di Marco Ricci
Banca Marche ha presentato nei giorni scorsi un esposto-denuncia alla Procura di Ancona dove sono stati segnalati alcuni articoli di stampa in relazione alla situazione dell’istituto marchigiano e al piano di salvataggio in corso. A dichiararlo, lo stesso direttore generale, Luciano Goffi, durante una teleconferenza con i capi area. Gli articoli – dal tono allarmante, dal titolo facile e spesso davvero molto imprecisi anche per l’uso di informazioni datate – prospettavano ai lettori scenari non solo devastanti, quale il fallimento della banca, ma anche inesistenti pericoli per i correntisti, addirittura per chi ha depositato somme inferiori ai 100mila euro. L’istituto di credito si è così rivolto alla magistratura di Ancona perché indaghi sul contenuto e sull’origine delle informazioni in questione, la cui diffusione sui social network ha provocato a sua volta episodi che sono stati definiti come atti di vero e proprio “sciacallaggio”. Alcuni di coloro che hanno amplificato – anche attraverso le loro pagine Facebook – questi articoli scritti da chi mai si è occupato della complessa vicenda di Banca Marche, risultano oltretutto essere, come è facile verificare, promotori finanziari di banche concorrenti, anche locali, o private banker. Il dubbio, che l’alimentare presso la clientela di Banca Marche allarmi ingiustificati sia il modo per guadagnare clienti in modo facile a scapito della correttezza.
L’istituto di credito, secondo le parole di Goffi, vuole a questo punto mettere un punto fermo, data anche la delicatezza del momento, e non è detto che non seguano altri esposti alla magistratura. Di episodi di “sciacallaggio” nei confronti delle banche commissariate, proprio ieri, avevano parlato anche i segretari nazionali delle organizzazione sindacali del mondo bancario nella loro lettera inviata al Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan per avere al più presto un incontro non solo sul salvataggio di Banca Marche ma anche di Carichieti, Carife e Popolare dell’Etruria. Questo dopo che il Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (il Fitd) ha stanziato oltre 2 miliardi di euro per ripatrimonializzare i quattro istituti. Solo per Banca Marche, lo ricordiamo, il Fitd ha deliberato un intervento da 1.2 miliardi di euro per chiudere il dossier entro fine anno. La banca si starebbe anche attrezzando in vista di una prossima assemblea dei soci che dovrà ratificare la ripatrimonializzazione dell’istituto. I tempi che si immaginano, i primi quindici giorni di dicembre.
Goffi, sempre nell’incontro di ieri, avrebbe riferito ai capi zona i prossimi passaggi e gli scenari che attendono la banca, tra cui l’approvazione definitiva da parte del Governo delle nuove norme sulla gestione delle crisi bancarie, approvazione attesa per questa settimana dopo gli ultimi pareri delle Commissioni Bilancio e Affari europei che dovrebbero arrivare tra oggi e domani. Il testo di legge è prerequisito perché possa passare alla fase attuativa l’intervento del Fitd i cui organi si riuniranno domani. All’ordine del giorno Carichieti e Popolare dell’Etruria, ma anche il punto su Banca Marche e Carife. Oltre che per Banca Marche, lo ricordiamo, il Fondo dovrebbe iniettare 300 milioni in Carife e Popolare dell’Etruria e 200 milioni in Carichieti.
I NODI DI BRUXELLES – In settimana, mentre si susseguono i contatti tra l’Italia e Bruxelles, si dovrebbe in un modo o nell’altro sciogliere anche il nodo del parere della Commissione europea. Sul tavolo, se considerare come aiuti di stato gli interventi del Fondo Interbancario, parere definitivo privo di fondamento da parte italiana, anche perché le risorse del Fitd sono risorse private. A questo proposito è intervenuto oggi lo stesso Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlando a margine del convegno Ecofin. “Prendiamo atto delle obiezioni europee all’utilizzo del Fondo nei salvataggi – ha dichiarato Padoan – mi aspetto di continuare a discutere civilmente con la Dg competition. La discussione riguarda piccoli cavilli”. Il Ministro, dopo il presidente del Fondo Interbancario, Salvatore Maccarrone, ha espresso la propria perplessità sulle obiezioni della commissione europea, “basata su motivazioni giuridiche che mi sfuggono”. Non si è esclude che la partita con Bruxelles possa vedere come compromessso il coinvolgimento negli interventi delle obbligazioni subordinate. In caso di via libera, il Fondo potrebbe subito mettere in campo le proprie forze, al contrario – come avevamo anticipato qualche giorno fa – è molto probabile che prenda corpo il piano B, con gli istituti di credito italiani chiamati ad intervenire direttamente nelle quattro banche in crisi. In questo caso ci sarebbero diverse possibilità, o bypassando il Fondo Interbancario e le eventuali obiezioni europee attraverso un veicolo privato o creando all’interno del Fondo un comparto apposito dove far defluire contributi volontari delle banche italiane. Quest’ultimo scenario, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, sarebbe stato avvalorato da fonti molto vicine al dossier. Se queste due ipotesi non fanno esattamente saltare di gioia le altre banche per via di un doppio esborso a cui sarebbero soggette (gli interventi negli istituti in crisi oltre al versamento dei loro contributi obbligatori al Fitd che ammontano per l’Italia a 400 milioni annui), al momento non ci sarebbero altre strade per evitare un effetto a catena su tutti gli altri istituti in difficoltà.
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Bhè…che dire….. per capire come si è originato il “buco”, basta guardare la vicenda dei Prestiti della Banca delle Marche, ma soprattutto della sua Finanziaria Medioleasing alla CivitaPark a Civitanova Marche.
CivitaPark ha ricevuto 73,8 milioni di euro da Medioleasing e Banca Marche, a fronte di 42 milioni di opere da eseguire. In base a che?
Siamo sicuri che la colpa sia di chi scrive gli articoli? Oppure è di qualche dipendente di Medioleasing e Banca Marche che invece di fare gli interessi della Banca e dei correntisti, fa gli interessi di imprenditori senza scrupoli? E se lo fa, perchè?
Io una idea ce l’ho. Ognuno si faccia la propria.
Iniezioni, crisi anemiche, Piano di tipo B, Bypass.. e chi la guarisce?
Finalmente qualcuno si e’ accorto in banca marche della fuga di molti correntisti…loro dicono per colpa di qualche articolo….magari se non fossimo arrivati a 50 giorni per la fine dell’anno( Natale e feste comandate comprese) senza una soluzione concreta…perche’ bmarche non denuncia anche gli interventi di Gris Pietro o di Maccarone o del politico di turno in cerca di visibilita’?Ora attendiamo fiduciosi la convocazione dell’assemblea,loro che denunciano gli scacalli sicuramente non si comporteranno in maniera simile con gli azionisti e i possessori( tristemente famosi) di obbligazioni subordinate.O no?..
Comunque restiamo in trepidante attesa sugli esiti di queste terribili minacce ai giornalisti birboni ma sopratutto se i sequestri ai presunti colpevoli sono andati a buon fine oppure nonostante l’esiguita’ degli importi( 15 milioni di euro contro circa 1 miliardo di euro di danni) non c’e’ dopo ben due anni( o 24 lunghi mesi) piu’ niente ne’ da sequestrare ne’ da prendere.Chi vivra’ vedra’,ma chi vive sperando muore…..
La mala-informazione è sicuramente il primo problema di Banca Marche. La mala e basta può passare in secondo piano.
Un buco di un miliardo e passa e questo signore non ha meglio da fare che denunciare ” la mala informazione “. C’era già o la frase è stata coniata all’uopo. Per me La Procura, dopo aver riunito i vari esposti, nomina una commissione medica formata da un neurologo, un sociologo, un pschiatra, un sacerdote e un portantino e dopo averlo sottoposto a visita medica, lo trasferiranno in qualche clinica a meditare su come diventare Presidente di una Banca dove sono sparite pure le maniglie di ottone e rubinetti nei bagni.
Ma i vertici di BdM hanno anche chiesto, alla Magistratura, di fare qualche indagine su chi è come ha permesso questo buco miliardario??
C’era una volta un piccolo cavillo.
Segnalo sommessamente ai vertici di bmarche che oltre a qualche sciacallo e testata minore non informata o in malafede occorrera’ querelare anche il Giornale,testata nazionale,il quale,probabilmente d’accordo anche lui con qualche promotore della concorrenza,ipotizza come molto concreta l’ipotesi che la UE voglia far fallire le quattro banche sfasciate e ormai tristemente famose.Ll’articolo e’ di oggi,evidentemente il Giornale non era informato delle minacce di bmarche e la linea intrapresa, dura,chiara e coerente di querelare chiunque getti discredito,linea tipica di chi non ha niente da nascondere,la coscienza pulita e che non sopporta bugie infondate e strumentali.W banca marche
Querele a parte,ci piacerebbe avere un ritorno sulla gita con annesso pic nic dei sindacati a Roma.Com’era la temperatura,mite?Ed i toni dell’incontro,amichevoli e positivi?E per il rilancio della banca che proposte hanno?Unicredit ipotizza di licenziare 7900 dipendenti e chiudere 800 filiali nei prossimi tre anni,i presunti salvatori di bmarche che cosa pensano di fare?Non ritengono,i sindacati,che forse questo e’ un argomento concreto e reale da affrontare,piuttosto che fare strategie generiche e piene di tanti luoghi comuni( la difesa dell’occupazione,l’autonomia,la territorialita’ ecc.ecc.), comuni quanto inutili?Aspettiamo i licenziamenti e le chiusure delle filiali per sentire qualche politico o sindacalista preoccupato della situazione?
Anche il Fatto Quotidiano di oggi va querelato con urgenza.Ma tutti questi giornalisti disfattisti e complici dei promotori finanziari della concorrenza non hanno letto le minacce dei vertici di banca marche e continuano a spargere notizie negative,false e tendenziose?Ma perche’ banca marche non porta fisicamente e materialmente se stessa( compresa fontadamo,filiali,capi,vice e tutto il circo Orfei che c’e’ dentro di nani e ballerini in procura?Cosi’ risolviamo in un attimo due problemi