di Maurizio Verdenelli
E’ stato assessore comunale e quindi sindaco di Macerata. Poi senatore e dall’8 giugno 2009 al 25 maggio 2014 primo cittadino di Visso a capo della lista ‘Costruiamo il futuro di Visso’, ormai ammainata la bandiera dello Scudocrociato di cui, dopo il padre, il senatore Elio (sindaco ‘storico’ del capoluogo) lui, l’avvocato dell’ala tambroniana che piaceva all’anima ciaffiana del partito, è stato uno degli esponenti maggiori.
Già, Visso, senatore Carlo Ballesi: che ore tremende… “Vero, il mio cuore è adesso sempre tra loro: ho lasciato a malincuore oltre due anni fa. Il mio tragitto era tuttavia e chiaramente a tempo determinato. Avevo detto in anticipo che avrei accettato un solo mandato, se eletto”.
Quali ricordi che possano collegarsi con la tragedia che sarebbe venuta, che quasi la preconizzavano? “Guardi, è ormai arcinoto che i terremoti non si possono scientificamente prevedere, ma il geometra Morosi aveva una sua teoria personalissima, che ripeteva spesso…”
Quale, precisamente? “Non era una teoria o una dottrina ben precisa, si basava più praticamente sul ricordo della reiterazione ventennale dei terremoti che avevano colpito in epoca moderna Visso…”.
Che diceva dunque il geometra Morosi? “Il geometra Morosi ricorda dunque che al sisma del 1979 che aveva colpito la Valnerina e dunque la cittadina di Pietro Capuzi (all’eroe della Resistenza, amico di Sandro Pertini, Ballesi ha dedicato un libro nel 2014 ndr) era succeduto nel 1997 un altro evento tellurico. Si riferiva naturalmente al terremoto umbro-marchigiano che 19 anni or sono. E quindi si aspettava, per proprio personalissimo (ribadisco) computo, un altro evento di tale drammaticità a conclusione di un arco temporale pressoché simile: 2016, 2017… non più in là”.
Allora? “Allora ci ha azzeccato, purtroppo”
Ora le scosse stanno investendo soprattutto la provincia di Macerata che addirittura era stata esclusa, in un primo momento, dalle provvidenze mentre veniva pressoché ignorato il paese-martire di Castelsantangelo sul Nera. Ed inoltre non veniva neppure concesso il rinvio dell’elezione del presidente della provincia da parte dei sindaci come se quest’ultimi non avessero il loro ben daffare con danni, sfollati e patrimonio edilizio inagibile… “Davvero gravissimo. Secondo me è pure il segnale che il Maceratese non conta nel Palazzo, che non ci sono più come nel dopoguerra figure politiche di riferimento cui il Governo doveva dare la giusta attenzione riguardo ai bisogni e soprattutto le emergenze del territorio”.
A Visso ci tornerà adesso? “Se me lo chiedono senz’altro, per dare ancor il mio contributo: non dimentico cinque anni di impegno bellissimo”.
Intanto arrivano voci da un passato più profondo. A ribadire l’importanza strategica degli uomini del territorio, degli amministratori comunali. A fine settembre nel corso della presentazione, a Civitanova, del libro ‘Il ragazzo e l’altopiano’ (Ilari editore, 2014) non a caso l’onorevole Agostini ha avuto modo di dichiarare: “Vorrei quasi tagliarmi il braccio con cui ho dato il mio assenso alla perdita di peso delle rappresentanze territoriale alla vista dei sindaci che nella zona di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Montegallo si sono dimostrati indispensabili per attivare e promuovere i soccorsi. Simbolo dei ‘sindaci-eroi del terremoto’ è dal 1997 il serravallese Venanzo Ronchetti. La mattina di domenica 30 ottobre, alla scossa di magnitudo 6.5, era con l’amico Giuseppe Rastelletti a cercare funghi sull’altopiano di Colfiorito. Dopo aver conosciuto da cacciatori del luogo, che l’aveva appreso dall’autoradio, l’intensità del movimento tellurico “ci siamo subito diretti a Serravalle –racconta Venanzo- disperando di trovarlo ancora ‘in piedi’. Fortunatamente il paese pur registrando molti danni, ha mostrato di cavarsela a testimonianza della bontà dei restauri effettuati 19 anni fa”. Ci può fare un paragone delle scosse dei due terremoti a distanza di quasi un ventennio? “Quelle che hanno semidistrutto Serravalle, epicentro del sisma, e tanti altri centri tra Umbria e Marche mi sono sembrate …zucchero rispetto a quella di domenica scorsa. Questo terremoto è qualcosa di spaventoso che torna a riempirci d’ansia, dopo tutto che quello che abbiamo passato…”.
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Una classe politica che dopo tante tragedie dovute a terremoti ricorrenti a dissesti idrogeologici e a danni dovuti all’incuria,alle inefficienze croniche e alla corruzione non riesce a dotarsi di un fondo unico nazionale in parallelo alla Protezione Civile,significa che è fallimentare ed inutile;tutto il resto o sono chiacchiere pur tra tanti atti e azioni di encomiabile eroismo.
C’È stata solamente una o poche persone che già all’indomani del terremoto che ha devastato S.Giovanni dei Puglia e poi l’Aquila proponeva la costituzione di un fondo unico nazionale obbligatorio per tutelare proprieta’ e imprese contro le devastazioni prodotte da calamita’ naturali e umane .Già da anni si parlava di riscuotere il canone Rai per il tramite della bolletta elettrica e quale risultato sarebbe stato se per dare maggiore impulso al’azione della protezione civile si fosse già da anni destinata almeno la metà degli introiti alla salvaguardia e alle emergenze oltre che allo sfruttamento anche in termini di company assicurativa ?
Parliamo di cifre non trascurabili che avrebbero dato immediate sicurezze e ad una migliore salvaguardia alle vite umane.
Bisogna attrezzarsi nel senso sopra detto e non lasciare mai piu’ il paese in balia di perenni avversita’.