«Questo territorio deve essere modello di ricostruzione a misura d’uomo. Unicam è un ateneo dalla antica e alta tradizione che ha dimostrato grande forza e capacità di affrontare e vincere le sfide». Così il premier Giuseppe Conte all’apertura del 684esimo anno accademico dell’università di Camerino. Una visita che il presidente del Consiglio non ha voluto perdere nonostante i problemi del maltempo «dovrò partire per Venezia ma ci tenevo ad essere qui» ha detto.
Una comunità «che ha una lunghissima tradizione, ha dimostrato grandissima capacità di affrontare e vincere le sfide e una capacità elevatissima di mantenere la sua tradizione – ha detto Conte -. A voi studenti dico che state percorrendo un itinerario di crescita culturale e dovete essere consapevoli che siete in un luogo che ha una lunghissima e altissima tradizione. Tra l’altro ho scoperto con piacere che l’attesa media per i laureati di Unicam per trovare il primo impiego è inferiore a 6 mesi, un dato molto importante e significato e un ottimo traguardo che vi deve fare ben sperare».
Questo a fronte di una generazione di giovani italiani ancora fatta di precari e disoccupati «La piaga del lavoretto non dà molta dignità e non affranca con i bisogni. Università virtuose come queste devono contribuire ad essere incubatrici di una spiccata inversione di tendenza».
Poi Conte ha parlato del sisma: «Le sfide del presente non sono state semplici per questi luoghi e le persone che ci vivono, il sisma dell’autunno 2016 ha arrecato una profonda ferita, un grave vulnus a questo territorio.
Ho letto anche pagine toccanti scritte dal rettore Pettinari i giorni successivi al sisma e della volontà di dimostrare di essere vivi, programmare la ripresa delle lezioni a pochi giorni dal terremoto, tenendosi in contatto con gli studenti. Mi ha colpito nel racconto del rettore la sua decisione di invitare l’ingegnere dell’ufficio tecnico a non spegnere le luci del campus dopo il sisma, neppure dopo la mezzanotte. Le luci non devono essere spente.
La forza d’animo dimostrata è stata ammirevole. Dopo sette giorni dal sisma alcuni studenti hanno conseguito la laurea con discussione della tesi nel campus stesso. Dopo 14 giorni sono riprese le lezioni a Giurisprudenza. A novembre riaperti gli uffici non pericolanti. Si è ripreso ad accompagnare gli studenti a casa la sera. Quello che ha fatto questa comunità lo dobbiamo ricordare alla comunità nazionale: ha saputo stringere i denti, si è impegnata con forza e determinazione per continuare ad esistere con determinazione per continuare ad esistere e mantenersi viva».
Il premier ha poi continuato dicendo che «bisogna creare lavoro con le peculiarità di questo territorio che deve essere modello di ricostruzione a misura d’uomo, che non snaturi lo spirito del luogo, il genius loci si diceva, che lo rende inconfondibile a chi vive e a chi viene a visitarlo. Dobbiamo imparare dalla vostra comunità: resiliente che adotta grande capacità di adattamento e di raccoglie le sfide. Ma nessuno può fare tutto da solo. Noi ci stiamo impegnando, mi fa piacere il governatore Ceriscioli lo abbia riconosciuto, bisogna lavorare tutti insieme».
Sull’ultimo decreto legge sul sisma: «mi sono reso conto che ancora c’era da fare e ancora non riusciva a decollare il processo di ricostruzione – ha detto il premier -. Così è nato questo nuovo strumento normativo che soprattutto punta alla semplificazione. Contiene anche misure a contrastare lo spopolamento dei territori. Spero questo strumento possa davvero essere finalmente risolutivo, se necessario torneremo a lavorarci insieme e a intervenire. Questo è un decreto che io voglio sia condiviso da tutti. Ci aspettiamo una accelerazione per interventi di edilizia privata e abbiamo puntato alla responsabilizzazione dei professionisti. Per gli edifci pubblici puntiamo soprattutto allo snellimento per lo smaltimento dei rifiuti». E ancora «Cercheremo di lavorare seguendo il genius loci, cercando di rinverdirlo e rinvigorirlo». E ancora: «Quando si parla di Sistema Italia non si deve parlare di uno slogan privo di significato ma della necessità di lavorare in sinergia per raggiungere un obiettivo. Noi vogliamo fare la nostra parte. Nel decreto sisma abbiamo esteso l’incentivo “Resto al sud” anche alle regioni colpite dal sisma. Chi si vuole laureare qui sa dunque di poter contare su questa misura, qualora volesse sfruttare in campo imprenditoriale sul territorio le competenze acquisite». Al termine della cerimonia il rettore Pettinari ha consegnato a Conte il sigillo dell’università di Camerino.
(foto di Fabio Falcioni)
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Conte stai prendendo ” le pedecate” dei tuoi predecessori. Tutti. Parli troppo. Parlare di Ceriscioli non depone a tuo favore, significa che non lo conosci e quindi non conosci quello che ha rappresentato per le zone terremotate lui, la tua ministra alle infrastrutture tal De Micheli, il vecchio alleato Salvini che continua a non prendere più il caffè dalla Peppina e chiaramente Ceriscioli in testa e se non conosci nemmeno l’assessore alla Protezione Civile Angelo Sciabichetti, fa come dice Brunetta: ” Studia”. E la prossima volta vieni in Camper. Ne stiamo attrezzando un paio di zone con tutte le comodità a Camerino e qualche decina negli altri paesi del cratere. L’idea centrale sarebbe quella che chi aveva la seconda casa adesso potrà ritornare in vacanza in camper. Purtroppo sono molto limitato intellettualmente o non abbastanza fantasioso o sufficientemente contorto e non riesco ad allargare questa idea nella mente che così a naso non sembra tanto sbalorditiva. Se tu ci riesci, chiedi come funziona. Sei mesi il tempo medio per trovare lavoro per chi esce da Unicam e anni per il laureato che non esce da Unicam. Forse chi esce da altre prestigiose università, come si suol dire non sono all’altezza di Unicam? Mi sembra questo un argomento da sviscerare. Grazie Cm che spesso mi salvi salle brume del mattino mettendomi subito di fronte a questi tragici avvenimenti.
“resilienza
La velocità con cui una comunità (o un sistema ecologico) ritorna al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato; le alterazioni possono essere causate sia da eventi naturali, sia da attività antropiche. Solitamente, la r. è direttamente proporzionale alla variabilità delle condizioni ambientali e alla frequenza di eventi catastrofici a cui si sono adattati una specie o un insieme di specie. Per es., le garighe mediterranee o la vegetazione dei pendii franosi possiedono un’elevata resilienza.”
Parlare di resilienza nelle zone terremotate è paradossale e anche provocatorio.