Commercianti con la valigia,
via per i lavori della ricostruzione:
«Due anni massacranti e ora si delocalizza»

TOLENTINO - I lavori per sistemare i danni del sisma avanzano nel cuore cittadino e alcune attività dovranno spostarsi: una gelateria, una libreria storica, un ristorante, negozi di abbigliamento e telefonia. Jennifer Tiberi (“Roba da pazzi"): «Sono alla ricerca di un locale, in centro quelli agibili e con delle vetrine sono pochi». Francesco Pagnanelli (“La bottega del libro”): «In via Della Pace l’unica luce accesa è la nostra. Le vendite sono crollate del 70%». L'assessore Flavia Giombetti: «Ho scritto al Commissario Castelli. Servono strumenti e risorse per dare nuovo impulso alla ripresa economica. Il rimborso per il trasloco non è contemplato per i negozianti»

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di Francesca Marsili

Nel centro storico di Tolentino la ricostruzione avanza, ma questo, per alcune attività commerciali, significa delocalizzare: costretti a spostarsi perché gli edifici in cui operano saranno interessati dai lavori. Una gelateria, una libreria storica, un ristorante, negozi di abbigliamento e telefonia: c’è chi è indeciso se continuare e chi è già al secondo spostamento, e l’assessore alla Ricostruzione Flavia Giombetti scrive al Commissario straordinario Guido Castelli per ottenere misure economiche a loro sostegno.  

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Jennifer Tiberi

Tra chi deve delocalizzare la propria attività c’è Jennifer Tiberi, titolare del negozio di intimo “Roba da pazzi”, che si trova in via Filelfo al piano terra di un palazzo oggetto di ristrutturazione. E’ al suo secondo trasloco a causa del sisma.

«Nel 2016, ero in periferia, in viale Giacomo Brodolini. Lo stabile in cui avevo il negozio era stato lesionato dalle scosse ed è stato il primo in città ad essere sistemato. Nel 2018, con l’avvio dei lavori, me ne sono dovuta andare e ho scelto di investire in centro storico. Prima di Natale l’impresa edile mi ha comunicato che a luglio partiranno i lavori, e che anche da qui devo spostarmi. Veniamo da due anni massacranti per il commercio – spiega – ora si aggiungono altre preoccupazioni. Sono alla ricerca di un locale, in centro quelli agibili e con delle vetrine sono pochi, ma non mi perdo d’animo – conclude -. Ho sempre creduto nel centro storico e qui voglio continuare ad investire, nonostante sia invaso da cantieri». 

A breve partirà la ricostruzione di palazzo comunale e di Palazzo Sangallo, in piazza della Libertà, della chiesa di San Francesco e di Palazzo Fidi, a cui si sommano gli interventi degli edifici privati: per almeno altri tre anni il centro città, dove a suo tempo non si scelse di istituire la zona rossa, la vita dei cittadini e delle attività dovrà convivere con la moltitudine di cantieri e l’assenza di parcheggi.

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La bottega del libro, in via della Pace

Per questo, Francesco Pagnanelli, contitolare de “La bottega del libro”, storica libreria in via della Pace che si trova in un immobile dal quale dovrà andarsene per far spazio alla ricostruzione, spiega: «Stiamo valutando se vale la pena sospendere temporaneamente l’attività in centro storico, almeno per il periodo della ricostruzione, e di restare aperti solo con quella nel centro commerciale Oasi. Dispiace perché andrebbero all’aria 30 anni di lavoro, ma qui in via Della Pace l’unica luce accesa è la nostra – ammette -. Non si lavora, le vendite sono crollate del 70% e sinceramente non ce la sentiamo più. La gente non gira e i giovani non ci sono.

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Francesco Pagnanelli

Anche le chiese inagibili hanno fatto la loro parte, erano un centro di aggregazione e generavano passeggio. La nostra attività in centro si disloca su tre negozi, e cercare un nuovo locale adatto è un problema in un contesto estremamente difficile e antieconomico».

Altre due attività, sempre in via Filelfo, dovranno trovare una nuova sistemazione: il negozio “Cellulopoli “ e quello di abbigliamento per bambini “Bo’ Bo’ magazine”. Si trovano l’uno a fianco all’altro, subito dopo il negozio “Roba da Pazzi”, tutti e tre nel medesimo palazzo. Valeria Pallorito, titolare assieme al marito di “Cellulopoli”: «Anche noi vogliamo rimanere in centro, vicini a dove ci troviamo ora. Verosimilmente dovremmo spostarci per luglio. Ci siamo già mossi per cercare un nuovo locale, ma senza il decreto in mano non possiamo firmare nulla, rischiamo di perdere il diritto al Cas» . 

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Palazzo conunale, a fianco via Ozeri

Alla destra di piazza della Libertà, in via Ozeri, ci sono altre due attività che rischiano di doversene andare: un ristorante pizzeria, e la gelateria “Linda’s nice cream”. Quest’ultima, a carattere stagionale aperta da aprile a settembre, sebbene non abbia l’obbligo di delocalizzare nonostante il palazzo andrà in ristrutturazione «preferiamo farlo – spiega la titolare Linda Sileoni – ci troveremo in mezzo ad un maxi cantiere, quello dell’immobile in cui ci troviamo e quello di palazzo comunale. Ma siamo in un limbo, senza tempistiche, e a breve dobbiamo riaprire».  Per queste due attività, che hanno macchinari e attrezzature pesanti e complicate da spostare, la delocalizzazione è indubbiamente un grattacapo non da poco, anche dal punto di vista economico. 

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L’immobile in via Ozeri

Nelle scorse settimane, l’assessore alla Ricostruzione Flavia Giombetti e quello alle Attività produttive e Commercio Fabiano Gobbi, hanno incontrato i titolari di attività interessati dallo spostamento per ascoltare le loro esigenze.

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L’assessora Flavia Giombetti

«Dopo aver toccato con mano le loro difficoltà, l’altra faccia della ricostruzione – spiega Giombetti – ho inviato una lettera al Commissario Castelli -. Si tratta di una richiesta concreta per ottenere strumenti e risorse utili per rafforzare il tessuto commerciale e dare nuovo impulso alla ripresa economica a seguito di questo necessario processo che rischia di mettere in ginocchio ulteriormente le loro attività. Il prossimo passo sarà incontrare la Regione per avviare un dialogo. È fondamentale che tutte le istituzioni facciano la loro parte per rispondere alle esigenze di chi ogni giorno contribuisce al nostro territorio con il proprio lavoro. Sono fiduciosa che, attraverso un lavoro sinergico, riusciremo a costruire soluzioni tangibili e condivise».

Giombetti, nell’istanza, evidenzia «che a differenza delle famiglie, per le quali è previsto il rimborso del costo sostenuto per il trasloco, questa misura non è contemplata per i commercianti. A ciò si aggiungono gli ulteriori costi imprevisti ai quali i commercianti rischiano di dover far fronte: trasferimenti, adeguamento di nuovi locali e interruzione temporanea dell’attività, che gravano pesantemente sui bilanci già compromessi. Tutto ciò, oggi, ha già portato alla chiusura di molte attività soprattutto artigianali ed alla perdita di molta della clientela prevalentemente nelle attività presenti in centro storico. I commercianti – conclude – rappresentano il cuore pulsante delle nostre comunità, non solo per il loro ruolo economico, ma anche per quello sociale. È fondamentale garantire loro il giusto sostegno, affinché possano continuare a essere un punto di riferimento per i cittadini e un elemento vitale per la ripresa dei nostri territori».

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