Gus, dipendenti senza stipendio:
incontro con i sindacati

MACERATA - Due le mensilità che i lavoratori della onlus dovrebbero riscuotere. Situazione che riguarda anche le province di Fermo, Ascoli e Teramo. L'associazione ha assicurato un piano di rilancio, attesa una risposta sui tempi. Andrea Coppari (Fp-Cgil): «Insoddisfacente il rinvio delle risposte riguardo ai pagamenti, valuteremo le azioni da intraprendere. Preoccupa la logica del decreto Sicurezza»

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Al centro: Paolo Bernabucci, presidente del Gus

 

di Giovanni De Franceschi

Stipendi non pagati, i dipendenti del Gus battono cassa. E valutano eventuali azioni di protesta. Sarebbero un paio le mensilità che, ad oggi, la onlus che si occupa di accoglienza migranti non è riuscita a versare ai lavoratori, almeno a quelli delle province di Macerata, Fermo, Ascoli e Teramo. Una situazione che sta creando non poche difficoltà a diverse persone e famiglie. Dopo alcune segnalazioni, la Cgil ha organizzato un primo incontro con i dipendenti delle province di Macerata e Fermo l’11 ottobre. Da qui è poi nato il faccia a faccia tra il sindacato e i vertici dell’associazione, che si è svolto mercoledì. Per la onlus erano presenti il presidente Paolo Bernabucci, il tecnico Francesco Perrotta e quattro consulenti del lavoro. Hanno spiegato che il mancato pagamento degli stipendi è dovuto alla difficoltà di incassare crediti certi e alla difficoltà di ottenere accesso al credito dalle banche. Inoltre hanno assicurato sulla volontà di rilancio con un piano di riorganizzazione e ristrutturazione, che però sarà definito solo dopo l’elezione del nuovo direttivo, prevista verso la fine di novembre. Quello attuale, infatti, è dimissionario vista la scadenza del mandato (dura due anni)  per fine 2018. Ma sui tempi per regolarizzare gli stipendi non hanno fornito risposte certe, solo un impegno a formalizzare una proposta per la fine della prossima settimana.

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Andrea Coppari

«Come parte sindacale riteniamo insoddisfacente il rimando delle risposte riguardo ai pagamenti e la tempistica prospettata per il piano di rilancio – dice Andrea Coppari della Fp-Cgil -. Ma come sindacato siamo comunque preoccupati dalla logica politica che ha ispirato il decreto Sicurezza che tratta la questione migratoria come esclusivamente di ordine pubblico e contestiamo l’equiparazione strumentale “immigrato uguale criminale”. L’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, oltre che contraria ad ogni norma di civiltà giuridica, lascerà o riporterà nell’irregolarità moltissimi stranieri, con nessun altro risultato che l’aumento delle tensioni sociali. Il sistema Spraar pur con delle difficoltà ha garantito nel tempo un’accoglienza virtuosa, depotenziarlo e limitarne l’accesso raddoppiando invece la tempistica di permanenza nei Cas risponde alla stessa logica criminale che colpisce l’accoglienza e l’integrazione e finisce per incentivare le tensioni sociali, con il chiaro obiettivo del mero consenso elettorale». Dopo il faccia a faccia, oggi lavoratori e sindacato sono tornati a sedere intorno a un tavolo per decidere le prossime mosse che coinvolgeranno anche i lavoratori di Ascoli e Teramo, oltre a quelli di Macerata e Fermo. «Valuteremo nei prossimi giorni – aggiunge Coppari – le azioni da intraprendere a tutela dei lavoratori in primis ma anche dei beneficiari dei progetti. Da questo punto di vista nessuna strada è esclusa».

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Un gruppo di migranti a Macerata

Con un bilancio di circa 31,5 milioni di euro e un avanzo di oltre 88mila euro nel 2017, il Gus è sicuramente la più grande onlus del nostro territorio e una delle più grandi d’Italia. Lavora principalmente nelle Marche, ma anche in Puglia, Sardegna, Lazio, Emilia Romagna e Abruzzo e molto anche all’estero. Principalmente con progetti Sprar, sempre guardando al bilancio 2017 infatti, vanta dai Comuni (o da altri enti locali che li gestiscono) crediti per oltre 11 milioni di euro. Mentre per i Cas deve ancora incassare dalle prefetture più di 2,7 milioni di euro.  Il Gus (insieme ad Acsim e Perigeo, altre due onlus che si occupano di accoglienza) è finito anche al centro di un’inchiesta della Guardia di finanza. Secondo le indagini delle Fiamme gialle non avrebbe più i connotati di un’associazione senza scopo di lucro e per questo avrebbe dovuto pagare le tasse e versare l’Iva. Tesi ovviamente sempre contestate dai rappresentanti della onlus. Negli anni presi in esame dai militari del Nucleo di polizia tributaria di Macerata (2011-2015) sarebbero circa 10,4 i milioni di euro non versati all’erario.



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