Strage di Corinaldo, le analisi confermano:
«Fu utilizzato spray al peperoncino»

TRAGEDIA IN DISCOTECA - I campioni prelevati all'interno della Lanterna Azzurra sono stati analizzati dal Racis di Roma e hanno fatto emergere la presenza sulla pavimentazione di sostanze contenute solitamente nelle bombolette di spray urticante. La concentrazione maggiore è vicino all'uscita dove si sono riversati quasi tutti i presenti alla serata del 7 dicembre. Il procuratore capo Garulli: «L'impegno per accertare i fatti è massimo»

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Il crollo della balaustra all'uscita dalla discoteca

 

di Federica Serfilippi

Quello che era un sospetto, ora è realtà: qualcuno nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 ha spruzzato spray al peperoncino all’interno della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, dando iniziato a un fuggi fuggi mortale. E per di più, avrebbe utilizzato la bomboletta (o più di una) vicino all’uscita dove si sono accalcate decine di persone poi piombate nella rampa da cui sono crollate le balaustre.

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Lanterna Azzurra

La presenza di sostanze urticanti emerge dai primi risultati elaborati dai militari del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) di Roma che in due sopralluoghi, su disposizione della procura, avevano eseguito un campionamento di materiali all’interno della discoteca. Sono parziali, ma comunque indicativi per fare luce su una delle cause che tre mesi fa ha provocato la morte di cinque ragazzini e di una giovane mamma. L’ipotesi più accreditata è che qualcuno, poco dopo mezzanotte e mezza, abbia propagato nel locale sostanze urticanti. Finora, sono stati analizzati dagli esperti 118 campioni. Ne rimangono ancora altri. Da quelli esaminati è emersa la presenza sul pavimento del locale di capsaicina e diidrocapsaicina, composti chimici presenti solitamente nelle bombolette di spray al peperoncino di libera vendita. La maggiore concentrazione delle due sostanze è stata rilevata vicino l’uscita di sicurezza numero 3. Man mano che ci si allontana dalle porte, la presenza dei composti diminuisce in maniera graduale. I campioni analizzati non hanno dato riscontri sulla concentrazione di altre possibili sostanze presenti alla Lanterna Azzurra. In un primo momento, i ragazzi presenti avevano anche parlato di ammoniaca, non emersa però dagli esami da laboratorio.

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La procuratrice Garulli

Rimane ancora da analizzare la bomboletta di spray al peperoncino trovata la notte della tragedia vicino al palco e che, secondo l’ipotesi della procura, potrebbe essere stata utilizzata da un 17enne di Senigallia indagato a piede libero per omicidio preterintenzionale, lesioni colpose e dolose. A chiudere il cerchio degli indagati sono altre nove persone, tra cui i membri della società che gestiva il locale, i proprietari dell’immobile, il capo della sicurezza per la serata del 7 dicembre e un dj. Le contestazioni, a vario titolo, sono lesioni colpose e omicidio colposo plurimo. Nel giorno in cui il presidente Sergio Mattarella ha incontrato i familiari delle vittime della strage nell’ambito dell’inaugurazione dell’anno accademico della Politecnica, il procuratore capo Monica Garulli ha voluto lanciare un messaggio sullo stato dell’inchiesta: «Vorrei rassicurare che l’impegno degli inquirenti è massimo in attesa di verificare tutte le possibili ipotesi investigative per l’accertamento dei fatti». 

 

 



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