L’area del pozzo dell’orrore
«Ora basta». E’ questo il grido del gruppo politico di opposizione “Porto Recanati a cuore” (Pac), che si rivolge al sindaco Roberto Mozzicafreddo e alla gestione delle tematiche legate all’Hotel House, dopo la recente scoperta del pozzo dell’orrore, con il ritrovamento di resti di ossa umane. Alcune delle quali si pensa possano appartenere a Cameyi Mosammet, la 15enne scomparsa da Ancona nel 2010. «Da portorecanatesi fa male vedere la propria città umiliata e vilipesa di fronte a tutta la nazione – scrive il movimento -. Quello che abbiamo dovuto sopportare in questi giorni rimarrà una cicatrice indelebile sulla pelle di tutti i suoi concittadini, signor sindaco. A fronte di tutto ciò lei, sindaco, non ha fatto altro che indire conferenze stampa, minacciare querele, andare su tv private, a ribadire che “l’Hotel House non è Porto Recanati e Porto Recanati non è l’Hotel House” e che, dulcis in fundo, in questa situazione è lo Stato che deve intervenire. Concetto in parte condivisibile, ma delicato, perché non vorremmo che così facendo ci si lavi le mani e si passi la palla a chi sta sopra. Lo Stato, ed in questo siamo d’accordo con lei, deve sicuramente farsicarico del problema riguardante la sicurezza, perché ne ha i mezzi e l’autorità, ma tutto il resto?».
Il medico legale Roberto Scendoni sul pozzo dell’orrore
Il gruppo si rivolge di nuovo al sindaco e chiede infine se «esiste un progetto che consenta, una volta ripristinata la legalità e cacciati quei delinquenti che nascondendosi dietro la bandiera del razzismo si riempiono le tasche di denaro sporco, di ridare dignità a questo paese». «Perché ormai sono due anni che si parla di Hotel House – continua Pac -, ed in due anni, speravamo almeno che i suoi frequenti contatti con Regione, Questura, Prefettura, avessero prodotto quanto meno una traccia di quello che si vuole fare. La sua città, alle porte di una stagione estiva, i suoi operatori turistici, i suoi lavoratori sono in ginocchio, alle prese con quotidiane disdette di prenotazioni. Lei deve agire signor sindaco perché la sua esperienza di uomo con i capelli bianchi, le avrà certo insegnato che in questa nazione tutto procede con una lentezza esasperante, e che non basta la carta bollata per ottenere ciò che serve. Lei come capo di questa comunità, deve dimostrarci di essere capace di affrontare la situazione e se necessario andare nei palazzi romani, non per fare un’amorevole chiacchierata, ma per sbattere i pugni sul tavolo e pretendere ciò che ci aspetta di diritto: il ripristino della legalità». «Sappia – conclude il gruppo – che come forza di opposizione, lei potrà contare, come già a suo tempo promessole, sul nostro aiuto per risolvere il problema, ma non sulla nostra pazienza. Ci aspettiamo da lei, in tempi brevi, un segnale tangibile, che mostri un cambiamento di rotta e che ridia fiducia e sicurezza a tutta la città di Porto Recanati».
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Già, finalmente qualcuno che si chiede cosa vogliano e di cosa abbiano bisogno i Portorecanatesi! L’Hotel House è solo uno dei problemi con cui sono costretti a convivere… e tutto il resto?
Mi pare che pensiamo solo a immigrati, spacciatori, turisti, passeggiatori della domenica, prostitute… e i Portorecanatesi in tutto questo? Troppo spesso dimenticati………
Il Sindaco faccia il suo dovere in merito all’hotel haus, e non faccia finta di non sapere e di non vedere.