di Gabriele Censi
Ubi Banca ha chiuso il primo semestre con un utile netto contabile a 696 milioni, risultato al netto delle 3 banche acquisite (Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio e Nuova cassa di Risparmio di Chieti) a -27,7 milioni. Al netto delle poste non ricorrenti, l’utile del gruppo allargato si è attestato a 130 milioni. La solidità è confermata dai buoni livelli degli indici patrimoniali e strutturali: CET1 consolidato Fully loaded a 11,32% (era 11,29% al 31 marzo 2017 per Ubi Stand Alone), Phased in a 11,42% (era 11,44% al 31 marzo 2017 per UBI Stand Alone). “L’acquisizione delle tre bridge bank non ha messo in discussione la solidità patrimoniale di Ubi Banca – ha affermato il consigliere delegato, Victor Massiah commentando i risultati -. Dopo l’acquisizione delle tre banche abbiamo una banca solida dal punto di vista dei requisiti patrimoniali. Anche i flussi di nuovo credito deteriorato sono significativamente più bassi degli anni della crisi. Risultati incoraggianti, migliori della prima fase del nostro piano industriale e quindi incoraggianti per il futuro”.
Quali sono stati i risultati per il nuovo Gruppo? Quali le tendenze in atto in Ubi e nelle tre banche?
«I risultati sono migliori del previsto. Per quanto riguarda la parte di Ubi a vecchio perimetro assistiamo a un’ottima semestrale che triplica il risultato in confronto all’anno precedente. Complessivamente dal punto di vista del conto economico un buon semestre. Abbiamo assistito anche a una crescita degli impieghi in bonis che sono migliorati di circa un miliardo. Quindi direi un semestre di risultati importanti a vecchio perimetro. Però dobbiamo anche parlare per la prima volta dell’andamento economico delle bridge banks. Come abbiamo detto questo è, in termini di contributo al consolidato, la componente che deriva solo dal secondo trimestre. Quello che è avvenuto nel secondo trimestre è che la perdita che avevamo previsto – perché, ricordo a tutti, la parte di turnaround delle tre bridge banks con la riduzione del costo del personale e la migrazione dei sistemi informativi avverrà nell’ultima parte dell’anno e all’inizio degli anni successivi, e quindi era prevista ancora in perdita – quella perdita è stata nettamente inferiore a quanto previsto. Quindi complessivamente assistiamo a un risultato migliore di quanto pianificato e possiamo dire che in confronto a quello che era il piano industriale appena pubblicato abbiamo avuto un eccellente inizio».
Come procede il processo di integrazione?
«Da un lato abbiamo cominciato a fare le prime prove di migrazione con risultati molto buoni. Le persone di Ubiss (la società di Ict del gruppo Ubi, ndr) mi segnalano una eccellente interazione con il personale delle bridge banks, e abbiamo sostanzialmente la possibilità di confermare le date previste, cioè fine ottobre per Banca Marche, novembre per Banca Etruria e inizio dell’anno 2018 per CariChieti. E’ confermato che l’area Centro-Sud sarà suddivisa in tre zone con Jesi (Fontedamo) come sede per Marche, Abruzzo e Molise».
Quali sono gli ostacoli ancora da superare per muoversi verso una normalizzazione dell’economia?
«Sicuramente, seppur in netto miglioramento, l’occupazione – in particolare l’occupazione giovanile – deve evidentemente produrre degli effetti ancora migliori. Non possiamo pensare di avere oltre il 30% di disoccupazione giovanile, in un Paese normale. Quindi noi dobbiamo aiutare questi giovani, abbiamo peraltro previsto nell’ultimo accordo sindacale appena siglato l’assunzione di oltre 200 giovani, quindi daremo il nostro contributo».
Sponsorizzazioni, dopo la conferma della partnership con lo Sferisterio sarà rinnovato l’accordo ultradecennale con la Lube Volley campione d’Italia?
«Sulle situazioni già in essere, non vogliamo entrare in maniera violenta nei territori però contemporaneamente cerchiamo di avere delle proporzioni tra le diverse sponsorizzazione che facciamo: per fare un esempio sponsorizziamo Juventus, Atalanta e Brescia con investimenti proporzionali alle dimensioni, all’audience e all’impatto che queste hanno. Stiamo studiando attentamente quelle delle Marche e se ci saranno adeguate coerenze con le nostre regole cercheremo di accompagnare i territori».
La banca è ora il primo istituto di credito delle Marche e diventa decisivo per la ripresa economica, anche dopo il sisma. Ci sarà maggiore apertura sulla concessione del credito alle imprese?
«Siamo intervenuti anche con aiuti diretti e avremo coerentemente con il merito creditizio attenzione per le imprese più sfortunate»
la lube cambierà nome... diventerà L'UBI....
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