di Gianluca Ginella
Delitto di Anna Maria Gandolfi, il marito, Amedeo Belli, patteggia 3 anni e sei mesi per omicidio preterintenzionale. Grande commozione per Belli in seguito alla sentenza, poi gli abbracci con i suoi legali. Rimarrà agli arresti domiciliari.
Questa mattina il Gup Domenico Potetti ha emesso la sentenza per il delitto Gandolfi. Chiudendo così una vicenda cominciata lo scorso 27 marzo dopo che Belli, in seguito ad una discussione con la moglie, diede una spinta alla donna che cadendo colpì lo spigolo di un tavolo di legno massiccio. Un urto che le fu fatale perché in seguito a questo le si formò del sangue in gola che la soffocò. Le indagini sulla vicenda, condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata e dai carabinieri della Compagnia di Civitanova e gli accertamenti tecnici nella villetta di Grotte di Porto Recanati dove avvenne il delitto, hanno confermato la ricostruzione dei fatti data da Belli. Che fin da subito aveva confessato il delitto della moglie. Una donna con cui era di fatto separato e che comunque continuava ad aiutare economicamente, anche per poter pagare l’affitto della villetta. E proprio una discussione sull’affitto aveva portato al litigio da cui nacque il delitto. Al termine dell’udienza di questa mattina Belli, geometra di Loreto, è uscito in lacrime.
Belli ha ringraziato i suoi legali, gli avvocati Paolo Giustozzi e Valeria Attili, abbracciandoli. Poi una brevissima dichiarazione: “Spero che sia finito un incubo” ha detto. Spiegando che in questi mesi non ha mai voluto parlare né leggere articoli che parlavano della vicenda che lo coinvolgeva.
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