Strage di Corinaldo:
sciacalli su Instagram
aprono raccolta fondi fake

TRAGEDIA IN DISCOTECA - La rete è mobilitata da oggi pomeriggio per bloccare il profilo falso pronto a raccogliere soldi in nome del 16enne Daniele Pongetti che ha perso la vita alla Lanterna Azzurra lo scorso 8 dicembre. Il caso è stato subito segnalato alla Polizia postale

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La mamma di Daniele con la foto del figlio ai funerali

 

Tragedia di Corinaldo, c’è anche chi approfitta del dolore della famiglie delle vittime per lanciare una raccolta fondi falsa nel nome di Daniele Pongetti, il 16enne di Senigallia che ha trovato la morte lo scorso 8 dicembre nella discoteca Lanterna Azzurra. A lanciare all’allarme chiedendo aiuto e collaborazione alla rete, oggi pomeriggio è stata proprio la mamma di Daniele, Donatella Magagnini, che ha invitato tutti gli internauti a segnalare come spam la pagina Instagram. «La gente è malata si approfitta anche sulle disgrazie altrui. Non so come definire queste persone – ha scritto sui social media  il genitore di Daniele -. Io sono stata informata dal mio avvocato Non ne ero a conoscenza per favore aiutatemi. Domani andrò a denunciare il fatto alla Polizia postale che ho già contattato».

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Il profilo fake della raccolta fondi su Instagram

La raccolta-fake non è mai stata autorizzata dai familiari «ed assolutamente priva di senso, nessuno degli amici o familiari di Daniele ha fatto partire questa iniziativa, se così vogliamo definirla – scrivono alcuni amici per comunicare a nome della famiglia e a tutti di prendere le distanza dall’iniziativa azionata da qualche sciacallo in cerca di denaro –. In merito alla registrazione di Daniele del 1 Gennaio è evidente che si tratta di un fake e che qualcuno è in possesso della sua password di Facebook, mi limito a definire la faccenda con “scherzo di cattivo gusto”. La polizia postale sta già facendo il suo lavoro in merito. Nel frattempo segnalare e condividere non costa niente a nessuno ed è quello che chiediamo. I profili ancora non possono essere chiusi per via dell’indagine in corso e alla famiglia e agli amici non resta che segnalare e fare presente questo tipo di situazioni. Grazie per la collaborazione».



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