In coma dopo il parto,
“Ora la vogliono dimettere:
totale indifferenza delle istituzioni”

CIVITANOVA - La donna è ricoverata al Santo Stefano. I legali della famiglia: "ci hanno comunicato che il 27 aprile dovrà lasciare la struttura, non perché sia guarita ma perché non è migliorabile"

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L’ospedale di Civitanova

 

Era finita in coma dopo aver partorito (leggi l’articolo) e da allora era ricoverata all’ospedale Santo Stefano di Porto Potenza. Ora però la struttura ha deciso di dimettere la donna «non perché sia guarita ma perché il percorso non è migliorabile». La donna, 36 anni, di origine dominicana, il 10 maggio dello scorso anno aveva dato alla luce un bambino all’ospedale di Civitanova. La 36enne era stata sottoposta ad una anestesia totale perché era necessario far nascere il bambino che aspettava con un parto cesareo. La 36enne aveva però avuto una carenza di ossigeno in fase di anestesia ed era entrata in coma. Il bambino che attendeva è nato sano. La mamma invece dopo quel giorno non ha più ripreso una vita normale e ha riportato danni gravissimi. Per quei fatti è stata indagata una anestesista dell’ospedale di Civitanova (leggi l’articolo).

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L’avvocato Andrea Di Buono

Ora per la famiglia è arrivata una nuova difficoltà: «Il Santo Stefano ci ha comunicato che dimetteranno in data 27 aprile la signora – dicono gli avvocati Andrea Di Buono e Lucia Iannino, che assistono i familiari della donna –, non perché sia guarita ed autosufficiente, ma in virtù del fatto che il percorso non è più migliorabile e, quindi, non ospedalizzato, dovendosi provvedere solo attraverso terapie “presso” le strutture più appropriate». Una situazione che sarà difficile da gestire per i familiari, che «si ritrovano la congiunta in mezzo alla strada, nella totale indifferenza delle istituzioni, nonché dei responsabili di tutta la vicenda. Infatti, nessuno, medico ed ospedale compreso, unitamente alla Compagnia Assicuratrice contattata, si sono mai preoccupati dello stato della signora, che non ha copertura sanitaria italiana ed internazionale, per effetto della vicenda e delle tempistiche che le sono state imposte». La famiglia della donna sinora è andata avanti grazie agli aiuti della comunità di Santo Domingo.



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