di Marco Ribechi
(foto e video di Federico De Marco)
Esce dal barbiere e viene aggredito e minacciato. Ferito al volto il presidente del consiglio Comunale Ivo Costamagna. Un pugno alla tempia e un’unghiata in faccia. E’ successo sabato. Costamagna è dovuto ricorrere alle cure mediche e ha avuto dieci giorni di prognosi. L’aggressore è stato denunciato. E’ un ex dipendente comunale. «Ha detto che spezzerà le gambe a me e a mio figlio – commenta il presidente del consiglio – che ce la farà pagare. Poi mi ha sputato. Proprio io che 30 anni fa, quando ero sindaco, lo avevo aiutato a mantenere il posto di lavoro». Costamagna tornava dalla riunione del direttivo del partito di Ancona. Si era fermato al salone Riviera, in vicolo Venere, a Civitanova, per un taglio di capelli. Uscendo dal barbiere il presidente del consiglio si è fatto dare un passaggio da una vicina di casa. E’ salito in auto. Alle 13,15 l’aggressione. «Ho sentito qualcuno che riapriva violentemente lo sportello – racconta – L’ho riconosciuto subito. E’ un ex dipendente comunale che avrà più o meno la mia età. E’ ben conosciuto per essere un violento e per militare in ambienti di estrema destra». Una volta riaperto lo sportello, insulti, minacce, percosse. «Ha iniziato a insultarmi – continua Costamagna – diceva “devi dire che sei un ladro, ricordati cosa avete fatto”. Mi ha dato un pugno in faccia e un’unghiata che mi ha fatto sanguinare. Ho avuto paura ma non bisogna averne. Con queste persone bisogna reagire. A volte parlava al singolare, altre al plurale, non si rivolgeva solo a me». A far male più che le percosse le minacce. «Ha detto che spezzerà le gambe a me e a mio figlio – prosegue – poi mi ha sputato. Io non ho reagito perché conosco la persona. Mi ha dato un pugno sulla tempia. Sono subito andato dai carabinieri per fare denuncia».
All’ospedale Costamagna ha fatto tutti gli accertamenti necessari: tac, antitetanica per il graffio ricevuto, controllo della pressione. Per l’accaduto gli è venuto un forte mal di testa. «Tornerò al lavoro e sarò presente anche ai prossimi consigli comunali – conclude Costamagna – voglio sottolineare però che queste sono le conseguenze di quando si semina odio. E mi riferisco ai gruppi fascisti presenti in città. Quando ci si candida per governare la città non si può avere questo come armamentario, non si può diffondere il seme della violenza». Costamagna incalza. «Recentemente il sindaco Corvatta e il vicesindaco Silenzi sono stati oggetti di un manifesto per cui non ho parole, in cui c’è scritto “Indagati” – continua il presidente del consiglio – quando si mettono certe affermazioni in mano a persone come il mio aggressore è come dargli una licenza per agire con i metodi che uccidono la democrazia. Non la daremo vinta a questi soggetti». Il manifesto di Vince Civitanova campeggia in diverse parti della città da alcuni giorni e porta l’immagine del sindaco e del vicesindaco. Dopo l’accaduto sulla pagina Facebook il consigliere ha postato anche uno sfogo scritto. «L’aggressione che ho subito ieri (sabato, ndr) è stata una brutta avventura per me ma anche la dimostrazione che l’odio che si “semina” prima o poi attecchisce anche da noi. Ne sentirete parlare».
Sulla vicenda Corvatta commenta: «Piena solidarietà ad Ivo, alla persona ed alla carica istituzionale, per l’aggressione subita. L’accaduto non si può ricondurre semplicemente all’azione di una persona alterata. E’ inevitabile, lo dico senza vittimismi ma con fermezza, interrogarsi sul legame tra episodi di questo genere e l’abitudine ormai consolidata al linciaggio a cui viene sottoposto chi affronta la gestione della cosa pubblica».
(Servizio aggiornato alle 17,20)
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Lo sappiamo che chi semina vento raccoglie tempesta.
Ho letto che Costamagna, secondo lui è stato vittima di un attacco fascista dovuto al fatto che quest’amministrazione non sia molto apprezzata. A destra non lo metto in dubbio, a sinistra ne sono certo.
3478 letture e neanche un commento?
Tutta la mia umana simpatia e la mia solidarietà a Costamagna. Il fatto che i toni della polemica politica siano aspri e astiosi è una vecchia questione. Lo sono sempre stati da noi in Italia. Proviamo a capirci qualcosa andando indietro nel tempo, magari non fino alle lotte sociali nell’antica Roma fra i partigiani di Mario e di Silla, ma a fatti del nostro passato prossimo.
In effetti Costamagna, vecchio (come militanza, intendo, perché anagraficamente la sua età è la stessa mia …) socialista dell’epoca del craxismo, bene senz’altro ricorderà i toni che alla lotta politica gli avversari di Craxi diedero, a partire da Berlinguer che, capo di un partito pieno di assassini condannati per fatti delittuosi accaduti durante gli anni del terrore rosso del dopoguerra (assassini aiutati dall’organizzazione stessa del partito a espatriare verso i paesi allora comunisti dell’Est Europa) e che traeva le sue fonti di sostentamento dagli intrallazzi dell’import export con gli stessi Paesi comunisti allora nostri nemici, e dai sacchi pieni di contanti che arrivavano direttamente dall’ambasciata sovietica di Roma, aveva lanciato contro Craxi l’anatema della famosa “questione morale”, da allora vera palla al piede non solo della sinistra italiana, condannata a un perenne confronto e perenne autocoscienza con le stronzate marcotravaglistiche, o dei “popoli viola”, o dei “popoli dei fax” o delle associazioni “Articolo 21” o altre ancora, ma dell’intero paese che non riesce più ad archiviarla e guardare avanti. Quando insomma, Berlinguer, per dirla come stupendamente la disse allora Claudio Martelli, tramutò l’Eurocomunismo in “Neurocomunismo”
Sta di fatto che ora Costamagna, dopo alcuni anni di purgatorio dovuto alle inchieste del cosiddetto “manipulitismo” che chiusero la stagione politica del craxismo e con essa la Prima Repubblica,si è ributtato in politica, e ne sono lieto per lui, unendosi però, insieme a una parte dei rottami socialisti residuati dallo sconquasso della caciara manipulitistica, proprio a quella sinistra che fece di tutto per affossare i Socialisti stessi col marchio della corruzione e scatenando contro di loro, e contro il leader Craxi, la sopra richiamata “questione morale”.
Né diverso trattamento ha avuto, sin dal suo inizio, da parte di quella stessa fetida parte della società italiana che fece di tutto per ridurre l’esperienza di Craxi a questione giudiziaria, l’avventura politica di Berlusconi, persino in ultimo con le intrusioni magistratistiche nel suo modo di vivere il privato, sul quale ciascuno può avere certo un’opinione, ma nessuno poteva e doveva pensare di poter mettere becco o intromettersi con registrazioni telefoniche, inchieste, procure, tribunali e via così.
Ciò che è accaduto sabato a Costamagna in cosa è diverso da ciò che accadde a Berlusconi quando un paio di topi di fogna gli tirarono uno un treppiede di una macchina fotografica (a Roma) e un altro una statuetta (a Milano)? Non mi ricordo in quale dei due casi la “impresentabile in tutto” (come l’ha definita il simpaticissimo Presidente della Campania De Luca) Maria Rosaria Bindi, “detta vezzosamente Rosi” (ulteriore citazione sempre dal repertorio dell’ottimo De Luca) disse in sostanza che gesti come quello di cui era stato vittima Berlusconi, ad altro non potevano essere attribuiti se non a un clima di scontro da Berlusconi stesso creato.
Ora Costamagna ci dice, e giustamente, che è inaccettabile che la lotta politica possa generare un clima come quello che ha ottenebrato la mente del povero scemo che gli si è scagliato contro. Io concordo con lui. Lui concorda con me nel ritenere che ciò non sia una novità e che la genesi di esso sia lontana, annidata negli antefatti che io ho richiamato sopra?
@Sauro Micucci….Costamagna cia la denuncia facile….. 🙂
Che brutta foto…
…..magari dietro c’è un movente passionale più che politico, chi lo sa…??? Come si dice: altezza mezza bellezza….
Auguri Ivo, rimettiti presto.