Casa di riposo di Cingoli
di Leonardo Giorgi
Finisce l’emergenza Covid-19 nella casa di riposo di Cingoli. Nella struttura, dove c’è stato uno dei primi e più grandi focolai di Coronavirus in provincia (con 9 morti su 39 anziani ufficialmente infetti dall’inizio della pandemia), sono tornati oggi pomeriggio 26 ospiti guariti che erano stati temporaneamente ricoverati nel vicino ospedale. Tra i 26 ospiti, 25 di questi avevano contratto il virus e sono risultati negativi ai tamponi effettuati nelle ultime settimane. Altri cinque anziani positivi sono attualmente ricoverati al Covid hospital di Chiaravalle, ma sono in buone condizioni e risultano ormai asintomatici, in attesa dei tamponi per determinare l’eventuale negatività.
L’emergenza nella struttura era iniziata nei primi giorni di marzo, quando tra gli ospiti si sono diffusi i primi sintomi del Covid-19. Pochi giorni dopo, il 16, sarebbe scomparsa all’ospedale di Camerino il primo caso accertato di Coronavirus della Rsa cingolana, l’89enne Isolina Carbonari. Il caso del focolaio di Cingoli diventa in poche ore nazionale, una tragica anticipazione di quello che sarebbe diventato chiaro all’opinione pubblica da lì a poco: il dramma dei contagi di massa nelle case di riposo di tutta Italia, in particolare nelle regioni del Nord. La situazione nella struttura cingolana è stata tenuta sotto controllo, oltre che dagli operatori sanitari della Rsa, dal contributo volontario del medico di base Luigi Ippoliti, dai medici e gli infermieri della Marina militare con il supporto del comitato locale della Croce rossa e della Protezione civile.
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