di Maria Cristina Pasquali
Nell’immaginario di chi non è mai stato in Australia navigano stereotipi creati dai media che possono attrarre ed incuriosire un certo tipo di viaggiatori in genere molto amanti della natura e dello sport. L’Australia naturalmente non e’ solo questo, ma molto di piu’.
Tuttavia chi ha avuto la fortuna di vedere il film Australia non può non essersi appassionato alla bellezza esplosiva di questa terra dove la natura sembra sovrastare l’essere umano e tingersi del mistero che avvolge la vita degli aborigeni, i veri indigeni di questo continente.
Una pellicola anche storica, un dramma romantico ed epico diretto da Baz Luhrmann e interpretato da Nicole Kidman e Hugh Jackman. Un film coinvolgente (uscito nel 2008) che racconta gli eventi tra il 1939 e il 1942 al momento del bombardamento di Darwin durante la seconda guerra mondiale. In sostanza un film realizzato apposta- sembra- per farci appassionare alle vicende ed alla conoscenza di questo continente. La produzione di questo film ha avuto luogo a Sidney.
Ed a Sidney, città australiana per eccellenza, raggiungiamo la maceratese di oggi: Chiara Marucci , 27 anni, nata a San Severino e vissuta a Serrapetrona, un paese ridente e tranquillo dell’alto maceratese, famoso soprattutto per la produzione della vernaccia.
Come mai si è trasferita in un continente tanto lontano?
Mi sono trasferita a Sydney da un anno e due mesi per fare un’esperienza lavorativa alla Camera di Commercio Italiana in Australia.
Dopo aver conseguito la mia laurea magistrale in Economia e Management alla Facoltà di Economia di Ancona, mi sono messa alla ricerca di un lavoro. Mi sono iscritta a diverse agenzie di ricerche di lavoro ed ho compilato non so quante “applications online”, ma avevo sempre poca esperienza o ero troppo qualificata. Leggendo le offerte di lavoro ho avuto la sensazione che la laurea che avevo conseguito con sacrificio, invece di essere un punto a mio favore, fosse un ostacolo. Nel frattempo collaboravo con la Fondazione Giorgio Fuà e per essere il più indipendente possibile lavoravo sia come cameriera che come addetta all’accoglienza turistica per una mostra. Non stavo mai ferma, ma sapevo che nonostante l’impegno che mettevo, nessuno di quei lavori mi avrebbe assicurato un futuro. Così un pomeriggio di fine novembre ho mandato la mia application per partecipare al progetto Campus World, un progetto della mia università che permette di fare un’esperienza lavorativa all’estero.
Tra i tantissimi tipi di lavori che avrei potuto scegliere ho scelto di fare domanda per il lavoro di “trade assistant” alla Camera di Commercio di Sydney. Ero convinta che non sarei stata presa tant’è che non avevo informato nessuno, nemmeno la mia famiglia. Ed invece a metà gennaio dello scorso anno sono stata contatta dall’ufficio di Sydney per fare un colloquio ed alcuni giorni dopo mi hanno dato il loro benvenuto nel loro team. Ho fatto il passaporto, il visto e ho comprato il biglietto aereo e il 27 febbraio ho lasciato l’Italia con un volo di solo andata per la terra dei canguri. Ricordo benissimo il momento dei saluti ai miei cari all’aeroporto, il viaggio di 25 ore e la sensazione che ho avuto quando mi sono trovata per la prima volta di fronte all’Opera House illuminata di notte. Da lì è iniziata la mia avventura in Australia.
Di che cosa si occupa esattamente ora?
Ho da poco iniziato a frequentare una scuola di marketing e management, ma sono arrivata qui a Sydney per lavorare alla Camera di Commercio italiana come trade assistant. Poche settimane dopo essere arrivata mi è stato proposto di occuparmi anche della parte eventi e così ho avuto la possibilità di lavorare in entrambi i dipartimenti. Ho lavorato in Camera di Commercio per 9 mesi e nello specifico mi sono occupata di assistere all’organizzazione di eventi come business luncheon, networking events e seminari, che hanno visto la partecipazione di personaggi economici e politici di elevato prestigio come l’ambasciatore italiano in Australia Pier Francesco Zazo, il ministro Victor Dominello e James Warburton, Ceo della V8 Supercars, una corsa automobilistica molto famosa qui in Australia.
Chiara con i familiari
Inoltre in Camera di Commercio mi sono occupata della redazione della newsletter settimanale, ho partecipato all’organizzazione di trade fairs, ho svolto ricerche di mercato per aziende australiane ed italiane e ho fornito attività di consulenza strategica ad aziende che intendevano instaurare un business in Italia o in Australia. Nel frattempo per integrare la mia indipendenza economica, lavoro in un ristorante italiano vicino all’Opera House.
E’ felice di vivere a Sidney?
Adoro vivere a Sydney. È una città multiculturale, pulita, organizzata e rientra ogni anno nella top ten delle città più vivibili al mondo. Qui ho conosciuto moltissime persone e trovato tantissimi amici e, anche se l’Australia è diversa dall’Italia, mi piace molto vivere qui per lavoro. In Italia non ho visto e non vedo reali opportunità per noi giovani e probabilmente se non fosse stata l’Australia, sarebbe stato qualche altro Paese nel mondo. Gli australiani veri e propri sono gli aborigeni, ma in realtà oggi il popolo australiano è’ un miscuglio di diverse nazionalità, tra cui quella italiana. Sydney è una città multiculturale, con una forte presenza asiatica e alcune volte incontrate un australiano è difficile quasi quanto vedere un koala. Comunque gli australiani in generale sono gentili e sempre sorridenti, sono salutisti e prestano molta attenzione alla loro forma fisica. Ad esempio molti uffici sono dotati di docce pubbliche perchè molte persone usano la pausa pranzo per andare a correre o per andare ad allenarsi al parco. Sydney vanta tantissime tipologie di ristorazione, da quella giapponese a quella indiana, dalla greca alla thailandese. Si trova un po’ di tutto. Il cibo italiano è molto apprezzato e Sydney è piena di ristoranti italiani, anche se alcune volte di italiano c’è ben poco.
C’è qualcosa che non le piace del posto in cui si trova?
Sydney è una città carissima, soprattutto per gli affitti delle case e trovare una camera ad un giusto prezzo non è cosa facile. Ho visto case in pieno centro abitate da 10 persone e appartamenti che avevano delle camere allestite in salotto. Se si vuole vivere in città e condividere una camera con altre persone il costo si aggira sui 150/250$ a settimana (110/180 euro), mentre se si vuole avere una camera singola si paga mediamente 300/400 $ a settimana (circa 220/290 euro). Visti gli alti costi e le difficoltà di trovare una casa abitabile ad un prezzo onesto ho deciso di spostarmi fuori dal centro. Condivido un appartamento insieme con una ragazza asiatica in un quartiere chiamato Marrickville, situato ad una decina di chilomentri dal centro. È un quartiere residenziale, molto carino e dotato di tutti i comfort necessari.
Almeno si sente adeguatamente remunerata?
Assolutamente si. La paga minima oraria in Australia si aggira sui 17,50 $ (circa 12,50 euro) e lavorando riesco a mantenermi in maniera completamente autonoma in una delle città più care al mondo.
Quali tipi di lavoro si trovano con più facilità nel posto in cui vive?
Il mercato del lavoro australiano ha ben poco a che vedere con quello italiano. Qui la disoccupazione si aggira sul 6% e i giovani australiani trovano un impiego ancor prima di finire gli studi all’Università. Per gli stranieri invece è più difficile. Ci vuole per prima cosa un’ottima conoscenza della lingua, poi bisogna avere un visto adeguato ed un buon curriculum. Molti ragazzi italiani trovano lavoro nella ristorazione come barman, camerieri e pizzaioli, ma in molti riescono a trovare lavoro anche come architetti, ingegneri o nel settore delle nuove tecnologie.
Esiste solidarietà fra gli italiani?
In Australia la comunità italiana è molto importante e sono moltissimi gli australiani con background italiano. Prima di partire conoscevo Gabriella Omizzolo e la sua famiglia, perchè Gabriella, prima di trasferirsi a Melbourne, era andata a scuola con mio padre e le nostre famiglie sono sempre rimaste in contatto. Quando hanno saputo che sarei venuta in Australia mi hanno accolto come una di famiglia e mi hanno aiutato moltissimo e non finirò mai di ringraziarli per questo.
Comunque arrivando in Australia non avrei mai immaginato di trovare tanti ragazzi italiani ed invece le statistiche dicono che l’arrivo di italiani in Australia supera da due anni il livello migratorio di massa degli anni ‘50. Da una parte sapere che tanti ragazzi come me decidono di migrare così lontano da casa mette un po’ di tristezza, perchè è il segnale che l’Italia ha troppo poco da offrire ai propri giovani, ma allo stesso tempo è bello vedere ragazzi che prendono coraggio e decidono di partire per andare dall’altro capo del mondo, a cercare quell’opportunità di crearsi un futuro, cosa che il proprio paese non riesce a dare.
Quale è stata l’esperienza più bella o le esperienze che ha fatto da quando è fuori ?
Ho fatto tante bellissime esperienze da quando sono qui. Sicuramente dal punto di vista professionale quella che mi ha dato più soddisfazione è stato partecipare all’organizzazione dell’evento con il premier italiano Matteo Renzi. Poi è stato bellissimo viaggiare in giro per l’Australia con mio padre Adriano e mio fratello Marco, nuotare nella Barriera Corallina, volare sopra ai maestosi 12 apostoli, vedere i delfini nuotare tra i surfisti nella baia di Bondi Beach e guidare un quad tra le dune di sabbia.
Ovvio dell’Italia mi manca la mia famiglia, il pranzo della domenica a casa di mia nonna, le passeggiate lungo il lago di Caccamo con le amiche di sempre ed il cibo. Non vedo l’ora di tornare per mangiarmi un bel panino con il ciauscolo e bere un bicchiere di Vernaccia. Tornerò comunque questa estate per il matrimonio di una mia amica.
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Quando torni di qua dopo avrai nostalgia di un paese democratico.
Chiara Marucci,ti aspettiamooo!
Non ti conviene tornare .il ciauscolo fattelo mandare per posta auguri
Torneremo in Italia a Luglio x vacanza, proveremo a imbucarne qualcuno
Te lo mando se vuoi