di Gianluca Ginella
Anna Maria Gandolfi morì nel giro di pochi minuti. A dirlo è la perizia del medico legale Loredana Buscemi, che nei giorni scorsi ha concluso la relazione sull’autopsia sulla donna di Loreto di 57 anni, uccisa dal marito Amedeo Belli. L’uomo è accusato di omicidio preterintenzionale.
La perizia relativa all’omicidio di Grotte di Porto Recanati dice che Anna Maria Gandolfi è morta quasi subito dopo aver sbattuto la testa violentemente contro il tavolo della cucina, dopo esservi stata spinta dal marito (con cui però era di fatto separata) in seguito ad un litigio dovuto al pagamento dell’affitto della villetta di via Montarice a Porto Recanati dove avvenne il delitto. Gandolfi, secondo la perizia, è morta a causa di una insufficienza respiratoria acuta. Dovuta al sangue che le si è formato nelle vie respiratorie, in seguito al grave trauma riportato alla testa. La donna è rimasta letteralmente soffocata dal sangue che le si è formato nella bocca, in gola e nelle vie aeree superiori, dice il perito, che parla di “sommersione interna”.
La morte è avvenuta “in pochi minuti” dice Buscemi. Sul corpo le ferite erano una alla fronte, sulla parte sinistra, la più brutale, a cui erano associate la frattura dell’osso frontale e la frattura della base cranica. Un’altra frattura era alla regione nasale e infine Gandolfi aveva una tumefazione ad un occhio. Tutti traumi avvenuti a breve distanza di tempo, dice il perito. E compatibili con un unico urto: quello contro il bordo del tavolo. Che per il perito si può considerare un “idoneo mezzo contundente, qualora attinto con elevata energia cinetica, a produrre il complesso lesivo traumatico riscontrato all’estremità cranio-facciale della Gandolfi” dice Buscemi nella sua perizia. Certamente, per il medico legale, la donna aveva ricevuto una vigorosa spinta da Belli. La Buscemi indica inoltre che l’orario della morte si aggira tra le 8 e le 9 del mattino del 27 marzo scorso. Belli, per il delitto della moglie si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Loreto. L’uomo, difeso dagli avvocati Paolo Giustozzi e Valeria Attili, nel frattempo ha ripreso a lavorare.
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