di Gianluca Ginella
Delitto di Anna Maria Gandolfi, accordo sul patteggiamento a tre anni e sei mesi per Amedeo Belli, il geometra di Loreto accusato di omicidio preterintenzionale della donna.
Era il 27 marzo scorso quando Amedeo Belli, dopo essere andato a casa della moglie, Anna Maria Gandolfi, 57 anni, dalla quale era di fatto separato, aveva avuto una discussione con la donna. Una lite che era nata per via dell’affitto della casa dove Gandolfi viveva, una villetta in località Grotte a Porto Recanati. E proprio in quella villetta l’uomo, come lui stesso ha dichiarato agli inquirenti nel corso delle indagini, nel corso della lite aveva dato una spinta alla donna facendole in questo modo battere la testa contro il tavolo della cucina. La donna aveva urtato violentemente contro lo spigolo del tavolo ed era morta. Non per la ferita riportata alla testa, ma perché in seguito a questa le si era formato nella gola del sangue che l’aveva soffocata. Una vicenda che la procura ha ricostruito passo passo, giungendo alla conclusione che la versione data da Belli di come si svolsero i fatti era credibile.
Ora, per quel delitto, il pm Cristina Polenzani (che ha coordinato le indagini) e i difensori di Belli, gli avvocati Paolo Giustozzi e Valeria Attili, hanno raggiunto l’accordo per il patteggiamento per quel delitto a tre anni e sei mesi. Per la definizione del patteggiamento l’11 novembre si svolgerà l’udienza davanti al Gup del tribunale di Macerata.
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