Alberto Cicaré
«Senza pregiudizi, ma con la fermezza delle proprie idee. I valori e le esigenze che hanno portato alla nascita del progetto Strada Comune – Potere al Popolo sono evidentemente differenti rispetto a pratiche e atteggiamenti espressi dalla Curia, ma il mondo cattolico contiene tante sensibilità e insieme ad alcune di queste si possono elaborare progetti per il bene comune, abbattendo barriere ideologiche che non sono utili a nessuno». Con queste parole Alberto Cicaré, candidato sindaco a Macerata per la civica di sinistra, spiega il senso del suo incontro con il vescovo Nazzareno Marconi. Era stato proprio il capo della Diocesi a lanciare un invito per un colloquio con i candidati e così anche Cicaré, come hanno già fatto Sandro Parcaroli (centrodestra) e Roberto Cherubini (M5s) e come annunciato farà Narciso Ricotta (centrosinistra), ha risposto positivamente e ha incontrato il vescovo. «È stato un confronto schietto e senza ipocrisie – spiega Cicaré – a partire dalla premessa che non esiste più un partito dei cattolici ma che è fondamentale la valutazione delle idee e dello spirito con i quali si affronta la campagna elettorale e che la libertà di coscienza è un valore da preservare con forza. Il vescovo ha mostrato sensibilità e condivisione verso l’idea di città di Strada Comune e Potere al Popolo: costruire il bene comune e la pace sociale è possibile solo attraverso un impegno quotidiano per la giustizia sociale. Rendere Macerata una città realmente equa, aperta, in grado di non lasciare indietro nessuno e di combattere le ingiustizie umane e ambientali: su questo le numerose comunità cristiane possono e devono svolgere un ruolo fondamentale. In quest’ottica, si è convenuto che esiste già un grave problema relativo alla condizione dei più deboli e degli emarginati, che sta risucchiando in una condizione di bisogno sempre più soggetti, a causa di un modello economico e ambientale malato». Su alcuni temi Cicaré ha ammesso che c’è stata «una sorprendente e profonda condivisione. L’esigenza di superare il modello di una città che inizia ai Cancelli e finisce al Duomo, con cittadini di serie A e di serie B, ma che deve essere unita tra frazioni, quartieri e centro storico – ha aggiunto il candidato – la necessità di creare un sistema della mobilità più efficiente, a partire dai mezzi pubblici; il superamento del centro storico come salotto buono circondato da una città che si sfalda (“il salotto non esiste più, ora si costruiscono gli open space”); l’urgenza di trovare spazi e occasioni di lavoro per i giovani sfruttando le potenzialità delle istituzioni culturali presenti in città». Nel corso della discussione Cicaré ha evidenziato come il progetto Strada Comune – Potere al Popolo nasca anche dal bisogno di reagire ai fatti che due anni fa hanno sconvolto la nostra comunità (l’omicidio di Pamela Mastropietro e il raid razzista di Luca Traini) chiedendo al Vescovo i motivi che lo hanno spinto a opporsi e non partecipare alla grande manifestazione del 10 febbraio 2018. «Rimaniamo su posizioni diverse – ha concluso Cicaré – perché noi siamo convinti che fosse necessario, e sia tuttora fondamentale, erigere una barriera solida e chiara a razzismo e violenza, ma adesso è il tempo di rimarginare le ferite che l’emarginazione e le disuguaglianze creano nel nostro corpo sociale, costruendo progetti comuni per la Macerata del futuro con le realtà che praticano l’accoglienza, la solidarietà, il mutualismo».
Sandro Parcaroli ricevuto dal vescovo: «Restituiamo Macerata ai giovani»
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Ed anche il terzo è andato…
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L’Amico del popolo, pur rimarcando differenze, non si è sottratto all’incontro.
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Perché, in parole semplici (senza le supercazzole in politichese), il senso è che ci sono tante anime nel cattolicesimo e magari (speriamo) che qualcuno decida di votare per noi…
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Chissà se Lavrentij Pavlovič Berija sarebbe stato contento di vedere i propri pronipoti genuflettersi così tanto…
Il cerchio-bottismo, nei fatti degenerazione del compromesso storico, è vivo e vegeto.
Non esiste più un partito per i cattolici. Il vescovo lo sa benissimo come sa altrettanto meglio che continuano ad esserci molti cattolici per un partito.
Nel 2018 il programma elettorale di Potere al Popolo prevedeva l’abolizione dei Patti Lateranensi; ma, si sa, nella città in cui persino i partiti laici votarono a favore dell’adozione del titolo di “Civitas Mariae” per Macerata, la laicità si svende facilmente.
Il fatto che un candidato a sindaco sedicente di sinistra ritenga normale parlare con il vescovo di questioni come il trasporto pubblico, come se un’autorità religiosa avesse titoli particolari per esprimersi in materia, è già di per sé indicativo dell’inconsistenza e dell’inutilità di questa lista di sinistra.
Enrico IV di Francia disse che “Parigi val bene una messa”.
Poiché Macerata non è Parigi Cicarè è andato a messa per molto meno, e credo (e spero) che non otterrà neanche il poco cui aspira.