Il progetto del nuovo centro commerciale a Pieridipa con la sede stradale a quattro corsie
Ottocentomila euro in più oltre agli oneri di urbanizzazione con la realizzazione della strada a quattro corsie dalla rotatoria all’altezza del bar Torquati a quella prima della salita che porta a Macerata. E’ questa l indicazione arrivata dal Comune e accolta dall’imprenditore Alberto Simonetti per la realizzazione del nuovo centro commerciale a Piediripa. Il progetto da qualche settimana è al vaglio della Giunta Parcaroli. Sale dunque a 3.8 milioni l’impegno a carico della Fratelli Simonetti. Sarà creata un’arteria parallela per chi arriva da Morrovalle così da non intasare la zona centrale di Piediripa e da Valleverde arrivare a Macerata.
L’imprenditore Alberto Simonetti
La strada a quattro corsie arriverà fino a Corridonia con il raddoppio del ponte sul Chienti (il progetto definitivo è stato recentemente approvato alla Provincia dopo l’accordo di programma con i Comuni di Macerata e Corridonia). Il progetto, finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, prevede la realizzazione da parte della Provincia di un nuovo impalcato lungo 180 metri accanto a quello esistente (lato monte) per fare la strada a quattro corsie. Un allargamento della sede stradale che dunque proseguirà verso Macerata (fino all’altezza dell’autolavaggio) se passerà il progetto Simonetti.
Un progetto che parte da lontano e che è cambiato nel corso degli anni. «Inizialmente era stato progettato un parco commerciale, presentato al Comune di Macerata nel 2014 in quanto allora il regolamento del commercio della Regione Marche prevedeva soltanto la realizzazione di medie strutture di vendita con superficie massima di 2500 mq commerciali; un insieme di capannoni vicini ma separati configuravano un parco commerciale; le grandi strutture erano congelate – spiega l’ingegner Corrado Perugini che da 10 anni segue il progetto – Nel 2017 il nuovo regolamento aprì la strada alla realizzazione di grandi strutture di vendita e a quel punto la Simonetti optò per la grande struttura, riducendo la superficie da 33.000 mq a 27.000 mq con un nuovo progetto di un unico centro commerciale che ha una forma e un’identità precise adatte alle caratteristiche del contesto esterno, caratteristiche che richiamano lo skyline delle colline circostanti e del panorama caratteristico di quei luoghi, cestinando il vecchio progetto e mandando in fumo investimenti importanti, dando però maggior rilievo alle qualità architettoniche della struttura in quanto ubicata alle porte della città di Macerata».
Un investimento di 60 milioni di euro che punta a diventare zona di attrazione per tutto il Maceratese e per l’Umbria e che rende necessario un intervento sulla viabilità. «Dopo una serie di studi e analisi dei flussi veicolari – continua Perugini – è stata individuata una sistemazione e implementazione della viabilità locale, con allargamento delle sedi stradali e completamento delle infrastrutture esistenti. Ciò assicura la migliore scorrevolezza dei veicoli, limitando gli accumuli di auto e riducendo di conseguenza il carico di inquinanti atmosferici dovute al traffico automobilistico (soprattutto ossido di azoto, polveri sottili ed emissioni da abrasione)».
«La costruzione del centro commerciale è gas free, ad impatto quasi zero, con utilizzo esclusivo di energie rinnovabili, in particolare di moduli fotovoltaici integrati in copertura, i quali consentono un livello molto alto di autoproduzione – spiega l’architetto David Raponi – è inoltre prevista la raccolta, il trattamento e il completo riutilizzo delle acque meteoriche. Ma oltre i termini di sostenibilità il nuovo centro ha come obiettivo quello di configurarsi come un luogo di incontro, con al centro non propriamente il prodotto ma piuttosto la fruizione di servizi e attività come spazi relax e di relazione, bar e ristoranti, arte, cultura, spazi per la musica, libreria, servizi alla persona, poliambulatori, attività sportive e dimostrative, laboratori di co-working, gioco e intrattenimento, tempo libero, vita all’aria aperta, teatro, recitazione, didattica, convegni e incontri. Il centro si pone come un investimento indirizzato all’architettura, all’uomo e alla natura (sono previste, solo di alberature d’alto fusto, quasi 700 nuovi impianti). Si propone un nuovo concetto di centro commerciale, sia per la compresenza di attività diversificate che vanno aldilà dell’uso commerciale (sale riunioni, aree mostre, laboratori di co-working, spazi per l’intrattenimento e il tempo libero, poliambulatori e servizi alla persona, bar e ristoranti, libreria, etc.) con utilizzo svincolato dall’uso commerciale, sia per gli innesti con il territorio circostante a scala locale (nuova piazza di Piediripa attraverso il recupero di spazi interclusi, aree di sosta, area sportiva e tempo libero, percorsi relax e ciclabili, didattica e aule verdi, etc.) e territoriale (connettività con il centro storico tramite servizio navetta elettrica, parcheggi pubblici scambiatori, spazi per la promozione turistica e culturale, iniziative di marketing territoriale e altro ancora)».
«Siamo inoltre consapevoli che esiste un tema di confronto in merito alla ipotizzata ricaduta negativa dei centri commerciali sulla città storica, osservazioni che sono state poste anche in relazione alle strutture commerciali già presenti in zona e che nella prospettiva di alcuni osservatori hanno contribuito ad impoverire i nuclei storici di Corridonia e Macerata. Ma aldilà delle concause che investono le problematiche dei centri storici, evidentemente non solo legate ai centri commerciali, è importante sottolineare che il progetto del nuovo centro, così come progettato, è dichiaratamente aperto al territorio e si propone come un amplificatore di segnale delle emergenze territoriali, prima tra tutte, del centro storico. In altre parole, il nuovo centro racconta la città altrove, diffondendone l’immagine mediante attività di promozione e di comunicazione. Gli eventi programmati, le attività del centro storico, come le stesse istituzioni (Accademia, Università, Sferisterio, biblioteche, musei, sport ed altro) potranno trovare nel centro una sorta di schermo dove poter anticipare, promuovere e illustrare le iniziative e i progetti. Le aree di sosta pubbliche ed i collegamenti predisposti da e per la città mettono in connessione l’ambito periferico con il nucleo storico, innescando così un mutuo sostegno tra le parti».
In questi giorni la Giunta Parcaroli sta affrontando la questione e a breve il progetto Simonetti potrebbe arrivare in Consiglio comunale dove già lo scorso anno Silvano Iommi, assessore all’urbanistica, si era espresso rispondendo a un’interrogazione del dem Perticarari: «La previsione dell’area commerciale a Piediripa sulla proprietà Costa oggi Simonetti, risale al 1995 – aveva detto Iommi – e l’iter per l’approvazione delle varianti urbanistiche, finalizzate alla realizzazione di strutture commerciali, inizia nel 2001. Tutto l’iter fa riferimento agli anni delle amministrazioni Meschini e Carancini. Nel 2008, visto l’incremento volumetrico concesso, la Simonetti acquista dai Costa sia l’intera area commerciale che l’immobile ex San Rocco in vicolo Costa 4. Con delibera del 2008 l’Ufficio tecnico comunale predispone gli atti di variante richiesti e la Segreteria predispone lo schema di accordo prevedente sia la variante che la cessione gratuita da parte della Simonetti dell’edificio ex San Rocco. Sino a oggi le procedure della variante urbanistica non si sono mai interrotte ma solamente sospese per le varie modifiche o integrazioni documentali da produrre, dovute anche a modifiche normative locali e nazionali. Dal 2010 a oggi la Simonetti ha regolarmente tenuto attiva la fidejussione richiesta per 2 milioni di euro (costo di 10mila euro all’anno) a garanzia degli impegni assunti con l’Amministrazione per la realizzazione di opere stradali e, nello stesso anno, viene stipulato l’atto di cessione al Comune dell’immobile ex San Rocco per un valore di 610mila euro. Il 18 dicembre 2012, su richiesta dell’Amministrazione, la Simonetti versa un primo anticipo di 150mila euro sugli oneri di urbanizzazione mentre il secondo anticipo di 200mila euro lo verserà nel dicembre 2013 (per complessivi 350mila euro)».
Nuovo ponte di Piediripa, arriva l’ok di Macerata e Corridonia: firmato l’accordo di programma
Corridomnia. Valdichienti. Nuovo Centro Commerciale. Tutto nel raggio di quanto? 800 metri in linea d'aria? Non si può dire che la viabilità sia da Terzo Mondo, perché giustamente poi il Terzo Mondo ci fa causa per il paragone e la vincerebbe. Un capoluogo di provincia bloccato da un semaforo all'altezza del cimitero e da un passaggio a livello in una delle principali arterie d'ingresso della città. La bretella della Pieve mai fatta. Ci sono zone industriali abbandonate con capannoni sfitti da anni, altri di cui esistono scheletri mai finiti, che bella idea di progresso che abbiamo per la città. Ridicoli, tutti, indistintamente
Filippo Ciccarelli non dimentichiamo la mini rotatoria di via Dei Velini che crea un tappo assurdo. Non c'è via di accesso a Macerata che non abbia un problema.
I mali vengono da lontano
Progetto per ripopolare il centro storico
Massimiliano Marziali se abbassassero gli affitti dei locali anzi che chiedere aumenti di continuo
Alessandra Mandozzi gli affitti sono il problema minore per un'attività commerciale. Il problema principale è la mancanza di clienti. I problemi sono i contini aumenti delle spese fiscali ed il menefreghismo dello Stato,delle regioni e dei comuni di aiutare noi piccoli commercianti e cioè il polmone principale dell'economia italiana,visto che siamo maggiori rispetto alle grandi catene o centri commerciali (con sedi legali in Burkinafaso). Morti noi,collasserá quel poco che è rimasto di giro economico.
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dai che stavolta la uccidete definitivamente MACERATA!!!
Possiamo discutere quanto ci pare..ma non potevamo seguitare a far arricchire i tanti negozi aperti — e non avere un centro commerciale….
Ma si un po’ di speculazione edilizia ce la vuole.
il livello di penetrazione della criminalità organizzata in un territorio si misura con la quantità di centri commerciali. Borsellino P.
Nel mio primo commento ho cercato di fare un pò d’ironia,ma parlando di cose serie..( Fabrizio Cognini docet ) diciamo che quando gli interessi sono così tanti e tanto trasversali difficile metterci una pezza… Non ci riusci neppure il bravissimo Bommarito con l’allora progetto Corridomnia e suo patron Alfio Caccamo…che tenne tutti noi incollati per diversi mesi su CM con gli sviluppi delle sue inchieste …Morale della favola..lui ci si rovinò il fegato..Corridomnia si edificò e dopo 11 anni molto probabilmente dovrà lasciare il campo ad un MERCATO molto più interessante per diversi protagonisti…
Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso…
Bravo Sig. Massimiliano Marziali, sintetico e chiaro, ha colto proprio il problema. Le opere pubbliche si fanno solamente dove sorgono i centri commerciali, ma non dove servono, l’allargamento delle strade e del ponte serviva già 30 anni fa.
Bla, bla, bla, quante chiacchiere inutili, sono tre anni che non fate altro.
Progetto passato anche dalla precedente amministrazione comunale.
In quell’area ci doveva nascere una fabbrica di elettromedicali proposta dal sottoscritto e dal Prof Alfredo Murri con l’industriale Ing. Fratalocchi che ha prestigiose fabbriche di elettronica sulla Tiburtina. Purtroppo la “Macerata che conta” rispose che si distruggeva l’equilibrio della città dei servizi. Perchè si scelse quell’area, c’era – c’è l’Ipsia di Corridonia, di San Severino Marche e il Montani di Fermo quindi molta mano d’opera qualificata. Guarda caso oggi sulla stampa la consigliera del PD Ninfa Contigiani fa la fotografia della crisi: “La comunità invecchia, in aumento la povertà”
Avanti con i centri commerciali e addio hai centri storici di Corridonia, Macerata, pericolo per il Centro Commerciale Val di Chienti, indebolimento di Corridomnia. Io nato a Matelica con mentalità industriale diversa dal maceratese questi anni in consiglio comunale di Macerata ho molto sofferto di questi NO a Elettro Medicali – Idrogeno con la SNAM purtroppo è una scelta tutta maceratese abituati a vedere solo posti statali che purtroppo con la tecnologia dove c’era 5 dipendenti ne necessitano solo 2/3.
Il TAR faccia rispettare le volontà istituzionali già votate regolarmente in consiglio Comunale del Capoluogo, quell’area era già stata scelta per altre produzioni.