di Donatella Donati
Se si trattasse solo di un gioco delle parti come in una famosa commedia di Pirandello si potrebbe parlare di teatro, ma quando è la salute delle persone che viene giocata senza alcun rispetto delle regole di una buona sanità allora si entra nella tragedia. Ne abbiamo parlato altre volte sperando che saggezza, competenza, buona volontà e interesse pubblico e non privato portassero alla fine alla decisione migliore. Potenziamento del reparto di oculistica dell’ospedale di Macerata, il rispetto della sua qualità e della sua storia e dell’interesse dei pazienti, sistemazione organica degli spazi e utilizzo del materiale tecnologico già in possesso del reparto, consultazione con il personale medico che in questi ultimi anni ha dato grande prova di competenza, di abnegazione e di fedeltà al servizio sanitario e non ai propri interessi. Si trattava di ristabilire quello che in ogni ospedale di eccellenza è necessario, un rapporto continuo del primario con tutti i suoi collaboratori, una sua presenza di guida e di competenza professionale la cui base è la chiarezza delle relazioni, la civiltà dei rapporti, la fiducia reciproca che si riesce a creare. Tutte le figure necessarie sono dunque presenti e sono capaci di dare il meglio delle loro possibilità perché ancora giovani e aggiornate, in buoni rapporti tra loro e con qualità positiva di comportamento con i pazienti dando esempio al personale infermieristico e seguendone la formazione.
Che ragione c’era a questo punto di frammentare questo nucleo forte e sperimentato per distribuirlo qua e là, dove e quando non si capisce, in altra sede pur di mantenere in piedi una struttura ospedaliera sovradimensionata rispetto alla popolazione come è quella di San Severino? In questi mesi abbiamo sentito e risentito interventi contraddittori, proposte che sembravano sul punto di essere realizzate e invece sono rimaste a livello di congetture, abbiamo ascoltato i politici parlare della sanità e degli ospedali come fossero una loro proprietà e non invece solo il luogo dove organizzare con competenza e lealtà il lavoro dei sanitari e la presenza dei pazienti, i veri destinatari di tutta l’attività che si svolge negli ospedali e non le marionette mosse dai burattinai. Abbiamo letto una lettera amara di chi non ha trovato un posto dove far morire un proprio congiunto senza soffocarlo nel dolore fisico. Ma non c’è una legge della migliore deontologia che proibisce la sofferenza e obbliga la medicina ad evitarla? Su problemi come questo si devono concentrare i politici se vogliono riacquistare un minimo di credibilità visto che a livello generale ne sono oggi completamente privi: cancellare ogni interesse privato dai loro progetti, rassegnarsi ad essere soltanto erogatori di servizi, acquistare una cultura della civiltà senza la quale possono ricevere soltanto critiche di incompetenza e di faziosità.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
laddove il passeggero legge caos, pericoli senza limite e paura, il marinaio legge necessità, un obbligo di coraggio e di onore.
L’assessore regionale Moreno Pieroni (Uniti per le Marche-Psi) ha ricordato come la recente riforma sanitaria sia stata duramente contestata però, prosegue: “…nell’opinione pubblica non c’è più quella fibrillazione pompata…”. Quindi che parliamo a fare. Tutto a posto.
https://www.cronachemaceratesi.it/2016/04/26/inchiesta-sanita-ceriscioli-in-consiglio-contributo-elettorale-al-pd-regolarmente-registrato/799603/#comment-238499
Come possiamo pretendere che la sanità funzioni, se vogliamo permetterci il lusso di mantenere le regioni. Enti locali inutili, costosi che non contenti delle risorse a loro assegnate per il loro inutile mantenimento, si rubano anche i miseri fondi stanziati per la cura della salute dei cittadini. Almeno: facciamo in modo di non ritrovarceli tra non molto, anche con l’immunità parlamentare.
Smembrare l’ospedale provinciale di Macerata è un altro atto di mala politica e mala sanità. Concepire questo è fuori di ogni logica razionale e di economia, oltre ad un peggiorare un servizio agli utenti. Penso che ci dovrebbe essere un intervento degli organi competenti a sanzionare tali comportamenti amministrativi che non segue l’interesse generale ma quello particolare.
Una competizione crudele quella giocata da medici e infermieri tra le barelle per aggiudicarsi il primato di aver infilato il maggior numero di dolorose cannule sui malcapitati pazienti. Lo scenario è il pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove due medici e sei infermieri hanno dato vita ad una sfida via whatsapp sulla pelle dei loro assistiti.
I dialoghi fra i “giocatori”
“Come va la sfida grigi contro arancioni?” chiede l’infermiere. “2 arancio 1 grigio. Il dottor… è a un prelievo senza cannula” gli risponde un collega. “Ma come, un prelievo senza cannula!! Deludente, deludente” è il commento dei contendenti. Poi il medico, con uno scatto di reni, trionfante: “Infilato un arancio, or ora. Malfidati”. “Sì, ma il punteggio complessivo com’è? Se non ho capito male… 2 arancio e un grigio contro 1 arancio. Ci vuole un rimontone”. Puntuale, la rimonta arriva: “Lombosciatalgia, 3 vie in succlavia e vittoria a mani basse” annuncia un altro infermiere. Questi i dialoghi surreali riportati dal Giornale di Vicenza, il primo a diffondere la notizia.
Signora Donati, oggi c’è stata una vera battaglia in consiglio comunale di Macerata per l’Oculistica e non è la prima volta. Due contro tutti questa è Macerata politica. Grazie del Suo intervento ci fa sentire meno soli.