Aggredito e ferito Ivo Costamagna
“Ha detto che mi spezzerà le gambe”

CIVITANOVA - Il presidente del consiglio comunale (GUARDA LA VIDEO INTERVISTA) usciva dal barbiere quando un ex dipendente di Palazzo Sforza gli ha dato un pugno e un'unghiata. Poi gli ha sputato. Già presentata denuncia. "Trenta anni fa l'ho aiutato a conservare il lavoro". Intanto in città compaiono manifesti contro Silenzi e Corvatta con la scritta "Indagati, dimettetevi"

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Ivo Costamagna racconta la sua aggressione
Ivo Costamagna a casa, dopo le cure

Ivo Costamagna a casa, dopo le cure

di Marco Ribechi

(foto e video di Federico De Marco)

Esce dal barbiere e viene aggredito e minacciato. Ferito al volto il presidente del consiglio Comunale Ivo Costamagna. Un pugno alla tempia e un’unghiata in faccia. E’ successo sabato. Costamagna è dovuto ricorrere alle cure mediche e ha avuto dieci giorni di prognosi. L’aggressore è stato denunciato. E’ un ex dipendente comunale. «Ha detto che spezzerà le gambe a me e a mio figlio – commenta il presidente del consiglio – che ce la farà pagare. Poi mi ha sputato. Proprio io che 30 anni fa, quando ero sindaco, lo avevo aiutato a mantenere il posto di lavoro». Costamagna tornava dalla riunione del direttivo del partito di Ancona. Si era fermato al salone Riviera, in vicolo Venere, a Civitanova, per un taglio di capelli. Uscendo dal barbiere il presidente del consiglio si è fatto dare un passaggio da una vicina di casa. E’ salito in auto. Alle 13,15 l’aggressione. «Ho sentito qualcuno che riapriva violentemente lo sportello – racconta – L’ho riconosciuto subito. E’ un ex dipendente comunale che avrà più o meno la mia età. E’ ben conosciuto per essere un violento e per militare in ambienti di estrema destra». Una volta riaperto lo sportello, insulti, minacce, percosse. «Ha iniziato a insultarmi – continua Costamagna – diceva “devi dire che sei un ladro, ricordati cosa avete fatto”. Mi ha dato un pugno in faccia e un’unghiata che mi ha fatto sanguinare. Ho avuto paura ma non bisogna averne. Con queste persone bisogna reagire. A volte parlava al singolare, altre al plurale, non si rivolgeva solo a me». A far male più che le percosse le minacce. «Ha detto che spezzerà le gambe a me e a mio figlio – prosegue – poi mi ha sputato. Io non ho reagito perché conosco la persona. Mi ha dato un pugno sulla tempia. Sono subito andato dai carabinieri per fare denuncia».

Il manifesto di Vince Civitanova contro Corvatta e Silenzi

Il manifesto di Vince Civitanova contro Corvatta e Silenzi

All’ospedale Costamagna ha fatto tutti gli accertamenti necessari: tac, antitetanica per il graffio ricevuto, controllo della pressione. Per l’accaduto gli è venuto un forte mal di testa. «Tornerò al lavoro e sarò presente anche ai prossimi consigli comunali – conclude Costamagna – voglio sottolineare però che queste sono le conseguenze di quando si semina odio. E mi riferisco ai gruppi fascisti presenti in città. Quando ci si candida per governare la città non si può avere questo come armamentario, non si può diffondere il seme della violenza». Costamagna incalza. «Recentemente il sindaco Corvatta e il vicesindaco Silenzi sono stati oggetti di un manifesto per cui non ho parole, in cui c’è scritto “Indagati” – continua il presidente del consiglio – quando si mettono certe affermazioni in mano a persone come il mio aggressore è come dargli una licenza per agire con i metodi che uccidono la democrazia. Non la daremo vinta a questi soggetti». Il manifesto di Vince Civitanova campeggia in diverse parti della città da alcuni giorni e porta l’immagine del sindaco e del vicesindaco. Dopo l’accaduto sulla pagina Facebook il consigliere ha postato anche uno sfogo scritto. «L’aggressione che ho subito ieri (sabato, ndr) è stata una brutta avventura per me ma anche la dimostrazione che l’odio che si “semina” prima o poi attecchisce anche da noi. Ne sentirete parlare».

Sulla vicenda Corvatta commenta: «Piena solidarietà ad Ivo, alla  persona ed alla carica istituzionale, per l’aggressione subita. L’accaduto non si può ricondurre semplicemente all’azione di una persona alterata. E’ inevitabile, lo dico senza vittimismi ma con fermezza, interrogarsi sul legame tra episodi di questo genere e l’abitudine ormai consolidata al linciaggio a cui viene sottoposto chi affronta la gestione della cosa pubblica».

(Servizio aggiornato alle 17,20)



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