Ospedale unico, il fronte del no:
«Potenziamo quelli esistenti»

SAN SEVERINO - Sindaci, parlamentari, esponenti politici di diversi comuni e della Regione hanno partecipato all'incontro organizzato dal comitato per la tutela del Bartolomeo Eustachio. Presenti Patassini e Pazzaglini della Lega e Acquaroli di Fratelli d'Italia

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L’onorevole Patassini

 

di Monia Orazi

Uniti nel dire no all’ospedale unico provinciale, previsto in località La Pieve di Macerata e nel chiedere di potenziare e mettere in rete gli ospedali territoriali. E’ questa la posizione comune di comitati civici, parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali provenienti da diversi comuni, espressa ieri sera nell’incontro conviviale organizzato al Faro, dal comitato per la tutela dell’ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino. Tra l’altro proprio di recente, dopo che la giunta regionale ha dato il via libera alla sua localizzazione, il Consiglio ha approvato a maggioranza una mozione con cui si impegnano Ceriscioli e i suoi assessori a rivedere le scelte sugli ospedali unici, compresi Macerata e Pesaro.

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Giuliano Pazzaglini

Si sono espressi per il mantenimento dei servizi sanitari territoriali e contro l’ospedale unico il binomio di parlamentari della Lega Giuliano Pazzaglini e Tullio Patassini. «La Regione si nasconde dietro norme statali, per scelte che invece sono possibili grazie all’autonomia regionale – ha detto Patassini -. Grazie alla legge di bilancio si può derogare anche per le assunzioni, se la Regione decidesse di avere un infermiere a Camerino e un medico a San Severino, potrebbe assumerli, sarà una battaglia lunghissima, ci batteremo per un sistema territoriale sanitario in rete. Forse per San Severino non ci saranno più problemi se lo portiamo tra Urbino e Pesaro».

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Romina Pergolesi

Presente anche il deputato Francesco Acquaroli (Fdi), accompagnato dalla consigliera regionale Elena Leonardi, secondo la quale «i nodi stanno venendo al pettine, sono stati smantellati servizi in zone disagiate, proponendo gli ospedali unici provinciali, per impoverire ulteriormente la sanità pubblica, il 28 gennaio si discuterà in giunta il piano socio sanitario, di cui non si sa quasi nulla». Romina Pergolesi (consigliere regionale per il Movimento 5 Stelle) ha ribadito che «Ceriscioli non può rendere Pesaro un ospedale di secondo livello come Torrette, perché non è consentito dalle norme statali, il decreto Balduzzi infatti ne prevede uno per una regione come le Marche. Grazie ad un emendamento promosso dalla Castelli, sottosegretario all’economia, le regioni colpite dal sisma hanno ottenuto la deroga al tetto massimo di assunzioni del personale sanitario per il periodo emergenziale; ma i medici e gli infermieri delle nostre strutture ospedaliere continuano a lavorare al di sopra delle proprie forze – ha evidenziato – è necessaria quindi una totale ristrutturazione dell’organico per superare le carenze nei reparti con maggiori afflussi. Al centro del nuovo piano sociosanitario regionale dovranno esserci i bisogni dei cittadini, i pronto soccorso sono intasati perché almeno il 70 percento dei pazienti, potrebbe essere presi in carico dai servizi territoriali. Non è accettabile dover attendere un anno e mezzo per un esame, che si può fare con un’attesa di pochi giorni a pagamento».

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Marco Marchetti e Marco Massei, presidente e vicepresidente del comitato

«Diciamo no all’ospedale unico provinciale – ha detto Marco Massei, vicepresidente del comitato – una megastruttura che però non fa il bene del territorio. I 300 milioni di euro risparmiati per la sua costruzione sono da investire nelle strutture territoriali esistenti, che vanno potenziate e migliorate, dove vi sono vere e proprie eccellenze. In un territorio come il nostro colpito dal sisma, il diritto alla salute deve essere un tema condiviso da tutti oltre l’appartenenza politica, gli ospedali esistenti vanno messi in rete, sostituendo il personale che va in pensione, così da garantire un servizio efficiente».

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Filippo Saltamartini

Ha condannato il mancato appoggio dei sindaci alle battaglie portate avanti dai comitati per la sanità, il primo cittadino di Cingoli, Filippo Saltamartini. «Non hanno nessun interesse ad entrare in conflitto con il potere amministrativo regionale – ha sottolineato – per non compromettersi qualsiasi responsabilità di risolvere i problemi. Ci sono cose da chiedere subito, come quella di far funzionare al massimo macchine e strutture, per ridurre le liste d’attesa. A Cingoli non è stata fatta manutenzione al tetto, farò denuncia alla Corte dei conti. Le riunioni vanno fatte con il popolo, gli ospedali sul territorio salvano la vita».

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La nuova localizzazione dell’ospedale unico

Promette battaglia il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei: «Dobbiamo essere uniti e farci sentire, sino ad oggi sono state dette solo parole ed è stato dato un piccolo contentino, poi fanno quello che decidono. Per San Severino è stato tutto deciso nel 2015, ho chiesto al presidente Ceriscioli di venire, ma ha risposto che lui i consigli aperti non li fa. Ho chiesto un incontro a fine mese, per fare il punto. Come si può pensare di costruire un ospedale unico, quando negli altri presidi manca il personale». Sono poi intervenuti la consigliera comunale di Macerata Deborah Pantana (Forza Italia), il consigliere di Civitanova Stefano Massimiliano Ghio, la consigliera comunale di Macerata Carla Messi (M5S), Giovanna Capodarca Agostinelli, vicepresidente del comitato Pro ospedali pubblici di Civitanova e Barbara Cacciolari, il consigliere settempedano Mauro Bompadre ed esponenti dei comitati.

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Rosa Piermattei

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Stefano Ghio

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Elena Leonardi

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Carla Messi

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Francesco Acquaroli

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Mauro Bompadre



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