Ricostruzione, approvati 15mila progetti
per un totale di 4,7 miliardi

IL RAPPORTO del commissario Legnini: nelle Marche in due anni è triplicato il numero dei cantieri in cui si sono conclusi i lavori. Tra le maggiori criticità segnalate: scarsità di tecnici disponibili e concentrazione degli incarichi nella mani di pochi professionisti, difficoltà a cedere a banche ed imprese il credito fiscale del superbonus 110 per cento

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Un cantiere a Visso

di Monia Orazi

Troppi incarichi in capo agli stessi professionisti, scarsità nel numero di tecnici disponibili per presentare i progetti, difficoltà a cedere a banche ed imprese il credito fiscale del superbonus 110 per cento, con un ritardo nell’avvio dei lavori: la denuncia delle criticità principali alla ricostruzione viene dal commissario straordinario Giovanni Legnini, che ha pubblicato il rapporto relativo alla ricostruzione al 30 settembre 2022.

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Giovanni Legnini

«Pesano ancora le incertezze di carattere generale legate alla effettiva fruibilità del Superbonus 110%. Il riallineamento dei prezzi ha ridotto, ma non sempre annullato, i possibili accolli per i cittadini, che oggi incontrano difficoltà a cedere alle imprese o alle banche il corrispondente credito fiscale, anche se piccolo, ritardando l’avvio dei lavori. A fronte di una domanda in continua crescita, inoltre, l’offerta di servizi tecnici e di lavori di costruzione resta limitata. Se le imprese edili cominciano a riaffacciarsi alla ricostruzione, trascurata per lungo tempo a favore dei lavori legati al 110%, la disponibilità dei tecnici per fare i progetti ed istruire le pratiche rimane bassa, e la concentrazione degli incarichi, soprattutto in alcuni comuni, elevata», si legge nel rapporto. A fronte di due anni complessi per la ricostruzione, tra pandemia e caro prezzi, scarsità di materiali e fuggi fuggi delle imprese prima dedite a lavori relativi al Superbonus 110 per cento da quando si è insediato Legnini nelle Marche è triplicato il numero dei cantieri in cui si sono conclusi i lavori di ricostruzione post terremoto. Nelle Marche al 30 settembre scorso sono terminati i lavori in 4937 edifici pari a circa l’11 per cento del totale degli edifici danneggiati, erano solo 1689 due anni fa. 

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Visso

Sino ad oggi sono quindicimila i progetti approvati per un totale di contributi pari a 4 miliardi e 700mila euro, 11mila i cantieri aperti, di cui 4mila solo nell’ultimo anno. Nelle Marche sono state presentate 13.089 richieste di contributo, pari al 29 per cento del totale degli edifici danneggiati, per un importo complessivo di 5,6 miliardi, l’ufficio speciale ricostruzione Marche ha concesso contributi per 3 miliardi e 200 milioni. Si legge nel rapporto: «Gli edifici già riparati sono 7.762, per oltre 17.500 singole abitazioni riconsegnate ai cittadini, mentre 7.131 sono i cantieri attualmente in fase di lavorazione. I cantieri della ricostruzione pubblica aperti sono oltre 320, il doppio rispetto ad un anno fa, mentre gli interventi conclusi, tenendo conto anche delle chiese, sono 365. Il lavoro che resta da fare è ancora enorme, a fronte del danno causato dal sisma, pari a 27,2 miliardi di euro, dei quali 19,4 relativi al solo patrimonio edilizio privato».

Legnini evidenzia i numeri dell’accelerazione nel processo di ricostruzione, conseguenza della semplificazione normativa da lui introdotta a partire da quando è entrato in carica, nella primavera 2020: «La semplificazione delle procedure e delle norme avviata a primavera del 2020 ha prodotto risultati tangibili. In questo arco di tempo sono stati aperti 11 mila cantieri della ricostruzione privata, 4 mila dei quali negli ultimi dodici mesi. I contributi concessi sono passati da 1,6 miliardi di fine 2020 a 4,8 miliardi di euro, mentre le somme effettivamente liquidate alle imprese sulla base dello stato di avanzamento dei lavori sono passate da 684 milioni di euro di fine 2020 a 2 miliardi 284 milioni di euro».

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Ussita

E’ di prossima adozione, entro il mese di novembre, il testo unico per la ricostruzione privata che cancella l’efficacia di settanta ordinanze. A gennaio andrà definitivamente in pensione anche il Mude, la piattaforma telematica su cui sono stati gestiti i progetti, in fase di test da parte dei professionisti in questi giorni. Dovrebbe aumentare il numero di progetti presentati, a causa della scadenza per la presentazione delle domande di contributo per la ricostruzione, del prossimo 20 dicembre, per coloro che beneficiano del contributo di autonoma sistemazione, o alloggiano in una soluzione abitativa di emergenza. Secondo i dati forniti dalla struttura commissariale sono 3823 le famiglie che in base alla dichiarazione per il mantenimento dei requisiti Cas e Sae hanno presentato richiesta di contributo, 1200 famiglie sono impossibilitate a presentare il progetto per motivi oggettivi che impediscono la ricostruzione, come stabilito da apposite ordinanze commissariali.

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Tolentino

All’appello mancano però ancora molte persone che potrebbero presentare i progetti: «Ci sono poi circa 3.500 altri cittadini, che beneficiano con i familiari di una forma di assistenza, che hanno prenotato il contributo sisma con la manifestazione di volontà, ma che non hanno ancora presentato il progetto e nello stesso tempo dichiarano di non avere impedimenti oggettivi a farlo». Ora l’attenzione si concentra sui comuni maggiormente colpiti per accelerare la ricostruzione, tra cui Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Muccia e Camerino «dove si stanno mettendo a punto specifici cronoprogrammi insieme alle amministrazioni, agli Usr regionali, ai tecnici, ai rappresentanti dei cittadini e dei proprietari, che saranno resi vincolanti attraverso provvedimenti commissariali», si legge nel rapporto. Sul fronte della ricostruzione pubblica è stato erogato il 40 per cento degli importi previsti dalle ordinanze speciali in deroga, che riguardano diversi centri del maceratese: «A metà ottobre la spesa erogata per la ricostruzione pubblica vera e propria è giunta a 874,3 milioni di euro, rispetto ai 559 milioni di fine 2021. Si registra, in particolare, una crescita delle somme messe a disposizione dei soggetti attuatori dalle Ordinanze speciali in deroga, che ormai coprono 596 interventi con un costo complessivo di 1,4 miliardi di euro. Per gli interventi previsti dalle Ordinanze Speciali per San Ginesio, Arquata, Montegiorgio, Pieve Torina, Camerino, Visso, Valfornace, Castelsantangelo, i dissesti in Valnerina, le Università di Camerino e Macerata, Tolentino, Campotosto, gli edifici della Prefettura, del Comune, delle Asl e delle scuole di Teramo, le erogazioni hanno già raggiunto il 40% della somma complessivamente impegnata».

Per la ricostruzione pubblica saranno integrati gli elenchi delle opere attualmente finanziate: «I nuovi censimenti hanno fatto emergere la necessità di finanziare altri 2.664 interventi pubblici e altre 1.300 chiese, che saranno progressivamente inseriti nei nuovi elenchi. Attualmente sono in fase di programmazione 1,2 miliardi di nuovi interventi». Positivo l’avvio dei cantieri legati alle somme del fondo complementare sisma di un miliardo e 780 milioni, del piano nazionale di ripresa e resilienza. Per la prima parte relativa a 834 progetti pari a 840 milioni di euro di investimento, si è in fase di piena attuazione. Per la seconda parte relativa ai fondi per le imprese ci sono i bandi in corso, i primi a fronte di 190 milioni di euro di contributo, sono state presentate richieste per 600 milioni di euro.

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