«Ubi-Intesa, integrazione nei tempi
La nostra posizione è ancora più solida»

BANCA - Il ceo Messina commenta i risultati, al 30 settembre 2020, dell'istituto che registra un utile di oltre 3 miliardi

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Carlo-Messina

Carlo Messina

 

«La nostra posizione è resa ancora più solida dall’integrazione con Ubi Banca». Il ceo di Intesa San Paolo, Carlo Messina, lo ha detto commentando i risultati dell’istituto al 30 settembre. «Tutti i passaggi previsti dal processo di integrazione – ha proseguito sempre parlando dell’integrazione con Ubi – si stanno realizzando secondo i tempi previsti e in alcuni casi stiamo raggiungendo in anticipo gli obiettivi fissati. Di conseguenza ci aspettiamo di ottenere sinergie significative, anche superiori ai 700 milioni annunciati a giugno». 
Messina definisce il gruppo che guida «campione nazionale e leader a livello europeo, grazie alla forza di oltre 1 trilione di euro di risparmi che gli italiani ci affidano». Poi prosegue anticipando i tempi per l’integrazione: «Al vertice di Ubi Banca, abbiamo insediato un Cda di elevato standing; il team impegnato nel processo di integrazione sta svolgendo un notevole lavoro. Grazie a ciò le persone di Intesa Sanpaolo e di Ubi Banca nei prossimi mesi potranno mettere a fattor comune ulteriori elementi di crescita e sviluppo. Tutto questo ci pone nelle condizioni migliori per raggiungere un utile netto non inferiore a 3 miliardi nel 2020 e a 3,5 miliardi nel 2021, senza considerare l’integrazione con Ubi. L’utile netto previsto nel 2022 – compresi i benefici derivanti dall’integrazione con Ubi Banca – è di almeno 5 miliardi di euro. Tutto ciò mantenendo una elevata patrimonializzazione, anche considerando la potenziale distribuzione da riserve del dividendo a valere sul 2019».
Intanto si attende di sapere quali saranno le filiali Ubi trasferite a Bper: l’elenco potrebbe essere reso noto a metà novembre. «Intesa Sanpaolo ha già raccolto tra i suoi dipendenti e quelli di Ubi più di 5 mila richieste per approfittare dello strumento delle uscite volontarie – ha rivelato poi Messina , in merito all’accordo raggiunto con i sindacati per procedere con almeno 5 mila uscite entro il 2023 e con 2.500 assunzioni all’interno del progetto di integrazione con Ubi. «I dipendenti interessati, – ha ricordato Messina -avranno tempo fino al 9 novembre per presentare la domanda, dopo di che la banca dovrà valutare i relativi requisiti e le implicazioni delle uscite sull’operatività». Sul fronte delle assunzioni il top-manager ha rivelato come da inizio anno siano stati assunti circa 600 persone, ovvero oltre 840 tenendo conto di Ubi.

Riguardo ai primi nove mesi del 2020, Intesa commenta in una nota: «Confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto conseguente all’epidemia da covid-19, riflettendo la redditività sostenibile – derivante dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato e dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi – e il supporto del gruppo all’Italia anche con l’impegno a diventare un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale. La generazione di valore sostenibile per tutti gli stakeholder verrà accresciuta dall’unione con Ubi banca».

Questi i dati.

SOLIDO UTILE NETTO

• utile contabile: € 6.376 mln nei 9 mesi 2020

• escludendo il goodwill negativo originato dall’acquisizione di Ubi banca : € 3 .112 mln nei 9 mesi 2020

• escludendo anche i due mesi di apporto di ubi banca: € 3 .073 mln nei 9 mesi 2020, vs € 3 .310 mln nei 9 mesi 2019 • escludendo anche le rettifiche di valore su crediti per i futuri impatti di covid-19: € 3 .956 mln nei 9 mesi 2020, circa +20% vs 9 mesi 2019

risultato corrente lordo nei 9 mesi 2020 in aumento di circa il 16% vs 9 mesi 2019 (°) escludendo le rettifiche di valore su crediti per i futuri impatti di covid-19

(a. p.)

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