Il coraggio del console di Kabul,
il camerte Tommaso Claudi:
«Fieri di quanto sta facendo»

CAMERINO - Ha 31 anni ed è l'unico diplomatico italiano rimasto in città dopo la presa di potere dei Talebani. Il ministro Di Maio lo ha elogiato per l'aiuto che sta dando ai nostri connazionali per far rientro in Italia. Le parole dello zio, l'avvocato Corrado Zucconi

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Tommaso Claudi

 

di Luca Patrassi

C’è chi è partito con il primo volo per motivi di sicurezza e chi è rimasto. Le prime immagini della Kabul dopo l’uscita di scena degli Usa hanno drammaticamente fatto il giro del mondo, come pure girano e molto i video e le dichiarazioni dell’unico diplomatico italiano rimasto nella capitale dell’Afghanistan, il console Tommaso Claudi, 31enne originario di Camerino. Già, Camerino dove il giovane diplomatico ha solide radici al pari della sua famiglia. Tommaso Claudi è un camerte di 31 anni, li compirà il prossimo 30 agosto: lauree in Linguistica a Pavia  e in Relazioni internazionali all’Università Cattolica del «Sacro Cuore» di Milano nel dicembre del 2016. La passione per la diplomazia – raccontano in quel di Camerino – Tommaso Claudi l’ha sempre avuta nel Dna, fin da ragazzino l’ha coltivata fino al percorso universitario. Poco dopo la seconda laurea, arriva l’occasione del concorso per la carriera diplomatica: prove superate e a settembre del 2017 Claudi è nominato Segretario di legazione in prova nella carriera diplomatica, confermato in ruolo dal 5 giugno 2018, a Kabul arriva come secondo segretario commerciale il 7 gennaio 2019. Oggi è l’unico diplomatico italiano a Kabul, vive in un locale all’interno dell’aeroporto con altre persone e si occupa del rimpatrio degli italiani ancora in quelle zone e dell’espatrio dei cooperanti. claudiUna situazione evidentemente difficile da gestire ed anche piena di insidie e di rischi: un atto di coraggio, quello fatto da Claudi che ha deciso di restare, sottolineato anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Se stiamo riuscendo a riportare a casa i nostri connazionali e gli afghani che hanno collaborato con il nostro Paese lo dobbiamo anche a persone come Tommaso Claudi. Il nostro console a Kabul. Il suo impegno in una situazione d’emergenza, davanti a difficoltà evidenti, è una prova di grande amore per l’Italia. A questo si aggiunge la stretta collaborazione con il Ministero della Difesa e con gli altri Paesi con cui portiamo avanti un’azione comune. E poi lasciatemi dire che anche in questa occasione è proprio la sensibilità della nostra diplomazia, oltre che del personale militare, che consente di porgere la mano alle popolazioni in difficoltà con vero spirito di solidarietà». Riserbo assoluto, per motivi di sicurezza, da parte della famiglia che è divisa tra Roma e Milano, l’unico a parlare è lo zio di Tommaso Claudi, l’avvocato Corrado Zucconi, storico presidente dell’Ordine degli avvocati di Camerino ed ex consigliere provinciale socialista: «Sono orgoglioso e fiero per quanto ha fatto e per quanto sta facendo, è legatissimo a Camerino».

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Tommaso Claudi

 

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