di Giuseppe Bommarito*
Le Marche continuano ad essere saldamente in testa alla tragica graduatoria nazionale del tasso di mortalità per overdose, mentre la cosiddetta politica repressiva in atto nel nostro Paese mostra ogni giorno di più tutte le sue ambiguità e falsità, tutta la sua inconsistenza. Al contempo, inizia a presentare non lievi aspetti di scarsa credibilità anche la prevenzione che si cerca di portare avanti in provincia tramite il comitato “Uniti contro la droga e tutte le dipendenze”, sempre comunque insufficiente dinanzi alla vastità del fenomeno e alla molteplicità di soggetti che remano contro (si vedano, solo per fare qualche recente esempio locale, i casi di Antonello Venditti che allo Sferisterio si è permesso di parlare della marijuana come di un dono di Dio e del consigliere comunale di Corridonia che pubblicamente e irresponsabilmente ha attaccato il Questore di Macerata, uno dei pochi funzionari di polizia che, nell’ambito del panorama nazionale dell’azione di contrasto, sta portando avanti, nonostante un sistema normativo cosiddetto di repressione che è veramente ridicolo, una non comune battaglia contro tutte le droghe, anche quelle legali se vendute a soggetti minorenni).
Andiamo per ordine. Quest’anno, sino ad oggi, sono morte in Italia per overdose 205 persone (165 uomini e 40 donne), con un tasso di mortalità pari a 5,3 decessi per milioni di abitanti (la popolazione considerata, quella cioè a rischio, va dai 15 ai 64 anni). Nelle Marche, che in maniera a prima vista sorprendente sopravanzano di gran lunga in questa classifica della morte regioni come la Campania, il Lazio, la Lombardia, il Veneto, ad oggi i decessi per overdose sono ben 14, con un tasso di mortalità addirittura pari a 14,5 decessi per milioni di abitanti. E di questi 14 decessi marchigiani per overdose (10 uomini e 4 donne), ben 9 si sono verificati nel sud delle Marche, nelle province di Macerata, Fermo ed Ascoli, tra la foce del Potenza e quella del Tronto, dove operano e prosperano spietate bande di criminalità organizzata italiane e straniere (albanesi, pakistani e nigeriani in primo luogo). Ciò certifica la giustezza dell’analisi di Salvatore Giancane, studioso bolognese da decenni sul campo, che nel suo ultimo libro uscito nel 2018 “Il mercato globale dell’eroina. Dall’Afghanistan all’Adriatico”, ha individuato nella nostra regione, per una serie di considerazioni che qui sarebbe troppo lungo esporre ma che gli operatori delle forze dell’ordine dovrebbero valutare attentamente, il principale luogo di arrivo dell’eroina proveniente direttamente dall’Afghanistan oppure, con un giro molto più lungo, dalla Nigeria. L’eroina, la droga che più uccide e che laddove sbarca lascia una tremenda scia di morte e di dolore più consistente che altrove, nel territorio marchigiano è praticamente di casa.
Nel frattempo sta arrivando anche nelle Marche un altro potentissimo veicolo di morte, il Fentanyl, un farmaco analgesico narcotico contenente oppioidi sintetici, usato in sala operatoria per anestesia e come forte antidolorifico, nonché come sedativo per animali di grandi dimensioni. Negli Stati Uniti tale farmaco, distribuito direttamente dalla casa farmaceutica produttrice, con grandissimi numeri di smercio grazie a medici compiacenti pronti a prescriverlo per qualsiasi banale doloretto, oppure alterato in laboratori clandestini dai cinesi e venduto al mercato nero, da tempo utilizzato impropriamente come sostanza stupefacente e come tale 100-200 volte più potente dell’eroina “normale”, sta facendo delle vere e proprie stragi, con oltre 70.000 morti ogni anno. Un’epidemia mortale che sembra inarrestabile, dovuta anche all’avvenuta legalizzazione della cannabis in molti stati degli Usa che ha alzato l’asticella della trasgressione giovanile e, di conseguenza, ha spostato gli investimenti della criminalità organizzata sull’eroina e soprattutto sugli oppioidi sintetici, meno costosi della sostanza naturale e più facili da reperire nell’ambito del mercato della morte “stupefacente”.
In Italia, nonostante la difficoltà di riconoscerne in laboratorio la molecola, il Fentanyl o qualche prodotto similare con sicurezza ha già ucciso per overdose almeno tre persone. Nelle Marche, perché qui in materia di droga non ci facciamo mancare niente, almeno un decesso, quello di un cinquantenne avvenuto a Fermo nello scorso mese di settembre, appare legato a questo potentissimo oppioide sintetico. Gli accertamenti tossicologici sono in corso, ma è certo che il Fentanyl, un vero e proprio incubo mortale proveniente dall’America, presto, come tutti i fenomeni nati e cresciuti oltre oceano, sbarcherà prepotentemente nel nostro Paese, con conseguenze tragiche purtroppo facilmente prevedibili. Fondamentali saranno da noi il ruolo dei medici di base e l’attenzione che essi dovranno porre nel non prescrivere senza una reale necessità il Fentanyl, passibile di un uso illecito come sostanza drogante oppure di cessione altrettanto illecita a terzi per analoga finalità.
L’Ordine provinciale dei Medici, presieduto da Romano Mari, su questo pericolo che, come una nube scura e tempestosa, già si profila all’orizzonte, dovrebbe sensibilizzare con fermezza gli iscritti e l’utenza: organizzare convegni, illustrare i rischi di un uso improprio del farmaco Fentanyl, suggerire prescrizioni attente e possibilmente ristrette al massimo. Altrettanto dovrebbe fare l’Ordine provinciale dei Farmacisti, presieduto da Luciano Diomedi, raccomandando ai propri iscritti di non consegnare ai clienti privi di ricetta analgesici contenenti oppioidi sintetici, come invece avvenuto poche settimane fa a Firenze, laddove – come si ricorderà – due ragazzi belgi in vacanza in Italia sono morti per overdose proprio per questo motivo.
Intanto, mentre la droga dilaga in Italia e, per un verso o per in altro, si presenta alla base della quasi totalità dei reati che suscitano profondo allarme e sconcerto sociale, il nostro Comitato “Uniti contro la droga e tutte le dipendenze”, costituito presso la prefettura di Macerata, che già fatica per l’enorme difficoltà del compito (nelle scuole i ragazzi ci dicono che la cannabis non fa male perché è ormai legalizzata, visto che si vende liberamente nei negozi di cannabis light), per la sua intrinseca fragilità e per la presenza di tanti cattivi maestri presenti anche sulle reti tv nazionali (il vice questore Rocco Schiavone, che ha un debole per gli spinelli, è un esempio emblematico), rischia di perdere molta credibilità a causa dell’atteggiamento del comune di Civitanova, importante componente del comitato, sulla ludopatia. E’ noto che la ludopatia è una gravissima dipendenza, che va quasi sempre a braccetto con la droga e con l’alcol, eppure la giunta di questo comune costiero, ormai ai primissimi posti in Italia per volume del gioco d’azzardo, con tutti i disastri economici ed i suicidi che ne conseguono, si sta rifiutando da anni di formulare un proprio regolamento che sia rispettoso dei limiti posti da una legge regionale del 2017, peraltro abbastanza blandi, in materia di orario e delle distanze minime dai luoghi sensibili come le scuole.
Il prefetto di Macerata Iolanda Rolli, persona che sinora ha dimostrato notevole sensibilità sulle problematiche poste da tutte le dipendenze, dovrebbe intervenire con forza e indurre il comune di Civitanova a rispettare la normativa regionale, oppure, in difetto e sino a quando tale adeguamento non avverrà, dovrebbe escluderlo dal comitato “Uniti contro la droga e tutte le dipendenze”. Il rischio, in mancanza di ciò, è quello di una forte delegittimazione agli occhi dell’opinione pubblica, del Comitato stesso.
*Giuseppe Bommarito (Presidente Ass.ne “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”)
Ludopatia, la triste confessione: «Sono stanco morto e solo Il rammarico è per i miei figli»
Traffico di cocaina, intercettazioni tra boss: le mani della ‘ndrangheta sul Maceratese
Purtroppo, io vedo il problema principale nelle mancate condanne nei confronti degli spacciatori che vengono arrestati. Da quando c'è Pignataro a Macerata, diverse volte sono stati arrestati gli spacciatori (quasi sempre extracomunitari, ormai è quasi inutile ricordarlo), ma poi le pene sono ridicole o addirittura non applicate, quindi si fa presto ad individuare chi è che non risolve questo serissimo problema. Patteggiamento, obbligo di firma, arresti domiciliari, ecc.: tutte misure blande che permettono tranquillamente a chi delinque di proseguire nella propria attività criminale.
Riguardo la ludopatia lo Stato sta facendo molto.Ha fatto un bel condono da oltre 90 miliardi a favore delle sale slot machine.Effettuata da una certa classe politica abituata a pianificare la povertà della società civile per poi aiutare con i soldi pubblici.
una nazione dove chiudono i negozi e ci sono sale slot ogni km, non ha futuro
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…EVVIVA…i nostri giovani sempre più liberi, si, e completamente schiavi!! gv
Qualsiasi mercato vive e prospera sulla domanda.Si spegne solo riuscendo ad incidere su questa che,però,nasce da assuefazione.Perseguire l’offerta forse ottiene l’effetto di incrementare i prezzi,che non so quanto può allontanare i consumatori.Si dovrebbe riuscire a far capire che il paradiso artificiale non rende migliore la vita,ma che,anzi,la peggiora,come minimo per le risorse finanziarie che assorbe.
Anche se sono diverse le sostanze per pericolosità è unico il problema della droga che va combattuta con la massima risolutezza non solo sulla domanda ma soprattutto sull’offerta da parte di organizzazioni criminali sia nazionali che di immigrati. Ennesimo meritorio intervento dell’avvocato Bommarito per chiarezza espositiva !!!
A Civitanova, eroina e hascisc si sono accasati già nei primi anni settanta. Non si può dire che l’eroina non sia stata combattuta tanto che per un certo periodo sembrava quasi scomparsa, surclassata dalla cocaina. Più probabile che ciò sia avvenuto per un mero calcolo spaccio/economico che non per la minore richiesta di eroina. Attualmente dappertutto, come risulta dalle analisi possiamo dire con la massima sicurezza che oltre all’arrivo di fiumi di droga, che sono i fiumi stessi pieni della sostanza. E questo già fa capire l’intensità del problema che alla luce degli eventi non mi sembra ci sia nessuna possibilità che il traffico degli stupefacenti diminuisca. Se non ci sono leggi che tutelino dalla diffusione della stessa, si facciano almeno leggi che proibiscono sì lo spaccio ma con aggravanti tali per chi spaccia sostanze come il Fentanyil che la porta del carcere non si spalanchi tanto presto per chi lo miscela e lo vende assieme all’eroina rendendola più che droga un veleno con enormi potenzialità di ammazzare come risulta dagli effetti omicidi riscontrati negli Usa. Certo sarebbe un palliativo ma ciò eviterebbe l’aumento di morti tra chi già vive la sconcertante, difficile, tragica vita dell’eroinomane che così viene ancora di più annientata da chi non esita ad ammazzarli risparmiando sulla sostanza e guadagnando molto di più avvelenandoli. Meglio poco che niente. Per altri tipi di droghe sta a chi di dovere impedirne l’uso e la diffusione dove solitamente avvengono. Io non sono un proibizionista assoluto visto che non mi sembra abbia mai dato alla fin fine buoni risultati ma già farei , sulla legalità, una bella differenza tra chi spaccia a minorenni e non, usando se possibile farlo per il Fentanyil, un atteggiamento simile anche per lo spaccio di “ fumo “. A Civitanova, la nuova amministrazione è completamente scollegata dai suoi stessi amministratori minori, figuriamoci dagli amministrati. Pur se vengono considerate tutte dipendenze, credo che ognuna abbia il suo modo in cui affrontarla. Io ho sempre visto, prima dell’avvento delle slot, che il grande gioco che veniva effettuato in circoli privati era molto legato alla prostituzione con cui c’era una certa affinità nel caso di serate particolarmente fortunate. La ludopatia da slot è ancora in divenire, tralasciando i bar dove hanno qualche macchinetta dove i giovani non mi pare che abbiano tutti questi soldi da dividere tra erba, cocaina, gioco e alcol, il problema lo vedrei più economico/sociale visto l’andazzo che sta anzi che ha già preso considerando che molta gente si sta avvicinando al gioco, gente che prima potevi vedere al massimo a giocare a tombola. Per il gioco seppur possa essere distruttivo socialmente ,lo lascerei ancora tra i danni minori anche se rispetto ai famosi e fumosi circoli sta contagiando chi non essendo avvezzo ad anni di sperperi sui tavoli verdi tra un cognachino e un whisky non conosce perfettamente il rischio a cui va incontro. Sull’alcol parlano le serate dei fine settimana dove vengono fatte stragi di patenti ma nulla cambia. Mi sembra che stiano aumentando gli incidenti automobilistici tra alcol, cocaina forse ecstasy se si usa ancora e chissà quali altre sostanze. Mettere un fermo a tutto mi sembra complicato visto che decenni di lotta non hanno portato a grossi risultati Forse i rimedi vanno cercati, sicuramente nelle scuole ma anche nelle famiglie e altrove. Reprimere fino adesso a che cosa ha portato? Però si può comunque fare molto lavorando più sulle menti di chi ancora non sa, ma veramente, in che cosa si sta avventurando. Il post potrà sembrare confuso e sicuramente lo è, ma trattando questi temi dove la trovi la certezza di fare ragionamenti che non siano solo sensati ma anche efficaci.
Come per il fumo e per l’alcol, la droga si comincia a provare da piccoli e d’altronde da piccoli non si hanno difese. Allora i genitori devono vegliare su di loro.
Come sempre, grazie avvocato per questa battaglia impari, che con, pochi, altri, portate avanti nell’interesse di tutti, in special modo dei nostri giovani.
Ho sentito questa nuova droga potentissima su un servizio al Tg1 di qualche giorno fa’.
Domando all’avvocato come può trovarsi per le Marche quel tasso di mortalità visto che gli abitanti sono 1 milione e mezzo. Grazie.
Sul Fentanil e i suoi derivati e sull’eroina ad alto tenore di principio attivo c’è stata una apposita e ufficiale allerta del Ministero della Salute inviata nel luglio scorso ai vari enti e autorità. Si potrebbe cominciare a verificare cosa nel frattempo sia stato fatto dal sistema di prevenzione e cura nelle sue varie articolazioni a partire da quelle legate al SSN per finire con il mondo delle comunità. Mi pare che proprio il dott. Salvatore Giancane, insieme ad altri naturalmente, ricordi sempre come le analisi e la comunicazione debbano tenere conto della diversità delle sostanze e delle situazioni; e come di fronte ai consumatori e ai tossicodipendenti (due categorie già di per sé non sovrapponibili) vadano organizzate risposte di intervento e di terapia il più possibile personalizzate (ed è un po’ un’utopia) o almeno non totalizzanti e rigide. L’intreccio perverso tra la domanda di sostanze (influenzata da tendenze e impulsi che emergono e cambiano nella società) e l’offerta del mercato (sempre pronta tanto ad imporre quanto ad adeguarsi) sfugge alle ricette pronte e alle visioni statiche e ideologiche. In Italia, laddove c’è semmai un troppo basso e timido uso dei farmaci oppiacei a scopo terapeutico, è più facile prevedere che si consolidi il ritorno dell’eroina nelle forme nuove e che gli scenari nord americani si affaccino da noi attraverso non già un’espansione delle prescrizioni di Fentanil e compagnia o una trasformazione in dipendenza patologica di un uso-abuso di farmaci ma attraverso una diffusione crescente e sfuggente di oppioidi sintetici sempre nuovi e prodotti clandestinamente da affiancare al solito commercio dei farmaci ufficiali rubati o riciclati. Intanto, sarebbe bene aumentare l’informazione e la sensibilizzazione specifica ai consumatori e ai tossicodipendenti, aumentare la disponiblità del Naloxone in caso di overdose e perfezionarne e insegnarne l’uso adeguato alle nuove sostanze.
Un grazie di cuore all’avvocato Bommarito per tutto il suo impegno, per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti.
Io ritengo che molti dei tossicodipendenti di oggi siano i figli di quelli di ieri e genitori di quelli di domani (si veda anche l’articolo sul messaggero che riguarda i neonati trovati con tracce di droga nel sangue che vivono crisi di astinenza…NEONATI… ma ci rendiamo conto???)
Bisogna sicuramente informare i giovani, ma aiutare anche i meno giovani, a ritrovare il valore di una vita che merita di essere vissuta nella sua interezza, con la forza di superare le cose brutte, che ci sono sempre e per tutti, e la grazia di godere di quelle belle.
Ritengo, o meglio, penso, che la droga sia un rifugio per anime deboli e sole che “credono” di trovare in essa la forza che non trovano in se stessi.
Non lasciamoli soli, qualunque sia la loro età, e aiutiamoli a capire come tirare fuori il loro coraggio.
Aiutiamoli li dove ne hanno più bisogno perché non sprechino la loro giovinezza in questa trappola mortale (Oppure buttandosi giù da un ponte!).
Questa società che ha di tutto e di più, NON può sentirsi possessore di niente!!!
Forse bisognerebbe fare un paio di passi indietro e non archiviare, come fantasia, alcune teorie che da decenni girano intorno al mondo della droga.
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Già perchè fino agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso l’eroina, in Italia ma non solo, era preticamente semisconosciuta (ed anche altri tipi di droghe avevano un mercato molto, molto limitato).
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Poi vi è stata una esplosione di “prodotti” (dicono alcuni per “diversificare” il mercato, e catturare sempre nuovi clienti) e sono nate alcune teorie “alternative” sulla diffusione delle droghe.
Alcune di queste teorie veramente campate in aria, ma altre con alcuni fondamenti e spunti di riflessione).
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Una teoria interessante è quella per cui è stato lo stesso “potere costituito” (cioè lo Stato) che si è impegnato (non ufficialmente, of course) a diffondere le droghe per una sorte di “controllo sociale”: se sei “strafatto” è difficile che scendi in piazza a protestare per quello che nello Stato non funziona…
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Visto che le spinte politiche più eversive dei giovani, in USA (ma non solo) negli anni ’60, furono “ingabbiate” e “spente” dalla diffusione di molte droghe già 40 anni fa c’era chi sosteneva che questa ploriferazione di sostante psicotrope fosse, in qualche modo, garantita/spinta dallo Stato, perchè in questo modo si “depotenziava” il carattere rivoluzionario delle rivolte giovanini, garantendo invece lo Status Quo…
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Ma torniamo ai nostri giorni.
In Italia ci sono 5 monopoli, due gestiti dallo Stato (alccol e tabacco), 2 gestiti dalla malavita (droghe e prostituzione) ed uno che sembrerebbe essere una joint venture (gioco d’azzardo).
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Ovvio che i due monopolisti curano il proprio orticello e non invadono quello dell’altro..
Ma facciamo un’ipotesi.
Che lo Stato decida di liberalizzare (controllando la produzione e il principio attivo) le droghe leggere e permetta la riapertura delle case chiuse…
Nascerebbero 3 problemi.
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Problema UNO: lo Stato fregherebbe 2 ampi mercati all’altro monopolista, riducendo il monopolista “privato” ed illegale a ben poca cosa.
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Problema DUE il monopolista “privato” vedrebbe sparire milioni e milioni di euro (centinaia di milioni di euro ogni anno) dalla sua disponibilità (avendo così problemi di pagamento per tutti i vari affiliati) avendo così problemi finanziari per far funzionare tutta la ditta, (problemi di controllo del territorio, se non ci sono fondi mancano i soldi per armi, macchine, case, ecc).
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Problema TRE: senza rincorrere droga e prostituzione lo Stato avrebbe MIGLIAIA e MIGLIAIA di agenti (polizia, carabinieri, finanza) che potrebbero presidiare meglio il territorio (furti, rapine, omicidi, ecc) DANNEGGIANDO ulteriromente l’ex monopolista “privato”
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E come reagirebbe il “privato” se gli facessero sparire due monopoli e azzerare, di fatto, il conto in banca???
Come è già avvenuto in passato con gli omicidi e le bombe…
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Quindi meglio fingere di combattere droga e prostituzione, non pistarsi i piedi a vicenda, e tutti vivono più contenti e felici
Per Aldo Iacobini
Per avere riusposta alla Sua domanda è sufficiente andare sul sito “geoverdose.it”, ove ci sono i dati nazionali, e poi anche distinti per singole regioni e singole province.
https://www.agi.it/estero/dati_shock_morti_droga_scozia-5849275/news/2019-07-16/
La stranezza della situazione italiana è che il consumo della droga è molto diffuso ma la mortalità da overdose è molto più bassa rispetto agli altri paesi, addirittura quaranta volte inferiore all’americana. Se un giovane si sente dire che drogandosi ha 5 probabilità su 200.000 di morire, la prospettiva non lo spaventerà più di tanto.
La tragedia non è il morire, è il non riuscire a morire, è lo sfacelo, la degradazione fisica e psichica, è l’umiliazione e l’orrore che la droga regala a chi vi ricerca la felicità.
Ringrazio l’avvocato, tuttavia 14 diviso 1.500.000 non fa 14,5 per milione, ma circa 9,3 per milione. Troppo comunque, è chiaro.
Per Aldo Iacobini
Il conteggio va effettuato non sulla popolazione residente (circa un milione e mezzo di persone, come giustamente quantificato da Lei), ma sulla popolazione a rischio, quella cioè compresa tra i 15 e i 64 anni (nelle Marche pari a 964.913 persone).
L’anno non è finito, Iacobini, la tendenza indica 21-22 morti a fine dicembre…
Ringrazio Bommarito e Pavoni. Chiedo a questo punto il tasso analogo relativo a Lombardia e Lazio, se noto. Grazie.
Per Aldo Iacobini
Il tasso della mortalità per il Lazio è pari a 5,2 decessi per milione di abitanti, mentre per la Lombardia è pari a 3,9 decessi per milione di abitanti.
Comunque, ripeto, basta andare sul sito “geoverdose.it” per avere i dati relativi a tutte le regioni e a tutte le singole province d’Italia.
Il Fentanil è già una droga a se stante con la differenza che ammazza a dismisura. E’ già presente in varie medicine ma la vendita nei mercatini rionali non deve essere ancora diffusa. Se lo diventerà credo che se ne avrà subito sentore vista la pericolosità. Ma qui entrerebbero in gioco le grandi multinazionali dello stupefacente che non so come si orienterebbero. Di certo non è eroina anche se saranno loro gli eroinomani a farne uso visto che gli effetti sarebbero quelli solitamente riconosciuti agli oppiacei “freschi” o sintetici. Giustamente si chiede Menghi cosa si stia facendo. Già?? Una volta si diceva: Oh, chi è morto? Ah nisciu, un contadì. Ora spesso si dice: Ah nisciù, un tossico, un poro cristo. Poi si dirà sempre più spesso: Ah nisciù, n’andro drogato!