Il delirio elettorale è una patologia non grave che colpisce i candidati alle elezioni, che siano le europee o il nuovo presidente del comitato parrocchiale non importa. Nessuno è immune. Colpisce a circa trenta giorni dal voto ma in alcuni casi si può presentare anche prima della consegna delle liste. I candidati che ne vengono colpiti, quasi tutti, manifestano visione distorta della realtà per cui sono convinti che dal vicino di casa alla televisione, dal cane al pesce rosso, dal parroco al macellaio stiano tutti tramando contro di lui per soffiargli voti. Il candidato soggetto a delirio è convinto di essere centro esclusivo di una congiura generale di cui è vittima, perciò perde la fiducia nei confronti di tutti coloro che lo circondano, soggetti politici, amici e in qualche caso persino familiari, esclusa una piccola cerchia di fedelissimi che compongono la squadra elettorale. In preda al delirio, passa ore al telefono a chiarire comportamenti e azioni, contando incessantemente quanti voti potrà raccogliere. Oggetto delle sue proteste sono in particolare i giornalisti, fino al giorno prima riconosciuti come preziosi alleati nella diffusione di informazioni e con l’inizio della campagna, considerati migliori alleati del nemico. Tra i sintomi più diffusi, specie nei piccoli Comuni, c’è la negazione del colore politico. Se fino a pochi giorni prima il candidato sventolava come una bandiera la sua appartenenza al centrodestra o al centrosinistra, improvvisamente, facendo parte di una lista civica, nega categoricamente qualunque coinvolgimento partitico e si scaglia contro chi gli ricorda i suoi trascorsi, con una sorta di profonda amnesia.
Normalmente non servono a nulla risposte sensate o rimedi naturali. La malattia svanisce da sé dopo le votazioni. Si prolunga e diventa anche più acuta nel caso di ballottaggio.
Il sintomo più evidente è che il candidato non riconosce di essere affetto dalla patologia. Se gli chiederete se è affetto da delirio, risponderà: “Gli altri candidati sono tutti malati, ma io no, resisto bene”.
A grave rischio pandemia è la provincia di Macerata dove il 25 maggio saranno ben 43 i Comuni che andranno il voto, centinaia le liste. La repentina diffusione di più di un migliaio di candidati rende la zona particolarmente soggetta alla malattia che non risparmierà i soggetti coinvolti. Non è possibile profilassi né terapia farmaceutica. Si invitano quindi i cittadini alla massima cautela.
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Analisi perfetta e aggiugerei che tale pandemia come nel lavoro, mobilita l’uomo e lo rende simile alla bestia…con il dovuto rispetto a gli animali!
Medidate elettori stolti!
Esemplare esempio di come i giornalisti godano delle disgrazie altrui. E poi non e’ vero che la sindrome passa con lo scrutinio; nella maggior parte dei casi, infatti, si acuisce dopo perché mancano quei voti scritti in stampatello sulla listarella dei sicuri, ovvero di quelle carogne che non solo ti avevano assicurato il voto, ma si erano pure impegnati per conto dei loro familiari e che hanno la faccia di bronzo di dirti pure che e’ stata sicuramente colpa del presidente di seggio. …ciao Alessandra, il meglio deve ancora arrivare nel 2015!
Capisco, da quanto sto notando questi giorni, che nei vari battibecchi sui media, Cronachemaceratesi sta accusando un po’ il colpo (molte notizie non vengono date, molti comunicati stampa vengon preferiti mandarli alla carta stampata piuttosto che su questo portale), ma questa pandemia si chiama democrazia.
La democrazia nei suoi vari aspetti, come appunto la campagna elettorale, non è obbligatorio seguirla o interessarsene, ma poi non ci lamentiamo se… dopo son dolori!
Unica soluzione per cambiare la politica di questo paese è il sistema elettorale che vige in Gran Bretagna e Stati Uniti: Maggioritario uninominale a turno unico. Il resto sono solo stratagemmi più o meno grossolani per salvare le poltrone di corrotti, ignoranti e delinquenti.
E’ un sistema che garantisce governabilità e democrazia. Non fa vincere estremisti, demagoghi e populisti e che mette al centro della scelta dell’elettore la persona e non il partito, le idee e non le ideologie. Un sistema che favorisce il BIPARTITISMO e non il caos ridicolo della nostra politica.
La politica italiana si può cambiare! Si faccia il MAGGIORITARIO UNINOMINALE A TURNO UNICO, come nei paesi anglosassoni.
Chi è d’accordo con me lo scriva nei social, lo dica ai propri amici, conoscenti, parenti e colleghi. Facciamo sentire che vogliamo un sistema che è in grado di cambiare la politica italiana una volta per tutte. Fatelo per voi, per i vostri figli e per la gente a cui volete bene.
Certo non deve essere facile tenere a bada tanti candidati. Ognuno vorrà farsi vedere e avere spazio. Comunque Cronache Maceratesi complimenti, leggo ogni giorno una valanga di articoli einformazioni su sti 43 comuni al voto…….. vedrete che alla fine saranno tutti soddisfatti, i vincitori di più però 🙂
E’ vero che di solito la patologia non è grave ma stavolta, anche in considerazione della sua possibile esplosione pandemica, sarei più cauto nello sciogliere la prognosi, mantenendola per il momento riservata.
E già, è la verità. Ma stavolta nei 43 comuni anche se non in tutti c’è una differenza, ovvero coloro che non fanno lista civica, non si vergognano di nominare l’appertenenza, marciano da soli senza allenaze, il nuovo contro il vecchio ormai logoro sistema clientelare.
Il Movimento 5 stelle, che nelle marche risulta con un percentuale più alta in Italia, intorno al 35%. Spero vivamente che dei 43 comuni ne prenda almeno il 60%.
Fosse il ritorno ad una autentica,disinteressata,civile,passione politica,dovremmo esserne tutti più che contenti e riconoscenti.Purtroppo personalmente credo non sia così.Infatti da troppo tempo si denuncia ,senza conseguenze di rilievo, l’eccessivo beneficio economico per chi riveste incarichi politici ,onde per tanti può diventare forte la spinta a tentare l’avventura politica,visti i difficili tempi che viviamo,con tutte le implicazioni adombrate nell’articolo.La crisi che va oltre gli aspetti economici sta lasciando tracce profonde sotto ogni profilo.Giovanni Bonfili.
Una possibile forma aggravata della patologia potrebbe anche a breve manifestarsi come PDT (Paraculite Delirante Tremens).
Il sistema elettorale britannico o statunitense ha così tanti critici a causa dei suoi difetti che, praticamente, non lo vuole più nessuno tra coloro che lo usano, tranne i sedicenti politici che, grazie a quel sistema, sono praticamente inamovibili.
Ma chi si nutre di propaganda, questo non lo sa.
Il sistema britannico piace talmente tanto ai britannici che circa un paio di anni fa hanno bocciato sonoramente il referendum per la modifica che prevedeva che in un collegio anche un candidato con minoranza relativa sopra una certa cifra poteva essere eletto. Lo vogliono secco così com’è!