Bandiera francese sulla finestra del sindaco
Sacchi: «Carancini tifoso a fini politici»
Coltorti: «Atto illegittimo, va tolta»

MACERATA - Le reazioni dopo il gesto del primo cittadino. Il capogruppo di Forza Italia: «La solita solidarietà a corrente alternata, ci si dimentica di Pamela e si utilizza il Comune per meri e beceri calcoli politici». Il presidente della Camera penale: «Nella foga ideologica si dimenticano i principi basilari dello Stato»

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La bandiera francese esposta dall’ufficio del sindaco

 

di Leonardo Giorgi

Bandiera francese esposta dalle finestre dell’ufficio del sindaco, l’indignazione di Riccardo Sacchi, consigliere comunale di Forza Italia: «Siamo alle comiche finali dell’amministrazione che ha segnato i cinque anni peggiori di Macerata, Carancini utilizza strutture pubbliche per fini politici e meschini». La comparsa del tricolore di Francia questa mattina a palazzo Conventati (leggi l’articolo) ha stupito il consigliere, che sottolinea come stavolta «il Pd e il sindaco hanno passato il segno». «Io parlo come consigliere comunale, ma prima di tutto come uomo che non appartiene a nessun colore politico di quelli che sono al Governo attualmente e che mai si sognerebbe di usare una bandiera di un paese straniero per fini strumentali – spiega Sacchi -. Il sindaco invece si dimostra ancora una volta un tifoso, che per meri e beceri calcoli politici utilizza il municipio a suo interesse. Si dà solidarietà a un paese straniero a fronte di un contraddittorio tra un governo e l’altro. Solidarietà, tra l’altro, al presidente Macron e al suo partito che ha definito gli italiani “vomitevoli”. Devo pensare che anche Carancini, tifando Francia, ci definisce vomitevoli?».

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Riccardo Sacchi e Romano Carancini in Consiglio comunale

Sacchi sostiene che «questo episodio è l’ennesimo esempio di una sinistra specializzata nel doppiopesismo solidale o solidarietà a corrente alternata, come si preferisce dire. Si espongono bandiere francesi e ci si dimentica di esprimere quella stessa solidarietà nei confronti di Pamela Mastropietro. Si fanno manifesti per ricordare la manifestazione antifascista dell’anno scorso, ma ci si dimentica che qualche giorno prima una ragazza è stata vittima di un omicidio brutale, tribale. Mi appello al buon senso dell’amministrazione, per cercare di far tornare il sindaco in sé e togliere la bandiera. Devo fare delle verifiche, ma credo che solo in casi particolari si possa esporre la bandiera di un paese straniero dai palazzi comunali, come quando avviene una catastrofe naturale o un grave attacco terroristico».

Un episodio simile, nelle ultime ore, si è verificato a Cuneo, dove il sindaco Federico Borgna ha esposto la bandiera francese accanto a quella italiana. In questo caso lo stesso prefetto è intervenuto per far rimuovere il tricolore transalpino, sottolineando come solo in particolari occasioni previste dalla legge si possa esporre un drappo straniero. 

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L’avvocato Renato Coltorti

A questo proposito è intervenuto nei commenti in calce all’articolo di Cronache Maceratesi anche l’avvocato Renato Coltorti, presidente della camera penale di Macerata. «La nostra amministrazione dovrebbe sapere che esiste un regolamento emanato nel 2000 che stabilisce quando e per quali motivi possono essere esposte bandiere di altre nazioni dagli edifici pubblici italiani, tra i quali non rientrano quelli forniti dal sindaco. Quanto posto in essere è pertanto illegittimo e spero che si provveda a rimuovere la bandiera francese autonomamente o che altrimenti intervenga il prefetto. Protocolli e forma sono manifestazioni estrinseca della inviolabilità della sovranità ed indipendenza di una nazione. Purtroppo nella mancanza di consapevolezza istituzionale e nella foga ideologica si dimenticano i principi basilari dello Stato che vanno oltre le appartenenze politiche». Si unisce all’indignazione anche il consigliere Maurizio Mosca che su Facebook pubblica una foto della bandiera francese esposta dal Comune e scrive «Indegno, vergognati Carancini».

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Bandiere di Francia e Italia alle finestre del municipio: «Difendiamo la nostra amicizia»



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