Il gip sul rapimento Demilecamps:
«Inverosimile la versione del debito,
indiscutibile sia stato un sequestro»

MONTE SAN GIUSTO - Il giudice nell'ordinanza di convalida degli arresti si concentra su alcuni punti chiave. La sua ipotesi è che il turista dovesse solo parte dei 7mila euro richiesti per il riscatto mentre il resto è stato aggiunto arbitrariamente. Ritiene comunque anomala la cifra chiesta
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Demilecamps

Sam Demilecamps

 

di Gianluca Ginella

«Inverosimile che dei ragazzi dai redditi modestissimi abbiamo prestato una somma tanto ingente quanto quella richiesta (7mila euro, ndr)» ed emergono «indiscutibilmente elementi univoci in ordine al reato di sequestro di persona». Due punti fermi secondo il gip, messi nero su bianco nell’ordinanza di convalida degli arresti che da un lato scardina la tesi del finto rapimento come sostenuto da uno degli indagati, dall’altro indica una strada da seguire per comprendere la causa di quel rapimento. Se non crede al debito di 7mila euro, il gip Giovanni Manzoni aggiunge: «ben più credibile – anche alla luce della asserzione della parte offesa che la somma richiesta aumentava di giorno in giorno, della assoluta assenza di scrupoli mostrata dagli indagati, della parziale inverosimiglianza delle dichiarazioni rese – che oltre eventuali somme prestate fossero richieste somme ulteriori e senza causa».

Il gip la scorsa settimana ha convalidato gli arresti di tutte e 4 le persone indagate (resta al vaglio la posizione di una quinta persona che avrebbe attirato a Firenze il turista inglese poi sequestrato, Sam Kourosh Patrick Demilecamps, londinese di 25 anni). Per tre di loro: Rubens Beliga Gnaga, 18 anni di Monte San Giusto, Ahmed Rajraji, 21 anni, Dona Conte, 23, entrambi di Montegranaro i domiciliari con braccialetto elettronico, e per la ventenne Aurora Carpani, di Montegranaro (ritenuta estranea ai fatti di Firenze, dove il rapimento è avvenuto) i domiciliari senza bracciale.

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Da sinistra: il comandante del Ros di Ancona Francesco D’Ecclesiis, il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, colonnello Nicola Candido, e il tenente colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del Reparto operativo

Il giudice spiega che quanto Demilecamps è stato trovato dai carabinieri nell’appartamento di Monte San Giusto, lo scorso 14 ottobre, appariva provato e denutrito, emotivamente sofferente, con visibili escoriazioni e lividi. Un nome, S., si tratterebbe di un giovane del Fermano, appare ripetutamente ed è indicato come la persona che ha fatto conoscere Demilecamps con Ahmed Rajraji e Rubens Beliga Gnaga, durante un soggiorno del giovane inglese a Civitanova. Il 6 ottobre S. aveva proposto a Demilecamps di andare a Firenze e una volta giunto là, insieme ad un amico, l’inglese era stato aggredito da Rajraji, Conte Dona, Gnaga e stordito con un taser e spray al peperoncino. Il tutto mentre S. assistenza alla aggressione e l’amico con cui l’inglese era andato all’appuntamento si dava alla fuga. Da Firenze il turista era stato poi portato, seminarcotizzato a Monte San Giusto. Lì in un appartamento, legato ad una scala di ferro e sottoposto, dice il gip a sevizie: pugni, scariche di taser, colpi con fucile softair, tentativi di annegamento nella vasca da bagno. Il giudice aggiunge che, in base a quanto emerso dalle indagini (condotte dai carabinieri del Ros di Ancona con il supporto dei colleghi del comando provinciale di Macerata), S. la sera del sequestro era andato dall’amico di Demilecamps all’ostello dove soggiornavano i due ragazzi per costringerlo a dargli bagaglio e gioielli del turista (oggetti che sono spariti).

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I quattro arrestati

Una vicenda che resta da chiarire quella del rapimento. Non tornano le dichiarazioni degli indagati, ad esempio. Il gip ritiene «che la versione dei fatti offerta dagli indagati (sul finto rapimento, ndr) sia per taluni punti macroscopicamente inverosimile (i carabinieri hanno trovato Demilecamps incatenato in una camera buia con le tapparelle abbassate e mobili appoggiati alle finestre, molto provata, con numerose tracce di pregresse ferite, fisicamente e psicologicamente debilitata; circostanze del tutto incompatibili con il clima amicale descritto dagli indagati)». Altro aspetto, il giudice ritiene «anomala» la cifra chiesta (7mila euro) per il riscatto «per un sequestro di persona a scopo di estorsione». Anche la versione data da Conte e Gnaga sul fatto che avessero prestato al turista delle somme ingenti perché lui aveva la carta di credito bloccata non torna, perché per il giudice non avevano nelle loro disponibilità tali somme. Le indagini dei Ros, coordinati dalla Dda di Firenze che per competenza tratterà il fascicolo in quanto il rapimento è stato compiuto nella città toscana, proseguono. Tra i difensori in questi giorni è avvenuto qualche cambiamento con l’avvocato Umberto Gramenzi che è subentrato nella difesa di Aurora Caprani e l’avvocato Vando Scheggia che assiste Rajraji, tutelato anche dal legale Marco Cecconi. Gli altri legali sono Irene Di Simio (per Gnaga) e Levino Cinalli (per Conte). Il turista inglese ha inoltre riferito agli inquirenti di una sesta persona, uno youtuber la cui casa sarebbe stata utilizzata per un periodo del sequestro (l’uomo non sarebbe stato presente quei giorni a casa perché in vacanza).

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