Ranieri “amMàlia” lo Sferisterio:
musica napoletana a ritmo di jazz

MACERATA - L'artista incanta l'arena sold out con un viaggio nella canzone napoletana degli anni '50 e '60. Insieme a lui sul palco musicisti di altissimo livello. Il ricordo della regia di Cavalleria Rusticana e Pagliacci: "Questo luogo mi ha accolto come un figlio, non lo dimenticherò mai". FOTO

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Lo spettacolo di Massimo Ranieri Màlia

 

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Massimo Ranieri

di Marco Ribechi

(foto di Fabio Falcioni e Andrea Petinari)

La musica napoletana torna protagonista a Macerata e l’arena si trasforma di nuovo. Dopo aver ospitato eventi d’opera, musica italiana leggera, serate disco, rock anni ’60 e kung fu cinese lo Sferisterio si copre di dolce intimità, con l’atmosfera calda e avvolgente dei jazz club. Complice l’ospite d’eccezione Massimo Ranieri, istrione fantastico, che insieme ad un’ensemble di musicisti di altissimo livello ha presentato la sua ultima fatica Màlia, un viaggio nella musica napoletana degli anni ’50 e ’60. Un titolo che già svela l’incantesimo in cui cadrà rapito il pubblico presente, una parola tratta da una canzone di Renato Rascel, Te voglio bene che rappresenta la magia di queste sonorita che hanno ammaliato tutto il mondo. Ma lo Sferisterio è anche una seconda casa per Massimo Ranieri: «Ricordo che circa 13 anni fa – spiega l’artista – presentai in questo teatro durante il festival dell’opera Cavalleria rusticana e I pagliacci. trascorsi una mesata indimenticabile a Macerata dove venni accolto con affetto, tenerezza, amore, come un figlio. Ringrazio chi era presente allora e chi lo è questa sera».

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Lo Sferisterio sold out in ogni ordine di posti

Ad aprire lo show è Tammuriata nera: «Questa canzone è del 1946  – dice Ranieri – è la fine di una storia triste, quella della seconda guerra mondiale, e l’inizio di anni sereni e pieni di speranza, gli stessi che ho vissuto durante la mia infanzia. Per questo ho voluto farmi questo regalo». Anni bellissimi ma sotto certi punti di vista ancora molto arretrati spiegherà il cantante al termine dell’interpretazione di Resta cu mme di Domenico Modugno: «Pensate che la Rai censurò questa canzone perchè diceva Non mi importa ch t’avuto, a quel tempo la donna non poteva aver avuto altri amanti prima del matrimonio. Un testo moderno che fu trasformato in Nu’ me ‘mporta si ‘o passato, sulo lagreme m’ha dato ma d’altronde si sa che i censori non hanno mai capito niente». E poi il ricordo di Roberta Flack, autrice di Killing me softly estimatrice di musica napoletana con cui Ranieri duettò a New York sulle note di Luna Rossa.

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Ranieri ringrazia il pubblico

Ma quando si parla di Napoli non può mai mancare il riferimento al principe della città partenopea. Dopo l’esibizione di Renzo Arbore (leggi l’articolo) anche Massimo Ranieri si confronta con il capolavoro di Totò Malafemmina che già aveva interpretato magistralmente nel documentario Passione, di John Turturro, insieme a Lina Sastri. E sul brano tutto lo Sferisterio inizia a cantare accopagnando la voce poderosa dell’artista. I ricordi di Ranieri vanno poi allo Shaker, locale di via Caracciolo dove negli anni ’50 si riuniva tutta la bella vita napoletana e dove si esibivano Bongusto, Buscaglione, Peppino di Capri. Proprio vicino allo Shaker Ranieri bambino, all’età di 10 anni, si esibiva in un bar notturno, per spazzini, tramvieri e ladri. Qui la sua prima ammiratrice, una prostituta di nome Maria, lo veniva ad ascoltare ogni sera dandogli 100 lire di mancia. A lei la dedica di “Anema e core”.

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Un momento dell’esibizione

Ad offrire un colpo di scena ci pensa invece lo straordinario sassofono di Stefano Di Battista che scende tra il pubblico e duetta con i presenti per il pezzo Luna Caprese. «Capri era il luogo di cui tutti i vip erano innamorati – spiega ancora Ranieri – lo scrittore Raffaele La Capria disse che era la natura abitata dagli dei». Meritano una menzione anche Riccardo Fioravanti al basso, Stefano Bagnoli alla batteria e Marco Brioschi alla tromba. Un ricordo anche per Stefania Sandrelli, ospite della trasmissione “Sogno o son desto” e interpete di Nun è peccato. Concluso il concerto con una movimentata ‘O Sarracino il pubblico non è pago e chiede i bis. Torna sul palco Ranieri accompagnato dalla pianista Rita Marcotulli per offrire il suo personale repertorio: Vent’anni, Erba di Casa mia, Rose Rosse, e Perdere l’amore. Proprio quello che i presenti stavano aspettando per salutare appagati l’ospite dopo una magica notte di fine estate.

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