In arrivo 25mila mascherine, diversi ospiti della casa di riposo in via di guarigione. Buone notizie a Cingoli, dove nelle ultime ore 18 anziani ospitati nella struttura divenuta vero e proprio focolaio di infezione da Coronavirus sono risultati negativi ad un primo tampone. I pazienti hanno già effettuato il secondo test e se i risultati confermeranno il responso saranno considerati ufficialmente guariti (in totale sono 33 gli ospiti che hanno contratto il Covid-19 nella struttura, sette sono morti). Per quanto riguarda i presidi medici «nelle prossime ore dovrebbe arrivare il via libera al carico da 25mila mascherine, ordinate dal Comune di Cingoli, ferme da giorni ai controlli doganali di Malpensa – comunicano il senatore della Lega, Giuliano Pazzaglini, e la deputata del Carroccio, Giorgia Latini -. I dispositivi sono indispensabili, oltre che alla comunità, ai medici che operano in ambienti Covid-19 dell’ospedale, dove il sindaco ci ha segnalato l’insorgere di un nuovo focolaio, e alla casa di riposo per anziani che, grazie all’intervento diretto del senatore Salvini con la presidenza del Consiglio, è stata attenzionata nelle scorse settimane». «Solo dopo la segnalazione al premier Conte – affermano – alla Rsa sono stati inviati medici militari per sopperire alla mancanza di personale sanitario interno». In totale a Cingoli il Comune ha distribuito 11mila mascherine ospedaliere a tutte le famiglie e ne è prevista la distribuzione di altre 40mila. Per ogni famiglia sarà distribuita inoltre una mascherina prodotta dalla Lardini Spa di Filottrano. Nelle scorse settimane sono stati acquistati e consegnati cinque saturimetri per l’ospedale e tre per la casa di riposo.
Il consigliere Raffaele Consalvi
Intanto il consigliere di opposizione, Raffaele Consalvi, formula due proposte al sindaco Michele Vittori in una lettera aperta alla cittadinanza: comunicazione quotidiana sul numero dei contagi e test rapidi su base volontaria. Consalvi sottolinea, alla luce degli ultimi casi positivi emersi nell’ospedale comunale, «la crescente preoccupazione tra i nostri concittadini sulla scarsa comunicazione da parte delle istituzioni in riferimento all’evolversi della situazioni». Il consigliere spiega che «i sessanta contagi che si sono sviluppati nella nostra città fa emergere un dato preoccupante che pone Cingoli con il suo 0,60% tra i primi comuni delle Marche per numero di contagi rispetto alla popolazione, il doppio della media delle Marche e la stessa percentuale della Lombardia». Consalvi procede quindi a elencare le sue proposte per rassicurare i cittadini e contenere il contagio guardando alla fase 2: «Comunicazione ogni giorno da parte del Comune sui canali istituzionali del numero dei contagi, numero delle persone poste in quarantena e altre informazioni utili a riguardo. E – aggiunge – farsi soggetto coordinatore in collaborazione ad altre associazioni come Croce rossa, Avis, Aido, Protezione civile, dopo aver acquisito la disponibilità dei medici di base, per poter fare un test rapido del sangue su base volontaria, ma che per avere successo ovviamente, deve interessare la stragrande maggioranza della popolazione. Di questi test in commercio ce ne sono moltissimi, tra cui quello di una azienda marchigiana che lo ha registrato presso il Ministero della Salute come dispositivo medico, distribuito già a diverse strutture sanitarie e alcuni Comuni come Osimo, che ha un grado di affidabilità oltre il 90%». «Questo screening – conclude l’ex candidato sindaco – che non sostituisce il tampone, permetterebbe però di far emergere le persone positive asintomatiche, le positive e quelle negative. Il Comune, oltre come dicevo al coordinamento, si potrebbe far carico del costo del test per quelle persone che si trovano in reali difficoltà economiche».
(Leo. Gi.)
Dieci positivi all’ospedale di Cingoli: «L’infezione proviene da un’altra struttura»
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