Monti Azzurri visti da San Ginesio
Levata di scudi delle associazioni ambientaliste, contro l’ipotesi di nuove piste da sci sui Sibillini. In una nota congiunta l’alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane (firmata da Club Alpino Italiano, Fai Marche, Federazione Pro Natura, Ente zoofilo ecologista, Italia Nostra, Lega Anti Caccia, Legambiente, Lupus in Fabula, Salviamo il paesaggio, Wwf Italia, Enpa Marche) dice no al progetto “Montagna quattro stagioni”, di recente presentato che ha l’obiettivo di riunire in un unico comprensorio turistico la zona che va da Frontignano, passando per Monte Prata, Pintura, fino a Sassotetto. «L’Appennino si sta spopolando. L’Appennino si sta desertificando. Solo tra il 2002 e il 2018 i principali comuni maceratesi dei Sibillini hanno subito un decremento medio di popolazione dell’11% con punte massime a Castelsantangelo sul Nera ( 28% circa) e Bolognola ( 13 % circa) – scrivono gli ambientalisti – contro questo dramma non si è trovata altra soluzione che far risorgere il vecchio e deleterio progetto di irretire la montagna con nuovi impianti e piste da sci. Un consesso di uomini politici, sindaci e amministratori vari, ha proclamato in un recentissimo convegno che la soluzione è stata trovata e produrrà per le genti tra Marche e Umbria degli effetti così miracolosi che l’arretratezza di queste aree sarà presto un pallido ricordo, da raccontare ai nipoti: il mirabolante piano “Montagna quattro stagioni” il comprensorio sciistico unico più grande del centro Italia! da finanziare coi soldi pubblici del contratto istituzionale di sviluppo di Invitalia (Ministero dell’Economia)».
I Sibillini al tramonto al Sasso D’Italia di Macerata
Le associazioni ricordano che si pensò ad un progetto analogo nel 1978: «Si progetta di realizzare impianti di risalita e infrastrutture varie che collegheranno Monte Prata con Frontignano, il Ragnolo e Sassotetto. Ovvero si sta preparando la completa e definitiva devastazione naturale e paesaggistica del Parco Nazionale dei Sibillini, che fu costituito proprio per salvaguardare il territorio dagli effetti perversi della precedente, più antica “valorizzazione turistica”. Che impallidirà a confronto di quella che si sta prospettando oggi. Nel 1978 (non proprio ieri) un progetto analogo, per 7 miliardi di lire di allora, doveva collegare sciisticamente, attraverso impianti e funivie, addirittura Norcia con Castelluccio (Val di Canatra), Forche Canapine e poi spingersi fino a Frontignano». Il progetto deve fare i conti, rileva l’alleanza delle associazioni ambientaliste delle Marche, con i cambiamenti climatici: «Oggi, però, in piena crisi ambientale climatica, dichiarare di voler spendere irresponsabilmente soldi pubblici su impianti e piste di sci, che sono in crisi profonda addirittura sulle Alpi, è un atto di una gravità ingiustificabile. Sulle Alpi, che per giunta oltre alla quota godono di un clima più severamente continentale e di un elevato indice di massività, sono ormai ritenuti antieconomici tutti gli impianti a quota inferiore ai 1800 metri e tale valore sta costantemente salendo poiché l’effetto del riscaldamento globale sta procedendo molto più velocemente ed estesamente di quanto immaginato in un primo tempo. Gli studi più recenti della Regione Marche e della Protezione Civile mettono chiaramente in evidenza che sui Sibillini la formazione e la persistenza del manto nevoso (indice SAI dal 2000 al 2020) ha visto aumentare costantemente la frequenza di periodi in cui il manto nevoso è stato inferiore alla media degli anni precedenti, ovvero ogni anno, dal 2000 al 2020, è nevicato quasi sempre meno degli anni precedenti e la copertura al suolo è stata sempre minore e discontinua».
Pintura di Bolognola in inverno
La montagna, fragile e spopolate, necessita di una serie di politiche di sostegno specifiche, denunciano le associazioni ambientaliste: «Altri sono gli investimenti che bisognerebbe fare, che vadano a favore non degli interessi della speculazione, ma delle persone che vivono e lavorano sul territorio. Politiche serie di sostegno e miglioramento per gli agricoltori e gli allevatori residenti. Bisognerebbe investire sul lavoro nelle aziende, inevitabilmente piccole e incapaci di opporsi alle logiche del mercato, aiutandole a sviluppare agricoltura, allevamento e artigianato di qualità, ecologicamente compatibile, rispettoso della dignità e della qualità della vita degli operatori del settore primario, capaci di attrarre risorse imprenditoriali giovani. Favorire l’integrazione tra residenza e turismo, naturalistico e culturale. Premiare la residenzialità nei centri di montagna, specialmente dei giovani, grazie ad un’elevata qualità dei servizi».
Un progetto da oltre 20 milioni: skipass unico da Frontignano a Sassotetto
Lago di Fiastra visto dall’alto
Panorama dai Prati di Ragnolo
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Se si va in Trentino e alto Adige, dove il verde è veramente rispettato, tutto è possibile, sciovie, funivie, seggiovie, qui nelle nostre montagne, guai. Siamo speciali.
Da pazzi questo progetto. In un contesto climatico che avanza inesorabile verso un futuro con sempre meno neve e l’impossibilità di aggrapparsi al miraggio di quella artificiale. Quando nevica basta un giorno o due di vento e ciao ciao alla neve accumulata (accade molto spesso). Si investa casomai nella sostituzione di impianti vecchissimi ed obsoleti come la seggiovia a un posto di Frontignano e quella del canalone magari con un unico impianto e la rimozione e bonifica di vecchiume come la funivia del monte Bove (chiusa da decenni)o la seggiovia a due posti delle Saliere. Il paragone col Trentino o nord Italia fuori luogo, due contesti totalmente diversi. Costruire nuovi impianti oer collegare Frontignano a Monteprata a quale scopo? Per utilizzare il collegamento sci ai piedi per pochi giorni l’anno? Assurdo. Si investa sull’ottimizzazione/sostituzione di quello che già c’è e sui sevizi senza sottovalutare il fenomeno mountain bike/e-bike li sì che dobbiamo imparare in fretta dal Trentino.
Ovviamente irrealizzabile, personaggi che non sanno di cosa parlano, che probabilmente non conoscono minimamente il territorio, patetici e penosamente ridicoli, che partoriscono “idee” degne di un manga o di un più classico cartoon disneyliano
Per Sergio:
lo sanno, lo sanno bene di cosa parlano, del parco e dei suoi residenti se ne fregano, pensano solo €€€€€€€€€€€€€
Ma quanto saranno belle ste montagne da non poter essere toccate di una virgola? E se son così belle dove sono coloro che le ammirano giorno e notte tutto l’anno, le popolano e le curano?
La montagna è stupenda, il territorio che abbiamo è stupendo. Ma bisogna trovare il sistema di valorizzarlo, creare lavoro, infrastrutture. Bisogna trovare soluzioni, andare nel futuro. Se no andremo solo verso un “bello abbandonato e degradato”. E giù di lagne che nessuno poi porta servizi. Quanti altri marchigiani se ne devono migrare altrove prima che si capisca che un territorio qualche cambiamento e un po’ di progresso, nel corso del tempo, lo deve e può affrontare serenamente?
Qui si parla a vanvera su argomenti dei quali si ignorano le basi della tecnica, della fisica, della logica. Ma parlando “terra terra” come vorrebbero collegare questi personaggi Frontignano con Sassotetto e Frontignano con Monte Prata? Conoscono i limiti tecnici di una funivia o il suo costo? Immaginano quanti impianti dovrebbero essere realizzati per un simile “collegamento”? Per farci cosa poi? Dove vorrebbero sciare? Conoscono le basi della nivologia e della meteorologia (senza scomodare la climatologia)? Sanno dove fa la neve da noi, quanto dura, come incide il sole e il vento, come va disegnata una pista, i servizi, il personale, le strutture necessarie? Cosa ci vorrebbero fare con 20 milioni? Ripeto, spero solo che sia una barzelletta, che ovviamente non fa ridere ma solo farci perdere tempo a commentare, ma se chi si è espresso a favore di questo “progetto” pensa che sia anche solo minimamente realizzabile mi rifiuto di pensare che sia in buona fede.