Dall’alto Aurora Carpani, Ahmed Rajraji, Rubens Beliga Gnaga e Dona Conte in tribunale a Macerata dopo l’arresto
di Gianluca Ginella
Una vacanza in Italia finita in un sequestro di persona con cinque giovani che vennero arrestati dai carabinieri come complici in un piano per ottenere 7mila euro da un turista inglese, il 26enne Sam Kourosh Patrick Demilecamps. Per quei fatti, avvenuti nell’ottobre dello scorso anno tra Firenze e Monte San Giusto, oggi si è svolta al tribunale del capoluogo toscano l’udienza preliminare davanti al Gup.
Sam Kourosh Patrick Demilecamps
Quattro degli imputati hanno chiesto di fare il processo con rito abbreviato, il quinto non ha chiesto riti alternativi. Demilecamps (che non era presente all’udienza), assistito dall’avvocato Michele Zuccaro, si è costituito parte civile. Prossima udienza il 5 dicembre, sia per fare il processo con rito abbreviato sia per decidere sul rinvio a giudizio o meno dell’imputato che ha chiesto di seguire il rito ordinario. Sotto accusa Ahmed Rajraji, 22 anni, marocchino, ritenuto l’ideatore del sequestro (difeso dall’avvocato Vando Scheggia), Dona Conte, 23 anni, di Roma, difeso dall’avvocato Levino Cinalli, Rubens Beliga Gnaga, 19, di Macerata (difeso dagli avvocati Irene De Simio e Camillo Franceschini), Aurora Carpani, 21, di Macerata, difesa dall’avvocato Umberto Gramenzi. Questi quattro imputati faranno il rito abbreviato. Rito ordinario per il quinto imputato, Shuayb Athimni, 23 anni, di San Benedetto, difeso dall’avvocato Marco Tomassini. Tutti e cinque sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione.
Athimni avrebbe attirato Demilecamps a Firenze, dandogli appuntamento davanti al Classic hotel dove poi avvenne l’aggressione (a cui aveva partecipato ma senza colpire la vittima), Rajraji sarebbe stato l’ideatore del sequestro e uno degli esecutori materiali e Conte e Gnaga sarebbero stati altri due esecutori del sequestro.
L’avvocato Vando Scheggia
Secondo l’accusa Demilecamps era stato aggredito con pugni e calci, stordito, colpito con una pistola a scariche elettriche tipo “taser” e con spray al peperoncino. Sarebbe stato narcotizzato (tutto questo sempre a Firenze, il 6 ottobre dell’anno scorso), narcotizzato e sequestrato per poi essere portato a Monte San Giusto in una casa in via Carducci 38, nella disponibilità di Gnaga. Qui sarebbe entrata in campo anche Carpani che avrebbe partecipato insieme agli altri imputati al sequestro. L’inglese, continua l’accusa, era stato segregato in una stanza, tenuto costantemente ammanettato a un supporto fisso, sottoposto a sevizie (scariche con la pistola elettrica, colpi sparati con fucili tipo softair, tentativi di soffocamento nella vasca) per ottenere 7mila euro come riscatto. Di quanto chiesto sarebbero stati pagati 1.500 euro. Demilecamps era stato poi liberato dai carabinieri con un blitz nell’appartamento.
Rajraji, Conte, Gnaga, Carpani sono inoltre accusati di lesioni per avere, dice l’accusa, ripetutamente colpito con calci e pugni Demilecamps, con scariche elettriche sparate con il taser, per averlo ferito a torace, spalle, gambe.
L’avvocato Umberto Gramenzi
Altro fronte d’accusa riguarda l’amico che aveva accompagnato Demilecamps a Firenze. In questo caso Athimni e Rajraji sono accusati di rapina (il secondo come concorrente morale). Athimni avrebbe costretto l’amico di Demilecamps a portarlo nella camera dell’ostello Santa Monica, dove soggiornavano, e li, continua l’accusa, aveva sottratto a Demilecamps 115 euro e una carta di credito, vestiti, un grosso pezzo di hashish conservato in un involucro di cellophane, una collana, un bracciale in oro, due orecchini con diamanti e un borsone nero. Inoltre Athimni avrebbe distrutto alcuni fogli e carte magnetiche di Demilecamps (da qui la contestazione di danneggiamento). Sempre Athimni deve rispondere di indebito utilizzo di carte di credito perché era in possesso della carta di credito in uso a Demilecamps che aveva ottenuto, continua l’accusa, con la rapina nella camera dell’ostello.
Rajraji, Conte, Gnaga, Carpani erano stati arrestati a ottobre, in seguito al blitz. Athimni era invece finito in manette a distanza di un paio di mesi, nel dicembre dello scorso anno. Il turista inglese era riuscito a chiedere aiuto alla famiglia che aveva contattato la polizia inglese. Di quanto stava accadendo erano stati avvisati i carabinieri con i militari del Reparto operativo di Macerata e del Ros che dato il via alle indagini e messo a segno il blitz. Gli imputati hanno sempre negato di aver rapito Demilecamps (che avevano conosciuto durante l’estate) e anzi parlano di una messa in scena e di un debito che l’inglese aveva contratto, per 7mila euro, con Conte, Rajraji e Gnaga.
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