Elezioni regionali, è Romano Carancini ad avere ottenuto il maggior numero di voti nel Pd nella circoscrizione di Macerata. Dopo la verifica dei verbali di sezione che si è conclusa oggi al tribunale di Macerata, l’ex sindaco ha ottenuto 18 preferenze in più rispetto al consigliere regionale uscente Francesco Micucci. La proclamazione ufficiale è attesa a ore dalla Corte d’appello di Ancona a cui sono stati trasmessi i verbali dal tribunale di Macerata. A Romano Carancini sono andati 2.371 voti, a Micucci 2.353. Questo è il dato ufficiale dopo la verifica effettuata dall’Ufficio centrale circoscrizionale del tribunale di Macerata. In prima battuta invece sembrava che a vincere fosse stato Micucci con 5 preferenze in più rispetto a Carancini. Per Micucci – che aveva fatto anche affiggire manifesti a Civitanova per ringraziare dell’elezione – sono state confermate le 2.353 preferenze, ma è Carancini ad essere cresciuto: da 2.348 che era stato il primo conteggio, a 2.371. Una situazione che era stata anticipata nei giorni scorsi da Cronache Maceratesi. Il problema era sorto nel seggio 38 di Villa Potenza dove non erano stati trascritti 23 voti, proprio quelli che hanno portato Carancini in testa su Micucci.
(redazione CM)
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GNE SE FA GNE SE FA!
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E’ entrato, come si dice, per il rotto della cuffia: se ne ricordi.
Che strano che in una sezione ci si sia dimenticati di trascrivere le preferenze per Carancini.
Capirei se una cosa del genere avesse riguardato l’occasionale preferenza per un candidato di seconda fila di una lista minore, magari in un comune lontano dalla zona di radicamento del candidato.
Ma che, in una sezione del comune di Macerata, nessuno, tra i componenti del seggio, si sia accorto che erano saltate 23 preferenze per il candidato di punta di quella città in una delle liste principali mi sembra, nella migliore delle ipotesi, un infortunio grave (spero che il presidente di quella sezione non sia più chiamato a svolgere quell’incarico).
Nella peggiore delle ipotesi è una dimenticanza sospetta.
Se quella sezione avesse fatto la c.d. ‘prova del nove’ si sarebbe resa conto che la somma di tutti i voti era inferiore al numero dei votanti: la differenza era proprio pari al numero delle preferenze per l’avv. Carancini.