Le proteste dei cittadini marchigiani contro la Regione
di Monia Orazi
Il Tar delle Marche boccia il ricorso di Osimo sul punto nascita, ma le mamme Samuela Rotili e Lucia Perroni tornano a chiedere di non chiudere i a San Severino, un reparto di eccellenza in cui quando hanno avuto una situazione critica si sono trovate benissimo.
TAR: “NESSUNA DISPARITA’ DI TRATTAMENTO” – Per i giudici del tribunale amministrativo regionale “non vi sono disparità di trattamento”, rispetto ad altri punti nascita dell’Area Vasta 2, il trend dei parti è in diminuzione avvicinandosi alla soglia dei 500 ed inoltre la tendenza attuale è quella alla “concentrazione dei parti nelle strutture più attrezzate”, sancita dall’accordo Stato-Regioni. Grande amarezza tra i componenti del comitato per la difesa dell’ospedale, l’incontro pubblico inizialmente previsto il 31 gennaio si terrà in un altro giorno, per la concomitanza di altre manifestazioni.
Il presidente della regione Luca Ceriscioli durante l’incontro con tutti i sindaci del maceratese, avvenuto all’inizio del suo mandato, per capire le esigenze dei territori
LUCIA PERRONI RACCONTA: “MI HANNO SALVATO LA VITA” – “Ho sentito che il punto nascita stava chiudendo e volevo raccontare come io in un momento in cui ho rischiato la vita, sono stata trattata benissimo – spiega Lucia Perroni giovane mamma di Mogliano – era il 29 dicembre del 2014 ero andata in ospedale a San Severino perché sentivo semplici contrazioni, avevo valori anomali di pressione a 120/160”. Durante la gravidanza la giovane era stata seguita dal suo ginecologo del reparto di San Severino. “Per non farmi agitare non mi è stato detto nulla, ma avevo un blocco renale per cui io e mia figlia abbiamo rischiato la vita. Con grande umanità e professionalità non mi hanno fatto capire la gravità della mia situazione, hanno organizzato tutto per trasportarmi a Macerata e far nascere la bambina, visto che ero incinta di sole 32 settimane, rendendosi subito conto della situazione mi hanno salvato la vita”, racconta la giovane. “Quel giorno a Macerata c’erano stati molti parti, non ho nulla contro questo reparto, probabilmente anche lì avrebbero capito la gravità della situazione, ma penso che se chiuderà San Severino la situazione diventerà più problematica, prima dovrebbero creare una struttura adatta, il parto non dovrebbe essere un problema per le donne, così si rischia di tornare agli anni Venti come quando si moriva di parto”, conclude la giovane mamma di Mogliano.
Samuela Rotili
SAMUELA ROTILI: “I MIEI DUE FIGLI SAVI GRAZIE AL PUNTO NASCITA DI SAN SEVERINO” – La mamma settempedana Samuela Rotili si rivolge direttamente al presidente della Regione: “Caro presidente Ceriscioli la invito personalmente a venire qui, a visitare i punti nascita di San Severino e Macerata, per rendersi conto di persona della situazione. Le avevo già scritto in privato, ma lei non mi ha risposto, ora sono costretta a farlo pubblicamente”. La settempedana per ben due volte, si è trovata in situazioni critiche al momento del parto. “Il mio primo figlio è nato in piena emergenza, ero già entrata in travaglio, in ospedale a San Severino verso le cinque del mattino ho avuto il distacco della placenta, mi sembrava si fossero rotte le acque, il secondo figlio doveva essere un cesareo programmato, ma due settimane prima del previsto sono entrata in travaglio, in poco tempo sono arrivata in ospedale, se avessi aspettato altri venti minuti sarebbe nato per strada”. La donna elenca punto per punto tutte le sue perplessità sulla scelta di chiudere il punto nascita. “Sfogliando la determina Asur 913 del 24 dicembre scorso ho notato che non sono inseriti i punti nascita del pesarese perché al di fuori dell’Area Vasta 1, Urbino si trova nell’entroterra, Pesaro nel 2015 ha avuto 837 parti e Fano 879, in base a ciò che leggo sulla stampa, la ritengo una grave omissione”, osserva la donna. “Le partorienti dunque saranno inviate a Macerata per la loro sicurezza, così ci dite presidente Ceriscioli – continua Rotili – ma mi sorge il dubbio che i criteri di sicurezza enunciati dalle normative, possano essere davvero rispettati, in base a quanto si evince dal recente appalto per il rifacimento del reparto maternità dell’ospedale di Macerata, nella parte vecchia dell’edificio, se nella determina di Area Vasta si parla di adeguamento alle normative antincendio ed a quelle necessarie per l’accreditamento sanitario”. Samuela Rotili poi spiega la situazione attuale del punto nascita di San Severino: “San Severino rientra nel numero di parti necessari con 580 nati, c’è la presenza della guardia anestesiologica e pediatrica, in caso di emergenza per mamma e bambino, potrebbero essere stabilizzati come si farebbe in qualsiasi complesso neonatale e poi trasportati. I reparti di Macerata e Civitanova devono essere graditi e sicuri per le future mamme o per lei presidente? Civitanova ha soltanto 168 parti in più di San Severino, da qui ci vuole un’ora di strada, perché dovremmo andare lì quando il punto nascita di San Severino è sicuro, in base all’accordo Stato-Regioni?”, continua la mamma, “a Civitanova mancano 251 parti per raggiungere i mille, a San Severino per il limite di 700 da lei indicato per le aree interne, mancano solo 119 parti, quello più lontano dallo standard, dovrebbe essere chiuso per primo. Persino Paciotti ha portato sua figlia a partorire a San Severino, un motivo ci sarà, anche Francesco Comi, a quanto ho letto, avrebbe messo a rischio la sicurezza della moglie portandola a partorire a San Severino”. “Coloro che la criticano, presidente Ceriscioli, parlano della politica che non si interessa dell’entroterra perché non conta – conclude Rotili – ci sono probabilmente altre forze in gioco, forse arriverà un benefattore privato che metterà un punto nascita? Chi pagherà allora, i cittadini o la Regione? Per favore presidente Ceriscioli mi risponda, non sono né un’esperta, né una politica, ma solo una mamma che vuole capire”.
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Qui un servizio fatto da giornalisti seri che hanno intervistato “addetti ai lavori”. In questo servizio sono presentati dati e si chiarisce sia la posizione della Lorenzin, sia il motivo per cui la pensa così, cioè garantire la sicurezza per partorienti e neonati, facendo in modo che l’assistenza sia paritaria per ogni punto nascita [1].
Sull’accordo stato regioni [2] si fa riferimento a standard di sicurezza (non strutturali), tra questi, oltre la gestione di almeno 1000 parti per anno ci sono: guardia pediatrica h24, guardia medica ostetrica h24, centro trasfusionale o emoteca attivi h24, servizio di rianimazione e/o sub-intensiva, servizio di trasporto assistito materno STAM immediatamente disponibile h24 per le gravidanze con alto rischio di parto in Punti Nascita di primo livello (è noto che il trasporto fetale, quando possibile, è meno rischioso rispetto al trasporto del neonato prematuro critico).
Quindi si tutelano le vite di madre e neonato.
Da specializzando che si occupa di pediatria so bene quanto sia importante la corretta gestione del neonato critico nei primi momenti dalla nascita (si tratta di minuti) per evitare un danno cerebrale, qualora ci sia un problema di asfissia perinatale. L’asfissia perinatale può verificarsi anche al termine di una gravidanza decorsa fisiologicamente (cioè normalmente) fino all’ultimo. La guardia pediatrica h24 permette una gestione tempestiva del neonato critico da parte di uno specialista in pediatria e la legge chiude i punti nascita che coprono il servizio con reperibilità notturna (chiamando da casa il pediatra). Non è la vicinanza dell’utente al punto nascita a fare sicurezza ma l’adeguatezza dello stesso a fronteggiare (in ogni momento) le urgenze.
A un giornalista serio chiedo:
1. Quali ospedali nelle Marche soddisfano i criteri che la legge richiede per definire come sicuro un punto nascita? (Macerata li ha e chi dice il contrario citi le proprie fonti).
2. In che maniera va valutato un punto nascita? Un indizio: le comunità scentifiche valutano il tasso di cesarizzazione (soglia per punti nascita che gestiscono gravidanza a rischio e non)
e gli eventi avversi materni e neonatali (neonato a termine), in particolare i neurologici. Non si potrebbe pubblicare questi dati e stabilire oggettivamente “come si lavora”?
3. di verificare la veridicità di quello che dicono i propri intervistati quando questo ha effetti che possono incidere sulla salute della collettività. Non basta virgolettare quello che dice una persona, si rimane responsabili del messaggio che un articolo va a lanciare. Esempio: descrivere come evento positivo la scelta di un genitore di recarsi in un centro di primo livello piuttosto che di terzo per il parto di un prematuro è pericoloso, per le mamme, per i neonati.
Ai lettori chiedo:
Verificate le fonti di chi scrive, se non ci sono è probabile vi vendano una verità artefatta o addirittura ribaltata rispetto al reale.
Per inciso, trovo assurdo che sia io a dover scrivere queste cose. Dovrebbero essere in primis le società scientifiche e i medici delle strutture convolte a farlo, come accadde, ad esempio, già nel 2014, in Abruzzo (documento dell’associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italianiche invito tutti a leggere) [3].
[1] http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Speciale-Rainews-Ospedali-Sicuri-f7683b6c-7be2-4946-8830-9d79d98da140.html
[2 ]Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza dei percorsi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo.
[3] http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato904594.pdf
Perchè non chiude quelli nel pesarese??
Già, chissà perchè…
Caro Sig. Alessandro Perri
I criteri da lei citati sono reali e rispettati da San Severino (se si esclude il numero di parti e la presenza della rianimazione) MAGARI pubblicassero i dati degli eventi avversi materni e neonatali ne rimarrebbe fortemente stupito! Consideri che a Macerata è morto un bimbo nato sano ed altri sono finiti al Torrette in condizioni critiche per aver contratto un infezione in reparto (3 perizie medico legali che lo attestano, fascicoli di tribunale)…
Inoltre io credo sia molto più sicuro il trasporto di pazienti stabilizzati invece del trasporto in piena emergenza… E PARLO PER ESPERIENZA DIRETTA! Se avessi dovuto arrivare a Macerata nè io nè il mio bambino ce l’avremmo fatta…. invece sono riuscita ad evitare , se pur per un soffio, anche la trasfusione…… e mio figlio uno splendore ma se ha tempo si legga tutti gli articoli delle mamme che in condizioni più che critiche sono arrivate a San Severino M. ed è andato tutto benissimo (una su tutte la signora di Montelupone che per esperienza personale fa il paragone tra Macerata, dove il suo bimbo non ce l’ha fatta, e San Severino che nelle stesse condizioni ha fatto finire tutto al meglio)
Inoltre gradirei che lei citasse non fonti nazionali ma specifiche e se lei mi chiede come faccio ad affermare che Macerata non è a norma le dico che le fonti sono le determine Asur ed in specifico la 361 del 18\5\15 dove tra la fine della pag.3 e l’inizio della pagina 4 è scritto (riporto il testo integralmente):
-i suddetti lavori, rispondono all’esigenza di adeguare il reparto alla normativa antincendio e contestualmente OTTENERE L’AUTORIZZAZIONE DELLE SPECIFICHE FUNZIONI SANITARIE con particolare riferimento al “Manuale di Autorizzazione Requisiti Strutturali, Tecnologici ed Organizzativa per L’AUTORIZZAZIONE alla realizzazione ed all’ESERCIZIO DELLE ATTIVITA’ SANITARIE da parte delle strutture Pubbliche e Private della Regione Marche” così come disposto dalla L.R.n.20/2000 e della D.G.R.n.2200/00 così come modificata dalla D.G.R.1579/01 nonchè al “Manuale Accreditamento Sistema e Requisiti per l’Accreditamento delle Attività Sanitarie da parte delle Strutture Pubbliche e Private della Regione Marche”, così come disposto dalla L.R.n.20/2000.
Credo che come fonte sia la più sicura e accreditata visto che è una determina ASUR e visto che la gara d’appalto è stata fatta anche se i lavori ancora devono partire…….
Quindi io prima di parlare mi sono informata benissimo e solo su atti ufficiali regionali e sono pronta a rispondere ad ogni suo dubbio citando le fonti…
Quindi magari nei testi scolastici è tutto giusto ma nella realtà com’è veramente????
Caro Sig. Alessandro Perri
I criteri da lei citati sono reali e rispettati da San Severino (se si esclude il numero di parti e la presenza della rianimazione) MAGARI pubblicassero i dati degli eventi avversi materni e neonatali ne rimarrebbe fortemente stupito! Consideri che a Macerata è morto un bimbo nato sano ed altri sono finiti al Torrette in condizioni critiche per aver contratto un infezione in reparto (3 perizie medico legali che lo attestano, fascicoli di tribunale)…
Inoltre io credo sia molto più sicuro il trasporto di pazienti stabilizzati invece del trasporto in piena emergenza… E PARLO PER ESPERIENZA DIRETTA! Se avessi dovuto arrivare a Macerata nè io nè il mio bambino ce l’avremmo fatta…. invece sono riuscita ad evitare , se pur per un soffio, anche la trasfusione…… e mio figlio uno splendore ma se ha tempo si legga tutti gli articoli delle mamme che in condizioni più che critiche sono arrivate a San Severino M. ed è andato tutto benissimo (una su tutte la signora di Montelupone che per esperienza personale fa il paragone tra Macerata, dove il suo bimbo non ce l’ha fatta, e San Severino che nelle stesse condizioni ha fatto finire tutto al meglio)
Inoltre gradirei che lei citasse non fonti nazionali ma specifiche e se lei mi chiede come faccio ad affermare che Macerata non è a norma le dico che le fonti sono le determine Asur ed in specifico la 361 del 18\5\15 dove tra la fine della pag.3 e l’inizio della pagina 4 è scritto (riporto il testo integralmente):
-i suddetti lavori, rispondono all’esigenza di adeguare il reparto alla normativa antincendio e contestualmente OTTENERE L’AUTORIZZAZIONE DELLE SPECIFICHE FUNZIONI SANITARIE con particolare riferimento al “Manuale di Autorizzazione Requisiti Strutturali, Tecnologici ed Organizzativa per L’AUTORIZZAZIONE alla realizzazione ed all’ESERCIZIO DELLE ATTIVITA’ SANITARIE da parte delle strutture Pubbliche e Private della Regione Marche” così come disposto dalla L.R.n.20/2000 e della D.G.R.n.2200/00 così come modificata dalla D.G.R.1579/01 nonchè al “Manuale Accreditamento Sistema e Requisiti per l’Accreditamento delle Attività Sanitarie da parte delle Strutture Pubbliche e Private della Regione Marche”, così come disposto dalla L.R.n.20/2000.
Credo che come fonte sia la più sicura e accreditata visto che è una determina ASUR e visto che la gara d’appalto è stata fatta anche se i lavori ancora devono partire…….
Quindi io prima di parlare mi sono informata benissimo e solo su atti ufficiali regionali e sono pronta a rispondere ad ogni suo dubbio citando le fonti…
Quindi magari nei testi scolastici è tutto giusto ma nella realtà com’è veramente????
Cara signora Rotili. Io sono uno specializzando al terzo anno, medico, e lavoro tutti i giorni nella realtà pediatrico-neonatologica del policlinico Gemelli di Roma (circa 4000 parti/anno, una delle strutture, per numero di posti letto per neonato patologico, più grandi d’Europa). Se intervengo lo faccio, come lei, per il bene della collettività e perché credo fermamente nel mio lavoro e temo che un’informazione sbagliata possa nuocere alla salute di coloro che vivono nel mio territorio. Cerco di risponderle punto per punto.
1. Lei dice “se si esclude”. Non si fanno deroghe, i punti vanno rispettati tutti, si tratta di sicurezza. Se i criteri non sono rispettati questo comporta rischi. Comunque, per chiarezza, mancano il numero di parti (1000/anno), la rianimazione con servizio di terapia sub-intensiva e manca anche la guardia pediatrica h24 (di notte il pediatra viene chiamato da casa). Quest’ultimo punto è tra i più qualificanti e non derogabile dell’accordo stato regioni, come affermato ripetutamente dalla Lorenzin.
Avere la guardia pediatrica h24 significa che se avviene un parto di notte il neonatologo o il pediatra sono pronti a gestire le emergenze nel tempo di fare un corridoio e non nel tempo di vestirsi, prender la macchina e raggiungere l’ospedale. Invito un giornalista serio a scoprire in quanto tempo si determina un danno cerebrale in un neonato asfittico. Parlo di neonato asfittico perché l’asfissia perinatale può capitare e capita come complicanza di gravidanze decorse fino al termine in maniera fisiologica, quindi senza problemi. In assenza del pediatra è l’anestesista, sempre che l’urgenza-emergenza sulla madre glielo permettano, che gestirà il neonato (l’assistenza sarà diversa e non specifica per ragioni di formazione).
2. In un ospedale di II livello è normale che ci siano trasferimenti verso un centro di III livello (così come dal I al II livello). A noi interessa l’appropriatezza della cura. Lei cita un contenzioso, esso è aperto o è stato chiuso? E se è stato chiuso, con quali esiti? Però mi scusi, ma il dolore di una famiglia è cosa delicata e non mi sento a mio agio a trattarne non conoscendo il caso e non conoscendo i fatti (soprattutto non avendo i mezzi per parlare con cognizione di causa) e anche in tal caso non ne parlerei mai attraverso i mezzi di comunicazione, per rispetto proprio alla famiglia colpita da un lutto. Sono questioni che andrebbero trattate dalle autorità competenti e non sbandierate per portare acqua al proprio mulino. Ogni ospedale, ogni reparto ha dei contenziosi aperti, questo non ne definisce la qualità né la responsabilità per evento avverso, a meno di accertamento definitivo da autorità competente (per la questione specifica c’è chi può e deve accertare la verità a tutela di tutti e non siamo ne io ne lei ad avere i mezzi per arrivare a una conclusione). Meglio parlare di dati che rimangono anonimi. Io non dispongo del tasso di cesarizzazione primaria degli ospedali marchigiani, né del tasso di eventi avversi materni e neonatali, in particolare quello degli esiti neurologici nel neonato a termine. Sono questi i dati per cui la legge di cui stiamo trattando si batte strenuamente.
Es. in Italia il tasso di cesarizzazione primaria per un centro che non gestisce gravidanza a rischio (es. San Severino) dovrebbe essere al di sotto del 15%, se siamo al di sopra qualcosa non va. Per ospedali che gestiscono la gravidanza a rischio (es. Macerata) il limite è del 25%, se siamo al di sopra qualcosa non va. Quindi esistono parametri oggettivi per fare un confronto fra punti nascita. Il mio intento non sarebbe quello di individuare chi è più bravo, sono certo che ogni centro nascita abbia delle equipe mediche preparatissime, ma dimostrare che, causa le risorse umane e tecnologiche, quegli ospedali che rispettano i criteri di sicurezza individuati per legge riescono a offrire un servizio più appropriato. Cercherò questi dati, anche se temo che solamente quello relativo alla cesarizzazione sia facilmente reperibile, poiché quelli relativi agli outcome sfavorevoli sono falsati dal trasferimento dei pazienti in altri centri e solamente chi avesse delle autorizzazioni particolari potrebbe rintracciare il codice del paziente e compiere un lavoro rigoroso.
3. Mi permetta, veramente, glielo dico con enorme rispetto, ma ciò che lei crede è errato. Da medico sento la responsabilità di fare un po’ di educazione sanitaria: stabilità clinica e prime ore di vita nel prematuro sono concetti che non vanno facilmente in concerto. “Golden minute” e “Golden hour” sono termini che rafforzano ciò che le dico e che le consiglio di approfondire. Ovviamente tutto dipende dal caso singolo. L’esperienza diretta è toccante e merita attenzione e grande delicatezza, ma una cosa che s’insegna a tutti i medici in formazione è proprio quella di mantenere un certo distacco dall’esperienza, nel senso che una “good practise” è quella guidata sia dall’esperienza sia, soprattutto, dallo studio della medicina basata sull’evidenza. Per agire bisogna essere supportati da articoli scientifici che dimostrano in maniera statisticamente significativa che ciò che si fa è ciò che è giusto. Non conosco il suo caso e non voglio mettermi a discutere sul fatto che si sia proceduto correttamente o meno, sono certo, anzi, che si sia fatto il giusto, ma la medicina ci dice che la presenza di punti nascita con bacini d’utenza più ampi che rispettino le normative di sicurezza proprie di un punto nascita riduce gli eventi avversi rispetto al mantenimento della rete attuale. Questo è il punto. Per inciso, di neonati asfittici trasferiti da centri di primo livello che hanno necessitato di cure intensive con ipotermia per ridurre la possibilità che si determinasse danno neurologico, con necessità di assistenza respiratoria invasiva e supporto inotropo per mantenere adeguati livelli di pressione sanguigna ne ho visti e gestiti parecchi. Sarà il caso, ma è raro che questi giungano dai centri di secondo e terzo livello (dotati di guardia pediatrica h24). La presenza del pediatra che assista il neonato entro il primo minuto dalla nascita e lo stabilizzi nelle prime ore di vita è essenziale.
4. Pensare che sia cosa buona la nascita di un prematuro di età gestazionale (EG) =28 presso un centro di primo livello è cosa che, non riesco davvero a dirlo in altri termini, fa letteralmente accapponare la pelle al neonatologo. Per questo continuo ad invitare i giornalisti a informarsi bene sugli argomenti che vanno a toccare. Le spiego: dire “è andato tutto bene” non è così semplice. Un prematuro di EG=28 eseguirà, per il solo outcome neurologico, ecoencefalografie seriate, RMN cranio al termine (EPM=40), valutazioni specialistiche oculistiche seriate e controlli clinici con neuropsichiatri infantili e pediatri almeno fino ai tre anni di vita (e sarebbe bene portarli avanti fino all’età scolare). Lì (dopo i 6 anni di vita), solo a quel punto, si potrà dire “è andato tutto bene”. Adesso si può dire “per ora va bene”. Ma non è questo il punto. Il punto è che le chances che non ci siano esiti sfavorevoli per un EG=28 sono enormemente più alte se questo nasce in un centro dotato di terapia intensiva neonatale e non affronta un trasporto nelle prime (critiche) ore di vita. Quel bambino doveva nascere ad Ancona e la scelta dei genitori di affrontare un viaggio da Montelupone per recarsi a San Severino piuttosto che ad Ancona è stato un atto che non è andato a favore del piccolo e questo atto può essere stato determinato anche per la disinformazione che si sta facendo in questo periodo. Punto. Si può nascere ovunque e con un po’ di fortuna (dove mancassero mezzi adeguati per l’assistenza di un neonato da terapia intensiva neonatale) può andare tutto bene, ma questo non legittima una condotta sbagliata. Non si dovrebbero lanciare, sebbene involontariamente (ma da adesso che lo sa responsabilmente), messaggi pericolosi per la salute di bambini e mamme.
5. Ciò a cui lei si riferisce riguarda le normative antiincendio. Cioè, questo significa che tutti gli ospedali costruiti prima del momento in cui le normative sono state emanate devono, qualora si effettuino lavori di ristrutturazione, adeguarsi alle stesse. Qualora non si facessero dei lavori di ristrutturazione vengono fissati dei limiti temporali per l’adeguamento e gli ospedali italiani (anche il Gemelli proprio in questo periodo per intenderci) stanno procedendo ad adeguarsi alle normative stesse. L’accreditamento è altra cosa e si ripete anch’esso ogni volta che si eseguono i lavori, ma questo non significa che l’attuale reparto non sia accreditato o autorizzato a svolgere le proprie attività. Per precisione: esso riguarda esigenze strutturali specifiche per reparto, es. “sala operatoria dedicata all’ostetricia nel blocco parto”. Mi sono informato anche io – mi scusi, ma il suo informarsi benissimo per me non era abbastanza, per questo chiedevo di citare le fonti, che, appunto, vanno lette e comprese, non solo riportate. –
Caro Sig. Alessandro Perri
I criteri da lei citati sono reali e rispettati da San Severino (se si esclude il numero di parti e la presenza della rianimazione) MAGARI pubblicassero i dati degli eventi avversi materni e neonatali ne rimarrebbe fortemente stupito! Consideri che a Macerata sono successi episodi per cui ci sono fascicoli di tribunale…
Inoltre io credo sia molto più sicuro il trasporto di pazienti stabilizzati invece del trasporto in piena emergenza… E PARLO PER ESPERIENZA DIRETTA! Se avessi dovuto arrivare a Macerata nè io nè il mio bambino ce l’avremmo fatta…. invece sono riuscita ad evitare , se pur per un soffio, anche la trasfusione…… e mio figlio uno splendore ma se ha tempo si legga tutti gli articoli delle mamme che in condizioni più che critiche sono arrivate a San Severino M. ed è andato tutto benissimo (una su tutte la signora di Montelupone che per esperienza personale fa il paragone tra Macerata, dove il suo bimbo non ce l’ha fatta, e San Severino che nelle stesse condizioni ha fatto finire tutto al meglio)
Inoltre gradirei che lei citasse non fonti nazionali (anche se vengono a mio favore) ma specifiche e se lei mi chiede come faccio ad affermare che Macerata non è a norma le dico che le fonti sono le determine Asur ed in specifico la 361 del 18\5\15 dove tra la fine della pag.3 e l’inizio della pagina 4 è scritto (riporto testualmente):
-i suddetti lavori, rispondono all’esigenza di adeguare il reparto alla normativa antincendio e contestualmente OTTENERE L’AUTORIZZAZIONE DELLE SPECIFICHE FUNZIONI SANITARIE con particolare riferimento al “Manuale di Autorizzazione Requisiti Strutturali, Tecnologici ed Organizzativa per L’AUTORIZZAZIONE alla realizzazione ed all’ESERCIZIO DELLE ATTIVITA’ SANITARIE….
Credo che come fonte sia la più sicura e accreditata visto che è una determina ASUR e visto che la gara d’appalto è stata fatta anche se i lavori ancora devono partire…….
Quindi io prima di parlare mi sono informata benissimo e solo su atti ufficiali regionali e sono pronta a rispondere ad ogni suo dubbio citando le fonti…
Quindi magari nei testi scolastici è tutto giusto ma nella realtà com’è veramente????
COMMENTO DI MEZZANOTTE E 0.8 SU TUA INTERVISTA
Caro Sig. Alessandro Perri
I criteri da lei citati sono reali e rispettati da San Severino (se si esclude il numero di parti e la presenza della rianimazione) MAGARI pubblicassero i dati degli eventi avversi materni e neonatali ne rimarrebbe fortemente stupito! Consideri che ci sono perizie di tribunale…
Inoltre io credo sia molto più sicuro il trasporto di pazienti stabilizzati invece del trasporto in piena emergenza… E PARLO PER ESPERIENZA DIRETTA! Se avessi dovuto arrivare a Macerata nè io nè il mio bambino ce l’avremmo fatta…. invece sono riuscita ad evitare , se pur per un soffio, anche la trasfusione…… e mio figlio uno splendore ma se ha tempo si legga tutti gli articoli delle mamme che in condizioni più che critiche sono arrivate a San Severino M. ed è andato tutto benissimo (una su tutte la signora di Montelupone che per esperienza personale fa il paragone tra Macerata, dove il suo bimbo non ce l’ha fatta, e San Severino che nelle stesse condizioni ha fatto finire tutto al meglio)
Inoltre gradirei che lei citasse non fonti nazionali (anche se vengono a mio favore) ma specifiche e se lei mi chiede come faccio ad affermare che Macerata non è a norma le dico che le fonti sono le determine Asur ed in specifico la 361 del 18\5\15 dove tra la fine della pag.3 e l’inizio della pagina 4 c’è scritto ciò che dico
Credo che come fonte sia la più sicura e accreditata visto che è una determina ASUR e visto che la gara d’appalto è stata fatta anche se i lavori ancora devono partire…….
Quindi io prima di parlare mi sono informata benissimo e solo su atti ufficiali regionali e sono pronta a rispondere ad ogni suo dubbio citando le fonti…
Quindi magari nei testi scolastici è tutto giusto ma nella realtà com’è veramente????
Dott.Perri
Scusi se ho ripetuto il mio commento ma dal tablet non li vedevo più, comunque lei faccia pure informazione corretta ma se un Ospedale NON HA L’ACCREDITAMENTO SANITARIO è ovviamente molto meno sicuro di uno che lo ha! Ed io voglio partorire in uno che ha tutti gli accreditamenti necessari
Comunque ciò a cui mi riferisco non si tratta solo di norme antincendio…. lei vorrebbe confondere le cose parlando in maniera molto tecnica a cui io per ovvi motivi (visto che non sono un dottore) non posso ribattere in maniera esaustiva, però se venerdì sera viene all’assemblea istituzionale che si terrà a San Severino il 29 Gennaio alle ore 21 presso l’ex Cinema Italia le mostrerò tutte le perizie e carte ufficiali e le spiegherò punto per punto tutte le norme non rispettate .
Lei ha capito che l’accreditamento, che viene ripetuto ogni volta che si eseguono lavori strutturali, l’ospedale di Macerata non l’abbia. Ma la regione autorizza ogni struttura sanitaria, ogni reparto attualmente operativo, a svolgere le proprie funzioni. Il ripetere la procedura di accreditamento quando si eseguono nuovi lavori è prassi, cioè si RI-accredita una struttura. [1], [2], [3].
Io credo che sia importante, oltre che partorire in un ospedale che è autorizzato a svolgere le proprie funzioni (come lo sono tutti i nostri ospedali), partorire in un ospedale che rispetti standard innanzi tutto di SICUREZZA ma anche di qualità e appropriatezza degli interventi assistenziali stabiliti dall’accordo stato regioni [4] (è questo il documento dove si stabilisce dove è sicuro partorire), standard che attualmente San Severino non ha.
[1] legge regionale 20/2000 e s.m.i.
[2] Manuale di autorizzazione (DGR 2002/2000 e DGR 1579/2001) – manuale.
[3] Manuale di accreditamento (DGR 1889/2001)
[4] Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, (Rep. atti n. 137/CU) (11A00319) (G.U. Serie Generale n. 13 del 18 gennaio 2011).
Non può ribattere in maniera esaustiva ma può dire che una struttura non è a norma in un giornale?
Trovo che la discussione debba essere portata avanti in maniera appropriata da chi è certo di ciò che dice. Ne vale la salute delle persone. Se riuscirò verrò, ma ne dubito, dato che venerdì stacco da lavoro da Roma alle 16:00. E con questo concludo.
Per una volta concordo con lei NE VA DELLA SALUTE DELLE PERSONE e, ripeto, se viene venerdì 29 gennaio alle 21 presso l’ex cinema italia le faccio vedere punto per punto dove Macerata non rispetta i canoni di sicurezza secondo l’accordo stato/regioni e sempre punto per punto come vengono tutti rispettati da San Severino ma se non dovesse riuscirci il comitato è disponibile in ogni momento, basta che lei sia veramente disposto a verificarlo