
Gli scavi al pozzo dell’orrore
di Gianluca Ginella
Telefonata dall’aula del tribunale all’imputato in Bangladesh, svolta nel processo per l’omicidio di CameyI Mosammet.

Cameyi Mosammet
Questa mattina all’udienza preliminare, per risolvere l’ormai annoso problema delle notifiche all’imputato Kazi Monir, bengalese ed ex fidanzatino della 15enne, scomparsa nel 2010 e i cui resti sono stati trovati in un campo e in un pozzo vicino a Porto Recanati nel 2018. Dopo il rinvenimento del corpo la procura aveva riaperto le indagini, e iscritto nel registro degli indagati Monir che nel frattempo è ritornato in Bangladesh.
Una volta chiuse le indagini si era anche aperto un processo in Corte d’assise e la difesa (avvocato Marco Zallocco) ha sollevato la questione della mancata notifica all’imputato.

L’avvocato Vanni Vecchioli
A quel punto il procedimento è tornato indietro alla fase dell’udienza di preliminare. Dieci sono stati i rinvii per mancata notifica all’imputato in Bangladesh. L’ultima a maggio. Oggi la svolta. Nel corso dell’udienza il giudice Giovanni Manzoni ha disposto di chiamare al cellulare l’imputato in Bangladesh.
In udienza presente l’avvocato Vanni Vecchioli, per la parte civile, in sostituzione dell’avvocato Luca Sartini, che ha telefonato: «Ha fatto tre o quattro squilli – racconta il legale – e ha risposto una persona. Poi ho passato il telefono all’interprete e gli ha comunicato che c’è questo processo per omicidio, che il suo avvocato è Marco Zallocco e che oggi c’è un’udienza». Monir ha risposto che gli erano arrivati dei documenti dall’ambasciata.

Jisan Mosammet, fratello di Cameyi e la mamma Begum Fatema al tribunale di Macerata durante una delle udienze
L’imputato è stato anche avvisato che il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per lui. Avvisato del processo il procedimento si potrà sbloccare. Il giudice ha comunque rinviato all’11 novembre l’udienza. Presente anche l’avvocato Marco Vannini che assiste l’associazione Penelope Marche.


Cameyi ripresa alla stazione di Porto Recanati

L’avvocato Marco Zallocco

Da sinistra gli avvocati Luca Sartini e Marco Vannini
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