere finora attraverso persone stupende come, appunto, quelle rappresentate dal dott. Tarackij.
Finché le donne saranno costrette o convinte a coprirsi, e gli uomini si sentiranno obbligati ad inchinarsi verso la Mecca più volte al giorno, queste persone saranno troppo legate alla religione per potersi integrare in uno stato laico. Il terrorismo nasce da queste spore. C’è chi preme il grilletto, e chi prepara il terreno di coltura.
Grazie Jbra di aver partecipato alla manifestazione , non ne guadagni niente in termini di visibilità , ma sappi che la testimonianza la dai tutti i giorni con il tuo comportamento
Da un lato gli uomini e dall’altro le donne.
Quando noi manifestiamo, manifestiamo tutti assieme senza differenze
Dicono che senza l’islam non avremmo la matematica, ma evidentemente siamo destinati a divergere anche su questo punto. Quelle che dovrebbero essere cento persone sembrano, con la nostra matematica decadente occidentale, una quarantina, quasi metà delle quali costituita da politici locali probabilmente cresciuti come chierichetti. L’interpretazione dei numeri è più o meno la stessa che si dà del corano: come fa comodo al momento.
i musulmani non saranno tutti terroristi,resta il fatto che tutti i terroristi sono musulmani.Ancora stanno a pensare alle guerre sante,all’inferiorità della donna che deve coprirsi,alla loro religione come l’unica esistente.Siete indietro di un par de mila anni rispetto al mondo….contenti voi.
Lo Stato sta già facendo tutto il possibile per evitare gli attentati. E allora i musulmani, oltre che a manifestare, dovrebbero isolare coloro che li progettano e li fanno.
Per Tramannoni. La matematica viene dagli Arabi, non dall’Islam. E comunque, come diceva mio nonno, analfabeta, è meglio un asino vivo che un dottore morto.
Ecco forse spiegato il “riavvicinamento” e le migliori relazioni diplomatiche tra USA/Russia/Iran.
il commento di prima è partito erroneamente
Ecco forse spiegato il “riavvicinamento” e le migliori relazioni diplomatiche tra USA/Russia/Iran.
Chi sono sunniti e sciiti
Da dove vengono, chi sono, in quali Paesi vivono e perché combattono, spiegato senza giri di parole
http://www.tpi.it/mondo/africa-e-medio-oriente/chi-sono-sunniti-sciiti-islam-spiegato
La manifestazione di quattro gatti si commenta da sola: ai musulmani non interessa dare la solidarietà agli occidentali colpiti dai terroristi. D’altra parte sono degli impuri, infedeli e collusi con Iblis, ossia Satana. E poi, quanti sono i musulmani che in cuor loro non solidarizzano con i terroristi?
Da ciò che ho ascoltato, ho l’impressione che i musulmani abbiano preso il Corano nella sua parte più edulcorata. Mentre gli Occidentali presenti alla manifestazione non lo hanno studiato, ma si sono creati un’idea multiculturale dell’Islam.
I musulmani rispettano le nostre leggi? A Corridonia le forze dell’ordine, dopo che il Comitato dei Cittadini aveva denunziato il fatto, hanno fatto una retata ed hanno scoperto una ventina di musulmani illegali, ospitati nella case di altri musulmani. E se alla stessa maniera si ospitassero i terroristi?
Per Emma Rossi. L’imam avrebbe detto – ammesso che i giornalisti abbiano capito bene – che gli islamici faranno scudo a Loreto, intendendo con ciò (presumo) che la casa di Loreto per loro è anche la loro casa.
Rispetto il tuo pensiero anche se non lo condivido
sì tanti musulmani sono persone perbene, anche tanti fascisti, tanti nazisti lo erano e tanti democratici sono delinquenti e allora? questo cosa dimostra? Loro sono civili, fratelli e sorelli. Anche Caino e Abele erano fratelli … quant’è oscura questa civiltà che non riconosce nessuna libertà di parola, di pensiero e nessun diritto al dissenso. Loro sono persone pacifici, la guerra santa non ha nulla a che vedere con l’Islam, sì vabbè ce lo siamo sognato… e com’è avvilente questa povertà d’argomenti, questo linguaggio basico, men che infantile, quest’allergia al ragionamento e a una logica articolata, questo degrado delle menti… e noi saremmo miscredenti, spregevoli miscredenti ma fratelli di posto, di cittadinanza perché ormai l’Italia è roba loro e c’è rimasto un solo diritto, il diritto alla co.glioneria.
Scusa Franco ( Pavoni) quale sarebbe il contrario di linguaggio basico? inguaggio ” acido” ? Battutaccia a parte. Tu scrivi: sì tanti musulmani sono persone perbene, anche tanti fascisti, tanti nazisti lo erano e tanti democratici sono delinquenti e allora? questo cosa dimostra?
1) mi spieghi perchè ai musulmani perbene contrapponi tutti elementi politici, e non come sarebbe stato più opportuno i cristiani, o comunque appartenenti ad altre religioni?
2) va bene, i nostri argomenti saranno anche meno che infantili, però, vorrei farti presente, che mentre i testi, qualsiasi testo, compresi quelli sacri, sono passibili di interpretazione, abbi pazienza, le persone che si conoscono non si interpretano, semmai si giudicano; e che vorresti quindi, che vedendo quei volti di musulmani di cui alcuni conosciutissimi, si dovrebbe dire che sono anch’essi dei terroristi quando sono di tutt’altra pasta anche se sotto il cappello dell’Islam?
3) In altro articolo, sotto hai riportato alcuni versi del Corano fra i più seriamente violenti e minacciosi.Ora, stando sempre a livello interpretazione di testo, se uno riportasse questo solo passo del Vangelo, tu, te la sentiresti di dire che tutta la religione cristiana è portatrice di violenza e seminatrice d’odio nelle famiglie?
Matteo, 34-37 :34
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. 35 Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre,la nuora dalla suocera:
36 e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
37 Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; 38 chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. 39 Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
@ Tamara
In ogni “testo sacro” vi sono parti veramente violente.
Scanna il nemico, brucia tutto, non fare prigionieri, ecc. ecc.
In passato anche il cristianesimo ha avuto le sue belle carneficine, le sue guerre di religione, i massacri …
Oggi se il papa chiedesse una “guerra santa” verrebbe spernacchiato e chiederebbero il TSO, ma 500 o 700 anni fa nessuno avrebbe avuto da ridire e si sarebbe fatta una bella crociata in nome di dio….
Poi da noi c’è stato l’illuminismo e la chiesa è “stata costretta” ad abbandonare la spada ed è diventata una chiesa di pace, tanto che talune parti dell’antico testamento troppo “militaresche” (violente o sessualmente espolicite) non vengono più divulgate ai fedeli, non vengono più lette, non vengono più spiegate… Sebbene ancora restino scritte nero su bianco….
Noi abbiamo avuto i massacri tra “cattolici” e “prottestanti”: non vedo molte differenze tra quello che accade in Europa e quello che, da secoli, ancora accade tra “sunniti” e “sciiti”
Noi avevamo gli “stati religiosi”, poi ci siamo evoluti verso il pluralismo e la laicità dello stato… Questo cambiamento in molti stati islamici non è ancora avvenuto, visto che al religione si identifica con lo stato (e viceverrsa).
La “primavera araba” non basta, la strada che devono percorrere è ancora lunga
La decisione di questo esiguo numero di amici musulmani che ha voluto partecipare a questa importante manifestazione penso sia stata dettata da coraggio e spirito di apertura verso quello che a noi piace chiamare “occidente”.
Chi non si è unito a questa gente (e penso sia oltre il 90% di chi professa questo credo) immagino che abbia preferito non mettersi sotto i riflettori in questa importante occasione per non attirarsi “l’antipatia” di uno stretto manipolo di persone che, nella più rosea delle ipotesi, non desidera né integrarsi, né aprirsi.
Certo Gianfranco, la tua analisi è rigorosa da un punto di vista dello sviluppo storico del cristianesimo, ma che, tieni presente, è avvenuto pur sempre sotto la guida di un’ autorità, una, e una sola, quella del Papa della chiesa cattolica. Cosa che non è, non vale per la fede islamica, dove non c’è l’autorità massima religiosa che detta le linee ai fedeli. E’ un fatto. Che fa la differenza, e non da poco. Ma bisogna ragionare anche per assurdo in tema di religioni, siamo nella credenza e nell’irrazionalità: nel credo, puro e crudo. Poniamo allora che domani, una setta di religione cristiana strettamente osservante, cominci a prendere come esempio del Vangelo il passo citato: può succedere? sì, ci sono stati tanti movimenti nella chiesa cattolica, dallo scisma in poi, altro che può succedere. Nascerebbe allora un movimento religioso all’interno del cristianesimo paragonabile all’isis, anche se questo, come sappiamo, ha una genesi più politica che religiosa, ma comunque, si avvale degli stretti precetti religiosi per affermarsi militarmente nei territori conquistati in nome del loro Dio. Non mettiamo limiti alla fede, insomma. Di nessuno.
le affinità elettive tra Islam e nazismo sono storicamente accertate:
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2015/1/20/ISLAM-Quando-Hitler-si-lamentava-di-non-essere-musulmano-e-sognava-l-alleanza/574094/
Quanto all’angelicità del meraviglioso dottor Tarakij, che la miopia mi impedisce di vedere, è del tutto irrilevante, rappresentando solo se stessa.
Quanto al terrorismo e alle contraddizioni del Vangelo, la cui superiorità etica e estetica sul Corano è abissale, io sono laico e mi sono distanziato quanto più possibile da essi, il meraviglioso dottor Tarakij fa l’imam e non se ne vergogna neanche un po’.
No, dài, Pavoni, tutto ha un limite. E inaccettabile quanto dici, se non conosci, come penso, il dottor Tarackij.
Fotticchia…dove l’ho gia’ sentito???? ah su uno sketch comico che infatti come contenuti non faceva ridere perche’ non aveva senso…..
Tamà, me l’immaginavo… durante i miei nove anni di scuole superiori non sono mai riuscito a insegnare niente ai miei professori…
Frà, per fortuna qui non siamo a scuola, non ci sono insegnanti, non ci sono alunni. Piuttosto, commentami questo:
http://www.lettera43.it/capire-notizie/terrorismo-i-fondamentalisti-cristiani_43675165901.htm
e dimmi, se sei ancora sicuro dell’assolutezza di questa tua affermazione ” Quanto al terrorismo e alle contraddizioni del Vangelo, la cui superiorità etica e estetica sul Corano è abissale” o tutto, come sempre e da sempre , dipende da chi, e da quale lettura si dà delle Sacre Scritture ?
E con ciò denuncio anche tutta la mia massima ignoranza per avere dato come futuribile la possibilità di fondamentalismi cristiani, quando tutto è già accaduto, ma no 2, 3, o 10 secoli fa, in quella che Gianfranco ci ricordava come società pre-illuminista, ma ai giorni nostri, sotto gli occhi della Chiesa Cattolica, che pur essendo la massima autorità per i cristiani nel mondo, anch’essa , nulla può fare contro dei pazzi, criminali ,quali sono tutti i terroristi, gli stragisti, di qualsiasi credo, politico o religioso. Su tutto, in Europa, la lunga guerra in Irlanda ( 1969-2011 anno degli ultimi scontri ) fra i cattolici dell’IRA e protestanti, entrambi uniti nello stesso Dio: figuriamoci…
Giusto per ricordare a quanti hanno la mia età , cresciuti coi telegiornali Rai occupati sostanzialmente ogni giorno da due notizie dall’estero: per l’Europa, gli scontri in Irlanda, Belfast, Inghilterra, da parte di cattolici contro protestanti e viceversa, per il Medio-Oriente, il conflitto israelo-palestinese per i c.d territori occupati. In più , la guerra in Vietnam.
fonte wikipedia:
“Alla metà degli anni ’70 Belfast di sera si trasformava in una città fantasma, dove si rischiava di essere uccisi per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Soprattutto l’UVF e l’UFF colpivano i cattolici con violenza settaria allo scopo di terrorizzare la comunità. Particolarmente agghiacciante è la vicenda degli Shankill Butchers (i macellai di Shankill), un’unità dell’UVF di Shankill Road che, sotto la guida del famigerato Lenny Murphy (in seguito ucciso dall’IRA), rapiva e uccideva cittadini cattolici tagliando loro la gola dopo averli orribilmente torturati e mutilati.
17 maggio 1974: a Dublino e Monaghan, nella Repubblica d’Irlanda, l’esplosione di 4 autobombe causa la morte di 33 persone in quello che è il giorno più sanguinoso nella storia dei Troubles. Le bombe non vennero rivendicate anche se è ormai certo che furono opera di membri dell’UVF del Mid Ulster con l’aiuto di alcuni elementi dei servizi segreti britannici.
21 novembre 1974: al culmine di una campagna di attentati sul suolo inglese l’IRA fa esplodere due bombe in due pub di Birmingham causando 19 morti e quasi 200 feriti
5 gennaio 1976: per rispondere all’uccisione di 5 cattolici avvenuta il giorno precedente, alcuni membri della Brigata South Armagh dell’IRA, sotto il nome di South Armagh Republican Action Force, fermano un pulmino di lavoratori protestanti a Kingsmill, nel South Armagh. Dopo averli fatti scendere li falciano a colpi di mitra uccidendone 10. Come risposta il governo di Londra invia nella zona del South Armagh gli uomini del SAS.
17 febbraio 1978: una bomba incendiaria dell’IRA uccide 12 persone all’Hotel La Mon, a sud di Belfast.
etc. etc. etc.
ma vorrei sottolineare questa fra le tante notizie di allora:
1º novembre 1987: al largo delle coste bretoni le autorità francesi intercettano una nave, la Eksund. A bordo ci sono cinque irlandesi, tre dei quali membri dell’IRA. Uno dei tre era Gabriel Cleary, considerato il Direttore del Genio (Director of Engineering) dell’IRA[. Nella stiva vengono trovate 150 tonnellate di armamenti (tra cui Semtex, RPG, missili terra-aria SAM 7, mitragliatrici pesanti DShK) donati da Gheddafi all’IRA. In precedenza altri quattro carichi di armi libiche erano stati fatti arrivare dall’IRA in Irlanda.
Per cui , direi basta confondere un manipolo di criminali assassini fra 1 miliardo e più di musulmani, con tutti i musulmani, come se il Corano predicasse soltanto odio. Non è così. Allo stesso modo che vorrei non si dicesse di tutti i cristiani, per quei pochi o tanti fedeli in Cristo che si sono macchiati di stragi, delitti , violenze varie, per loro fanatismo , estremismo religioso . Quando si utilizza quel sillogismo logico, ad effetto, che secondo prova logica risulta senz’altro vero , ” non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani”, provate un pò a rivolgerlo a voi cristiani, e vedete che effetto fa…perchè anche noi cristiani abbiamo seminato terrore e morte in nome del nostro Dio. .Smettiamola perciò di sentirci superiori o sopra le parti. La storia dice altro. Condanniamo Isis, contrastiamolo con ogni mezzo, sconfiggiamolo come possiamo, ma non confondiamo il giusto col peccatore, sia esso cristiano o musulmano.
@ Tamara
Ci sono ancora gruppi ed associazioni che si rifanno ad una lettura della bibbia letterale.
Con il risultato di trovarsi fuori dal tempo e dallo spazio.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cattolici_tradizionalisti
Talvolta queste sette fanno ridere, talvolta (per il loro proselitismo “aggressivo”) fanno paura: c’è ancora chi ti vorrebbe inculcare, il catechismo, a forza di botte con il crocifisso sulla testa….
Certo sono residui del passato, ma non li vedo per nulla diversi da coloro che, in nome di dio, si fanno espldere o ammazzano
Tamara, risaliamo alle origini: Cristo sarà stato un ragazzo presuntuoso, un po’ fanatico, ma era fondamentalmente gentile e disponibile… Maometto un po’ meno, parecchio meno. Il nobile Tarakij approfitta in modo becero della nostra ignoranza storica nel garantirci che l’Islam è una religione di pace e fratellanza ma è una menzogna gigantesca, non lo è mai stata fin dalle origini e non ci può essere buonafede da parte dell’imam, che un po’ di preparazione storica l’ha di sicuro.
Maometto a Medina
I muhajirun,i suoi seguaci medinesi, privi di risorse economiche, decisero di risolvere i loro problemi facendo delle razzie (ghazawat) a danno delle carovane dei meccani dirette in Siria.
La razzia di Nakhlah
Nel gennaio del 624 Maometto inviò un gruppo di uomini con degli ordini sigillati a Nakhlah, per intercettare una carovana che veniva dallo Yemen. Il gruppo era guidato da Abd Allah ibn Gahs, che aprì la lettera dopo dieci giorni di marcia. I musulmani attaccarono con successo una piccola carovana. Uccisero un meccano e ne fecero prigionieri altri due.
La razzia era stata effettuata verso la fine del mese sacro di Ragiab, un periodo di pace osservato da tutte le tribù arabe per consentire il pellegrinaggio (umra) alla Mecca. La carovana, che stava ritornando dalla Mecca, non si aspettava assolutamente di essere attaccata.
La violazione del mese sacro venne giustificata da Maometto con una rivelazione divina (Corano, II, 217).
La battaglia di Badr
Nel marzo del 624 (anno II dell’Egira) venne tentata una seconda razzia a danno dei meccani. La carovana, guidata da Abu Sufyan, il capo del clan degli Umayyah, stava tornando da Gaza. C’erano più di mille cammelli, 50.000 dirham di merci.
Maometto, alla guida di circa 300 uomini, emigrati dalla Mecca e abitanti di Medina, decise di impadronirsi della carovana.
Abu Sufyan,informato dell’imminente attacco di Maometto, deviò il suo percorso a marce forzate e si mise in salvo.
Intanto dalla Mecca, a cui Abu Sufyan aveva chiesto aiuto, avevano inviato in soccorso circa 800 uomini. Alcuni volevano ritornare indietro, non sussistendo più il motivo per cui erano stati inviati. Ma altri, tra cui Abu Lahab, vollero lo stesso dare battaglia.
Il 12 del mese di Ramadan del II anno dell’Egira, i meccani e i musulmani si scontrarono presso il pozzo di Badr, a circa 105 chilometri da Medina.
Maometto ebbe la sua prima grande vittoria come capo militare e religioso.
Tra i meccani perirono 44 persone e tra i musulmani 14. Altri 44 meccani furono fatti prigionieri. La sorte dei prigionieri è incerta. Pare che alcuni siano stati riscattati, altri uccisi e qualcuno anche convertito. Tra gli altri venne messo a morte Nadr ibn al-Harit, un poeta che raccontava le storie della Persia. La sua colpa: aver attratto molti ascoltatori distogliendoli dall’ascoltare le prediche di Maometto.
Il bottino fu molto inferiore a quello che si sarebbe potuto avere se si fosse catturata la carovana. Sorsero anche molte controversie sulla divisione del bottino.
La battaglia è considerata l’inizio della jihad, lotta religiosa e militare contro i nemici dell’Islam. Da allora i musulmani caduti in battaglia furono considerati martiri (shahid).
L’espulsione degli ebrei Banu Qainuqa
Tornato a Medina Maometto accusò gli ebrei della tribù dei Banu Qainuqa di aver collaborato con i meccani.
Nell’aprile del 624 assediò la loro fortezza (atam). Dopo 15 giorni gli ebrei si arresero. Si salvarono dal massacro per intervento di Abd Allah ibn Ubayy, sayyid degli Hazrag, che in precedenza era stato alleato della tribù ebraica.
I Banu Qainuqa ebbero salva la vita ma dovettero abbandonare le loro armi e tutti i loro beni mobili ed immobili.
Razzie
La vittoria di Badr aveva dato fiducia a Maometto che intensificò le razzie anche contro tribù beduine come i Sualim e i Gastafan (nel mese di Chawal dell’anno II dell’Egira), i Banu Talaba e i Banu Muharib.
Matrimoni
Alì sposò Fatima, una figlia di Maometto. Dal matrimonio nacquero Hasan e Husain.
Othman sposò Ruqayya, un’altra figlia di Maometto.
Maometto sposò Hafsa, figlia di Omar e vedova di Hunais.
La sconfitta di Uhud
Nel 625 i meccani misero in campo un esercito di tremila uomini al comando di Abu Sufyan. Comandante della cavalleria era Halid ibn al-Walid, il generale che in seguito sarà chiamato “La spada dell’Islam”.
Maometto riuscì a radunare 1.000 uomini. Abd Allah ibn Ubayy sconsigliò Maometto dall’accettare la battaglia fuori della città, ma non riuscendo a convincere il profeta si ritirò con i suoi 300 uomini.
Il 19-20 novembre del 625, ai piedi della collina di Uhud, i due eserciti si scontrarono. Abu Sufyan riportò una grande vittoria. Maometto venne ferito. Hamza, zio del Profeta, venne ucciso.
Abu Sufyan non inseguì l’esercito sconfitto fino a Medina, forse per timore degli uomini di Abd Allah ibn Ubayy. Preferì ritornare immediatamente alla Mecca.
L’espulsione degli ebrei Banu Nadir
Tornato a Medina Maometto accusò gli ebrei della tribù dei Banu Nadir di non aver preso parte al combattimento, forse perché si era combattuto di sabato.
Venne emanato l’ordine di espulsione degli ebrei Banu Nadir, che tentarono di resistere chiudendosi nelle loro fortezze. Maometto allora prese ad incendiare i palmeti e le coltivazioni. L’azione era assolutamente proibita dalle tradizioni arabe, ma Maometto la giustificò con una rivelazione divina (Corano, LIX, 5)
I Banu Nadir ebbero salva la vita ma dovettero abbandonare le loro armi e tutti i loro beni mobili ed immobili. Venne consentito di portare via solo quanto era possibile trasportare su un cammello per ogni tre persone.
Il bottino, non essendo bene di guerra, fu attribuito integralmente a Maometto che lo diede al gruppo degli emigrati dalla Mecca.
L’assedio di Medina
Alla fine del 626 i meccani riunirono un esercito di 10.000 uomini e lo posero sotto il comando di Abu Sufyan.
Maometto, su consiglio di uno schiavo persiano Salman al-Farisi, fece costruire una trincea intorno a Medina.
Quando l’esercito meccano arrivò fu sorpreso dal dispositivo difensivo del tutto inusuale tra gli arabi. Non poté attaccare la città e fu costretto a porre l’assedio.
L’11 marzo del 627 Abu Sufyan decise di interrompere le operazioni militari.
La decisione fu presa a causa del freddo intenso, ma anche a causa di divergenze interne allo schieramento alleato dei meccani. Pare che Maometto abbia intrapreso una intensa attività diplomatica per dividere i suoi avversari.
Durante l’assedio perirono sei musulmani e tre meccani.
Il massacro degli ebrei Qurayza
Gli ebrei vennero sospettati di aver cospirato con il nemico. Durante l’assedio alcuni di essi erano già stati uccisi.
Quando i meccani si ritirarono Maometto attaccò il quartiere dei Qurayza, che resistettero un mese. Alla fine si arresero senza condizioni. Gli uomini vennero tutti sterminati. Le donne e i bambini ridotti in schiavitù.
Durante l’assedio un solo musulmano era stato ucciso da una donna con una pietra.
I beni degli ebrei vennero attribuiti a Maometto che li diede agli emigrati dalla Mecca.
Maometto, a 57 anni, prese come sua concubina l’ebrea Ruhaina, che poi si convertì all’Islam.
Con lo sterminio dei Qurayza l’unità politica e religiosa di Medina giunse a compimento.
I Banu Mustaliq
Nel dicembre del 627 Maometto organizzò un attacco contro i Banu Mustaliq, una tribù nomade nell’area delle vie carovaniere dirette dalla Mecca verso la Siria.
I Banu Mustaliq vennero sconfitti. Maometto sposò Guwairya, figlia del capo dei Mustaliq.
Pellegrinaggio alla Mecca
All’inizio del 628 Maometto avviò dei negoziati segreti con i meccani, con l’intermediazione di al-Abbas, zio di Maometto.
Nel febbraio del 628 Maometto si mise in cammino verso la Mecca insieme agli emigrati e ai fedeli medinesi.
Pare che in un primo tempo Maometto avesse avuto intenzione di attaccare la Mecca, ma la defezione dei beduini lo avrebbe indotto a trasformare il significato della marcia in un pellegrinaggio.
L’arrivo dei pellegrini provocò grave preoccupazione tra i meccani. Un contingente militare guidato da Halid ibn al-Walid venne inviato a controllare la situazione. I medinesi furono bloccati fuori della zona sacra dove potevano essere effettuati i sacrifici. Vennero avviate trattative.
Otman, il genero di Maometto, entrò come ambasciatore in città. Intanto Maometto riuniva i suoi 1.400 pellegrini armati e li faceva giurare di seguirlo fino alla morte.
Alla fine venne firmato un trattato di pace della durata di 10 anni. I musulmani sarebbero potuti entrare alla Mecca come pellegrini, senza armi, per tre giorni, a partire dall’anno seguente.
Per quell’anno i musulmani furono autorizzati da Maometto a celebrare i riti sacrificali della umra fuori della zona sacra, sul campo di al-Hudaybiya, rivolgendo le loro preghiere in direzione della Mecca.
L’assoggettamento degli ebrei di Haybar
Nel maggio del 628 Maometto si diresse con il suo esercito contro l’oasi di Haybar, a circa 150 chilometri a nord-est di Medina. Nell’oasi abitava una ricca tribù ebraica. I giudei si ritirarono nelle loro fortezze e resistettero a lungo, ma alla fine dovettero cedere.
Gli ebrei ebbero salva la vita, persero i loro beni mobili, furono autorizzati a continuare a lavorare la terra con l’obbligo di versare ai musulmani la metà del raccolto. Non furono costretti a convertirsi. Un presidio musulmano fu lasciato sul posto per controllare la situazione.
Maometto sposò l’ebrea Safiya, 17 anni, figlia di uno dei Qurayza massacrati a Medina, vedova di Kinana che aveva diretto la resistenza di una delle fortezze di Haybar. Kinana era stato torturato ed ucciso.
Dopo qualche giorno venne sottomessa la comunità ebraica di Fadak, quella di Wadi al-Qurra, e quella di Tayma’, città ad oltre 300 chilometri a nord di Medina.
Si stima che da queste oasi Maometto traesse una rendita annuale di almeno 32.000 quintali di datteri e cereali, che, sulla base di un consumo trimestrale di 2 quintali a testa, avrebbe consentito di mantenere almeno 4.000 uomini. I musulmani avevano trovato i mezzi economici per sostenere la propria potenza militare.
Pellegrinaggio alla Mecca
Nel febbraio del 629 Maometto fece il pellegrinaggio alla Mecca con 2.000 uomini. Dovettero lasciare alle porte della città armi e cavalli. I meccani lasciarono la città e assistettero alle cerimonie da una collina.
Maometto, 59 anni, si sposò con Maimuna bint al-Harit, sorella della moglie di al-Abbas e parente di Halid ibn al-Walid, e con Umm Habiba, figlia del potente Abu Sufyan.
La Mecca si arrende
Il patto di al-Hudaybiya non resse a lungo. Con il pretesto della uccisione di un musulmano, tra l’altro in un incidente a carattere privato tra due tribù, il Profeta decise di riprendere la guerra contro la Mecca.
Il 10 di Ramadan dell’anno IX dell’Egira (dicembre 629) Maometto uscì da Medina con 10.000 uomini. Per strada si aggiunsero 3.000 beduini di tribù alleate.
La Mecca aveva subito un tracollo economico con l’interruzione delle vie carovaniere, ora controllate da Medina. I meccani non opposero resistenza.
al-Abbas, appena convertito, uscì incontro a Maometto.
Abu Sufyan, compreso che non c’era possibilità di difesa, negoziò con Maometto, si sottomise e chiese una amnistia per tutti i meccani che avessero abbandonato le armi.
L’11 gennaio del 630 Maometto entrò alla Mecca alla testa del suo esercito di musulmani. Era una conquista politica e religiosa.
Rivendicò il diritto del conquistatore a ridurre in schiavitù tutta la popolazione meccana. Poi la proclamò libera. Seguì un solenne giuramento con cui tutti i meccani si impegnarono ad obbedire ad Allah ed al suo Inviato.
Maometto tuttavia non si fidò dei meccani e decise di tornare a Medina.
Furono uccise solo una decina di persone indicate per nome dal Profeta.
La conquista di at-Ta’if
Maometto uscì dalla Mecca con un esercito di medinesi, beduini e meccani convertiti. Proclamò la guerra santa contro gli infedeli e si diresse contro la città di at-Ta’if.
Gli Hawazin, il clan più forte dei Taqif, gli abitanti di at-Ta’if, organizzarono la difesa.
Lo scontro avvenne a Hunayn. Vinsero i musulmani. Gli Hawazin furono sterminati, compresi i bambini. Maometto dovette intervenire per interrompere la strage degli innocenti. I superstiti si convertirono all’Islam.
Gli abitanti di at-Ta’if si rifugiarono in città. Maometto lasciò a dirigere l’assedio Abu-Sufyan. Infine gli abitanti della città mandarono una ambasceria a Medina e conclusero la pace sottomettendosi ad Allah e a Maometto.
La spedizione contro Tabuk
Nell’autunno dell’anno IX dell’Egira (629-630) Maometto preparò la campagna contro Tabuk nel nord della penisola arabica, ai confini con l’impero bizantino. Un esercito di 10.000 uomini si mise in marcia.
Gli abitanti di Tabuk, greci ed arabi, abbandonarono la città prima dell’arrivo di Maometto. Dopo 10 giorni i musulmani ripresero la via di Medina.
L’Arabia si sottomette
Il successo dell’impresa accrebbe il prestigio del Profeta. Ambasciatori arrivarono da ogni parte dell’Arabia per concludere trattati di amicizia. Anche due vescovi cristiani, Ukadir di Dumat al-Gandal e Yohanna ibn Ruba di Aila, conclusero un accordo: avrebbero pagato un tributo in cambio del diritto di continuare a professare la loro religione e della possibilità di mandare carovane verso lo Yemen.
Le tribù che si sottomettevano evitavano la jihad, la guerra santa. Si dovevano convertire all’Islam e dovevano pagare un tributo. Maometto inviava un ‘amil, che assumeva le funzioni di capo della preghiera (iman), di addetto alla conversione e di esattore dei tributi.
La ricchezza affluiva a Medina e veniva reinvestita nella politica di conquista. Maometto continuò a vivere in povertà, tra le lamentele delle sue numerose mogli.
Sottomissione delle tribù arabe
In pochi anni le tribù arabe settentrionali si sottomisero:
– nel 628 i Quda’a, dopo una azione militare;
– nel 630 i Tamin del Nagd; i Banu ibn Wail, ai confini dell’Iraq;
– nel 631 la tribù dei Qais-‘Ilan, che controllava la via carovaniera verso le oasi del nord; la tribù dei Tavy; la tribù dei Kinda; gli Udra e i Banu Hanifa, in parte già convertiti nel 628;
– nel 632 i Muharib;infine i Gudam, acerrimi nemici di Maometto.
Anche le tribù dello Higiaz centrale e quelle sudarabiche decisero di sottomettersi:
– nel 628 gli Huza’a, a cui appartenevano i Banu Mustaliq; i Kinana, dopo la spedizione su Tabuk;
– nel 630 i Sulaim, che si unirono ai medinesi nella marcia sulla Mecca;
– nel 631 i Banu Harith, di pelle nera; i Banu ‘Amr ibdn Ca’sa’; i Murad;
– le tribù cristiane del Negran ottennero di poter continuare nella loro fede, ma dovettero pagare un tributo.
Una tribù dell’Oman aderì all’Islam nel 630.
Rimasero fuori della influenza musulmana le tribù dello Yemen e dell’Hadramaut.
Per Cerasi. In concreto, ci sono i Testimoni di Geova, che parlano della Bibbia come se fosse scontato e noto a tutti che sia un libro (in realtà, una serie) ispirato.
Erano 100??? Praticamente uno in più della manifestazione del centrodestra a Bologna…
Amel Nona, arcivescovo di Mosul fuggito ad Erbil: «Ho perso la mia diocesi. Il luogo fisico del mio apostolato è stato occupato dai radicali islamici che ci vogliono convertiti o morti. Ma la mia comunità è ancora viva». E’ ben contento di incontrare la stampa occidentale. «Per favore, cercate di capirci – esclama -. I vostri principi liberali e democratici qui non valgono nulla. Occorre che ripensiate alla nostra realtà in Medio Oriente perché state accogliendo nei vostri Paesi un numero sempre crescente di musulmani. Anche voi siete a rischio. Dovete prendere decisioni forti e coraggiose, a costo di contraddire i vostri principi. Voi pensate che gli uomini sono tutti uguali – continua l’arcivescovo Amel Nona – Ma non è vero. L’Islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra» (Corriere della Sera, 10 agosto 2014).