Disparità di trattamento anche tra animali, non da ora peraltro. Lo evidenzia anche un vecchio adagio popolare, “vita da cani”. Per i gatti è tutta un’altra storia, specie se sono in colonia, in particolare se sono i gatti del cimitero. Per loro, come già annunciato, è partita l’operazione resort per la realizzazione di un paio di box, all inclusive. Spesa complessiva 11mila euro, seimila per la struttura e cinquemila per sistemare l’area prescelta. «L’opera – spiega oggi il Comune – è volta a garantire le condizioni igieniche dell’area mettendo in campo interventi di tutela e controllo delle colonie feline. Nel mese di gennaio, in piena emergenza Covid-19, sono stati effettuati degli accertamenti a seguito di alcune mortalità avvenute in una colonia felina. L’intervento dei veterinari dell’Area Vasta 3 ha avuto lo scopo di scongiurare la circolazione del SARS-CoV-2 ma anche escludere un doloso avvelenamento. Gli esami autoptici e le successive indagini effettuate all’Istituto Zooprofilattico di Ancona hanno rilevato la circolazione di panleucopenia felina».
La norma. La colonia felina è stata riconosciuta e ufficializzata per la prima volta in Italia dalla Legge Nazionale n.281 del 14 agosto 1991 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”. Successivamente la normativa sulle colonie feline è stata ripresa e precisata dalle leggi regionali in materia di tutela di animali d’affezione e prevenzione del randagismo. In particolare è vietato a chiunque ostacolare l’attività dei tutori; asportare o danneggiare oggetti utili per l’alimentazione e la cura dei gatti e allontanare o spostare i gatti di colonia dal proprio habitat. La normativa vigente tutela inoltre i gatti liberi anche attraverso il censimento delle colonie; quest’ultime sono protette e ne è vietato lo spostamento.
«Conoscere la realtà, l’ubicazione, la composizione e lo stato di salute dei gatti di una colonia è fondamentale per la sua gestione che comprende non solo l’alimentazione e la predisposizione dei ripari, ma anche gli interventi di tutela e controllo, a partire dalle attività di limitazione delle nascite e cura dei soggetti ammalati – è il pensiero dell’assessore con delega agli Animali d’Affezione Laura Laviano –. Per questa serie di motivi, dietro richiesta dei cittadini e dopo approfonditi sopralluoghi, in seguito a un grave focolaio di panleucopenia felina nella colonia del cimitero, in accordo con l’Asur e con le associazioni animaliste, si provvederà a realizzare una struttura mobile, che possa ospitare i gatti della colonia più numerosa della città».
«Il fatto che si tratti di una struttura mobile non significa che una volta aver fatto ambientare i gatti verrà necessariamente rimossa – ha spiegato la Laviano -. Come per tutti gli animali, le malattie che colpiscono il gatto domestico, possono essere di molteplice natura: batteriche, virali, micotiche, parassitarie o metaboliche. Alcune di esse sono specie-specifiche, vale a dire che colpiscono esclusivamente il gatto, altre invece possono essere trasmesse ad altre specie animali o all’uomo. Le patologie che possono colpire anche l’uomo sono dette zoonosi, parola ormai entrata nel vocabolario di tutti vista la pandemia che stiamo vivendo. È molto importante che chi si occupa dei gatti di colonia ne conosca i sintomi al fine di diminuire il più possibile il rischio di contagio – ha concluso l’assessore -. È compito di un’Amministrazione ridurre al minimo i rischi creando strutture in cui sia facilitata l’azione di monitoraggio dello stato di salute degli animali».
(L. Pat.)
Una casa per i gatti randagi del cimitero, il Comune investe 11mila euro
Si può sapere quali sono queste associazioni animaliste di cui si parla?
Per 1000 euro vi risolvo io il problema e ve ne faccio risparmiare 10000
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati