Camerino piange Fabrizio Freddara,
storico titolare del pub Asterix
«Per 40 anni hai reso uniche le nostre serate»

CORDOGLIO nella città ducale. Aveva 64 anni. Lascia la moglie Laura Pennesi e i figli Chiara e Gabriele. Il rettore Unicam Claudio Pettinari: «Quando nel 2016 il maledetto sisma ci ha fatto fuggire dal centro, tu con non hai esitato a riaprire anche sotto un tendone accompagnando ogni panino, hamburger e hot-dog con sorrisi e parole gentili». I ricordi di Giovanna Sartori e Lorella Pettinari

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di Monia Orazi

Camerino piange Fabrizio Freddara, storico titolare del pub Asterix, spentosi questa mattina. Aveva 64 anni. Nemmeno il terremoto lo aveva fermato, due mesi dopo le scosse in tanti si ricordano la sua attività ripartire, si era rimboccato le maniche insieme ai suoi soci ripartendo da sotto un gazebo, al tendone del City Park di Camerino, da dove hanno ricominciato tutti i commercianti del centro storico, prima di approdare nei nuovi locali del Sottocorte village.

Era lui l’anima della cucina, sempre indaffaratissimo dietro ai fornelli, per preparare con gusto e competenza, con grande passione, panini, hamburger ed altre specialità. La sua presenza ha accompagnato le serate di diverse generazioni di camerti e tantissimi studenti, nel suo storico locale in piazza Garibaldi, che aveva aperto i battenti nel 1982. Un lavoro continuato con grande determinazione e successo, che aveva portato il locale ad essere un punto di riferimento della vita serale e notturna nella città ducale, tanto che dire “Ci vediamo all’Asterix” era una consuetudine.

Lascia la moglie Laura Pennesi, anche lei titolare di un’attività commerciale ed affermata artista, i figli Chiara e Gabriele. Al momento il funerale non è stato ancora fissato. Tra gli amici che lo hanno voluto ricordare, il rettore Unicam Claudio Pettinari: «Hai sempre accompagnato ogni panino, hamburger e hot-dog con sorrisi e parole gentili, per oltre 40 anni hai reso uniche tante delle nostre serate e nottate, in un luogo dove, grazie al tuo lavoro, sono nati amicizie, progetti, amori, attività. Per noi, allora diciottenni, l’apertura de Le Ore Piccole rappresentò non solo una novità assoluta ma anche una sorta di emancipazione: poter cenare fuori di casa con hamburger e hot-dog, spendendo poco, in assoluta libertà, al centro della città, era veramente il massimo. Quando nel 2016 il maledetto sisma ci ha fatto fuggire dal centro, tu con i tuoi soci non hai esitato a riaprire anche sotto un tendone e non ci hai fatto mancare le tue patatine fritte, sempre servite con amore e tanta tanta bontà insieme alla meravigliosa Laura, spesso seduti a fianco di Gabriele e Chiara, sempre vicini al loro fantastico papà. Mi mancherai Fabrizio, amico caro, amico buono».

Fabrizio-Freddara-1Anche l’avvocato Giovanna Sartori, ex assessore comunale, ha così ricordato Freddara: «Se penso a tutta quella bella parte della vita trascorsa dentro le mura, nel nostro fantastico centro storico, l’Asterix è uno di quei posti di cui immediatamente sento la mancanza. Un posto magico, dove letteralmente noi ragazzotti degli anni ‘80 siamo cresciuti, li spesso sono nate amicizie, amori, serate fantastiche, che rimarranno nei nostri ricordi per sempre. Fabrizio ti ricorderò per sempre dietro a quel bancone, con il grembiule nero, e l’immancabile saluto affettuoso, la battuta, lo scherzo. Buon viaggio “zio Fabrizio” mancherai tanto».

Parole commosse di ricordo, anche da parte della commerciante Lorella Pettinari: «Un altro dolore grande. I terremoti della vita, sembrano non abbandonarci. Non conoscersi in paesi come i nostri, soprattutto se hai un’attività, è impossibile, ma in questi 6 anni e mezzo, molti di noi hanno vissuto in simbiosi, fisica ed emotiva. Ci sono delle persone poi, a cui non puoi fare a meno di voler bene. Fabrizio, insieme alla nostra Laura per esempio. In grado di affrontare sempre le difficoltà con un sorriso affettuoso sul proprio viso. Ma non immagini mai, che dietro alla porta ci sia sempre qualcosa di più duro da affrontare di quanto tu abbia già fatto. E anche oggi è un giorno in cui è difficile parlare, è difficile continuare a pensare alle cose materiali, è difficile pensare che dietro a tutto questo ci sia un senso. Sii vicino a Laura, a Chiara, a Gabriele, ai tuoi nipotini, mentre assaggi confetti fra le nuvole. Ciao Fabri’».



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