«In vacanza da 12 giorni a Civitanova,
dopo due omicidi
non mi sento tranquilla»

VOCI DALLA CITTA' - Preoccupata Corinne Nitu che è arrivata dalla Germania. Più tranquillo Pierre Fel da 20 anni villeggiante in zona: «E' un posto vivace e ho bellissimi ricordi». Commercianti ed esercenti, invece, chiedono un maggiore rispetto delle regole da parte di tutti e più controlli ma ritengono che la città sia sicura

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Corinne Nitu è una turista questi giorni a Civitanova

di Claudia Brattini

Violenza a Civitanova, le tante anime della città sono frastornate dai due omicidi che, pur in circostanze e con motivazioni completamente diverse, si sono consumati lungo le strade principali della città: corso Umberto I, centro nevralgico del commercio e il lungomare sud, riferimento per la movida proveniente anche dall’hinterland.
Esercenti, residenti e turisti si trovano ora a fare i conti con fatti di cronaca che fanno riflettere e che, in un modo o nell’altro, agiscono anche sulle loro vite e sulle loro esigenze.
«Oggi una ragazza di 18 anni non può uscire da sola a Civitanova, io a quell’età lo facevo, a qualunque ora e mai mi sono sentita in pericolo. È evidente che abbiamo un grosso problema e ritengo vada risolto prima che sia troppo tardi», così Silvia Luciani, residente a Civitanova. La città dopo due omicidi in 10 giorni è scossa. Pure qualche turista non si dice tranquillo, altri invece ritengono che in città non ci sia un problema di sicurezza.

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Pierre Fel

Tra i turisti in giro in città c’è Pierre Fel, franco inglese che vive a Singapore: «È davvero triste quello che è successo in una piccola città di villeggiatura come Civitanova ma nonostante tutto mi sento sicuro nel girare, anche la sera, e la mia opinione sulla città non è cambiata. È sempre stato un posto vivace che offre molte cose da fare, sono vent’anni che vengo qui in estate e conservo bellissimi ricordi». Corinne Nitu è arrivata dalla Germania per trascorrere le vacanze in città «In questo momento non mi sento molto tranquilla – dice -, sono arrivata da dodici giorni per trascorrere le vacanze e in questo lasso di tempo è accaduto l’accoltellamento sul lungomare in una zona molto frequentata, l’omicidio sul corso, la rissa e altri episodi spiacevoli, sono assolutamente preoccupata. Non ho neanche visto molte pattuglie della polizia in giro».

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Anna Tosoni

Dai turisti a chi vive tutto l’anno in città come Anna Tosoni, titolare del Cocktail Bar Gossip: «In centro siamo abituati a convivere con situazioni di illegalità ma devo ammettere che rispetto a due anni fa il controllo da parte delle forze dell’ordine è notevolmente aumentato e mi sento ancora tranquilla quando lavoro la sera. Quello che noto, invece, è che il movimento nei locali è aumentato e se pur io sia a favore della cosiddetta movida, comprendendo benissimo la necessità di incassare e pagare le spese,  ritengo vada regolamentata, le leggi nazionali in merito alla somministrazione di alcolici a minori e in certi limiti di orario dovrebbero rispettarle tutti. Rispetto alla tragedia accaduta sul Corso invece, c’è stata molta strumentalizzazione e non vedo il collegamento con il cambiamento di Civitanova». «Questa città è sicura, ogni tanto accade qualche episodio, io stessa anni fa ho subito una rapina, ma in generale non è giusto definirla come il Bronx e tanto meno definire razzisti gli abitanti – è il parere di Maria Lucia Fratini, commerciante (Antichità 17) -. La città è pulita, tranquilla, è meta di shopping. C’è chi viene a fare acquisti, passeggiare o per fermarsi nei tanti ristoranti presenti».
Chiedono rispetto per il territorio Luca Cognigni e Francesca Reschini titolari dell’hotel Ghibli
, stabilimento balneare Flamingo: «Abbiamo bisogno di rispetto per il nostro territorio e per la nostra città che non è né razzista né violenta. Certamente negli ultimi anni e, in particolare d’estate, Civitanova si trova ad essere una delle città maggiormente frequentate della zona e necessita di un supporto equiparato in termini di sicurezza. Questo è necessario anche per preservare la nostra realtà dal danno d’immagine ed economico che subisce in seguito agli episodi appena accaduti».

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Mauro Malatini

Parla di città ferita Mauro Malatini, commerciante (Bottega Malatini): «È certamente un’estate difficile, ma non credo più di altre. I problemi ci sono e vanno affrontati, non bisogna dimenticare ma credo che sia importante guardare con positività e ricostruire da quello che abbiamo a disposizione. Il mio intento come esercente è quello di restituire centralità alla persona, pensare al bene comune e riportare la bellezza nelle nostre vie. Un esempio concreto è la cena organizzata con altre attività proprio in via Conchiglia».



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