Un appello per sostenere e rivitalizzare un settore che con la pandemia ha visto precipitare una situazione già pericolosamente in crisi. A lanciarlo Matteo Piervincenzi, presidente della sezione Calzature di Confindustria Macerata. «Gli ultimi dati parlano di una perdita di fatturato nel 2020 fra il 30% ed il 60% in un comparto fortemente concentrato proprio in questa Regione che conta 30mila addetti nelle calzature e pelletterie e 10mila addetti nel tessile abbigliamento – sottolinea – Le aspettative di ripartenza di fine 2020 e inizio 2021 sono state ampiamente disattese dalla ripresa della pandemia con la permanenza del blocco di ogni attività commerciale e fieristica. C’è da sottolineare poi che già si notano cambiamenti strutturali nelle dinamiche dei consumi. Un quadro di estrema gravità a cui vanno ad aggiungersi le conseguenze negative ampiamente note del sisma del 2016 e della crisi del sistema creditizio locale. Interventi legislativi come il “Decreto Sud” di certo poi penalizzano la competitività delle nostre imprese rispetto ad esempio a quelle Campane o Pugliesi. Evidenzio inoltre con sincero stupore come la recente legge di Bilancio 2021 (all’art. 1, commi 157 e 158) ponga una particolare attenzione per il settore tessile Biellese senza fare menzione alcuna di distretti analoghi in medesime difficoltà. Ricordo che le Marche rappresentano un terzo della produzione nazionale di calzature con una propensione all’export superiore all’80%. Ribadisco quindi l’estrema urgenza di avviare un piano organico e condiviso di rilancio del settore calzaturiero che protegga e valorizzi le competenze del comparto, ricorrendo anche alle opportunità che l’economia digitale ci offre, per dare nuova “linfa” ad un distretto con tante potenzialità ancora da esprimere e per contrastare il progressivo declino dell’intera economia regionale». Piervincenzi prosegue: «Non possiamo permetterci la disgregazione di una realtà, che rappresenta, con le sue filiere e per lo specifico know how, il fiore all’occhiello dell’impresa manifatturiera marchigiana e del Made in Italy nazionale». Il presidente della sezione Calzature di Confindustria Macerata propone «Un percorso da attivare rapidamente, attingendo anche dalle risorse del Recovery Fund, che secondo noi deve prevedere interventi immediati e di medio periodo quali: sostegni concreti e veloci alle imprese di fronte al prolungamento della crisi degli acquisti (il mercato è fermo, i negozi sono pieni di merce e anche la prossima stagione è già compromessa); potenziamento e proroga dei benefici nell’ambito della dichiarazione di “Crisi Complessa” con l’inserimento di interventi realmente idonei per le Pmi ad affrontare questo momento; rifinanziamento delle misure Simest anche per il 2021 con particolare attenzione alle Pmi; potenziamento dei contributi Cciaa per le attività promozionali e fieristiche realizzate anche in forma digitale; sostegni alla crescita digitale sia organizzativa che commerciale con la previsione di idonei interventi di affiancamento tramite voucher per le Pmi; sostegno per favorire la crescita dimensionale attraverso aggregazioni e fusioni, in accordo con gli Istituti di Credito; tutela del lavoro e delle competenze specialistiche del distretto calzaturiero marchigiano attraverso la riduzione di oneri, l’attivazione di meccanismi incentivanti e di misure di affiancamento e formazione; valorizzazione e promozione dell’area distrettuale e delle sue specifiche competenze ed eccellenze produttive, culturali, turistiche, attraverso un piano di marketing territoriale come ad esempio il progetto “Shoes Valley” sviluppato con successo in altri distretti (E.Romagna, Veneto e Toscana) e finalizzato ad attrarre sul nostro territorio buyer, investitori, turisti, consumatori; creazione di una piattaforma territoriale – logistica per il sistema Calzature Moda per favorire l’accesso ai mercati da parte delle Pmi». In conclusione, Piervincenzi evidenzia: «Un rilancio che non può comunque non contemplare anche una riorganizzazione delle infrastrutture da sempre carenti nella nostra Regione. E’ chiaro che per attuare queste proposte occorre un lavoro di squadra che coinvolga tutti gli attori del territorio, il presidente della Regione Acquaroli con la Giunta, le istituzioni, gli enti, i rappresentati sindacali, le associazioni di categoria, le università. Siamo disponibili al confronto per definire insieme programmi e priorità».
Da Rna a Montegranà sono grandinati molti milioni di Euro, tra ottobre e fine dicembre 2020, con plurifinanziamenti. Forse questo tizio non sa che è tutto trasparente e pubblico!
Andate a produrre in cina continuate continuate!!!! non e' colpa solo della pandemia!!
Conosco parecchi amici che lavorano nel campo delle calzature che hanno lavorato sempre! Questo e'un dilemma.
Ho paura che state attribuendo responsabilità alla pandemia che in realtà non ha. Troppi elementi sono contraddittori. Vediamo che esce fuori dai bilanci 2020 delle imprese del settore, nessuno nega la contrazione del fatturato ma aspettiamo di vedere i risultati netti, pagato o no , i dipendenti sono stati in cassa integrazione, comunque il costo per l'azienda si è ridotto, poi qualche credito d'imposta , se pur modesto , c'è stato. Molte meno fiere a cui si doveva partecipare per tradizione hanno ridotto i costi e chi doveva comprare ha comunque comprato senza necessità del faccia a faccia presso lo stand. Chiudete i bilanci e mostrateceli poi ne riparliamo
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Il declino del settore pelle/calzaturiero, distretto fermano/maceratese un tempo leader internazionale, è coinciso con l’entrata nel 2001 nel W.T.O. della CINA che troppo spesso non rispetta le regole, pratica concorrenza sleale con esportazioni in dumping, ovvero sottocosto per neutralizzare la nostra industria che per forza di cose è perdente.
La stessa politica di questo VIRUS CINESE (non solo COVID 19) è stata applicata anche in altri settori industriali, ma in qualche caso, come nel distretto della ceramica emiliana (e per fortuna!!), in seguito alle forti proteste dei produttori, BRUXELLES è intervenuta applicando dazi provvidenziali alle esportazioni cinesi, altrimenti avrebbero messo KO i distretti di MODENA e REGGIO EMILIA causando inevitabile disoccupazione.
Se chi ha il potere, come il nostro governo ma sopratutto l’UNIONE EUROPEA, non in ordine sparso, non legifera normative adeguate a tutela della nostra industria, verranno tempi peggiori…