La conferenza stampa di questo pomeriggio. Da sinistra Ettore Perna, Antonella Cicconi, Silvano Senigagliesi, Andrea Dezi e Petro Feliciotti
di Alessandro Trevisani
Una critica serrata all’ex sindaco Montali, accusata di essere “politicamente lunatica” e di aver lavorato fin da subito per isolare il Pd in seno alla maggioranza di Uniti per Porto Recanati. E una strizzata d’occhi a Rosalba Ubaldi in vista delle prossime elezioni comunali. Ha detto questo e altro la conferenza stampa convocata stasera dal Pd di Porto Recanati. Antonella Cicconi ha sintetizzato i passaggi critici di un anno di amministrazione. «Abbiamo assistito – ha detto la segretaria del partito renziano – allo strapotere del segretario comunale, a un metodo di governo poco trasparente, dove giunta e consiglio comunale dovevano solo alzare la mano davanti ai provvedimenti già impacchettati da votare: un esempio per tutti quello della delibera di accorpamento degli uffici di Urbanistica e Lavori pubblici, una cosa avvertita come inutile da tutti, per cui non si è consultato nemmeno l’assessore competente». Cicconi parte dalla fine dell’esperienza Montali, per tornare daccapo: «Quando negli ultimi giorni Reboli e Riccetti sono andati a sentire Giammario Poeta (consigliere M5S, ndr) per salvare la maggioranza mi è venuto in mente il caso Berlusconi tornato d’attualità in queste ore: almeno Montali avrebbe dovuto chiedere al suo vicesindaco di dimettersi, giacché tutto avveniva, peraltro, prima delle dimissioni degli assessori Canaletti e Dezi». C’è un argomento in particolare che indispettisce la Cicconi: «Montali ha detto pochi giorni fa: ‘la corruzione ed i metodi mafiosi, rischi che corrono tutte le città, siano banditi da questo Comune’. Intanto bisognerebbe fare i nomi, per non cadere nella cialtroneria. Poi, quando sentiamo parlare di incontri notturni in masserie e capannoni, e dell’utilizzo di ricetrasmittenti per captare le nostre riunioni – alle quali tra l’altro bastava chiedere di partecipare – davanti a tutto ciò mi viene da chiedermi se non siano questi i metodi mafiosi».
Ancora Cicconi sulla Montali : «Dopo la Pasqua abbiamo detto al sindaco che avremmo costituito il gruppo consiliare del Pd, ma che avremmo voluto restare in maggioranza, partecipando alle riunioni di giunta e condividendo la creazione del bilancio: ma lei ci ha detto che era troppo tardi, al che siamo andati all’opposizione”. Cicconi incalza poi Upp, il partitone di Lorenzo Riccetti, che ha influenzato la politica della coalizione con 5 consiglieri – poi diventati 6 – su 11: «Il sindaco – racconta – predisponeva tutto con loro, Riccetti negli accordi pre-elettorali ci fece firmare che avrebbe fatto il vicesindaco, poi a pgni riunione di maggioranza ci facevano firmare la fedeltà al sindaco. Prima del consiglio sul Burchio abbiamo presentato la nostra mozione alle 8 di mattina, Ubaldi con GFP la presenta alle 12,30, eppure sono riusciti ad accusarci di averli copiati. Dicono ancora, quelli di Upp, che li abbiamo usati. Ma in realtà ci hanno usato loro in ogni circostanza. E il sindaco si presentava a ogni riunione del Pd con esponenti anche nazionali, spacciandosi mediaticamente per un personaggio politico vicino a noi, quando non era così da tempo». Ma perché, all’inizio, accettare l’alleanza con Riccetti che aveva già delle ruggini col Pd? «Perché – dice Cicconi – ho creduto che lavorare insieme, o anche separati, per progetti comuni, sarebbe stato più forte di tutto. Del resto Upp ha dentro gente del Pd, e lo stesso Riccetti politicamente è tornato a galla col Burchio».
Sul senno di poi riflette anche l’ex assessore ai Lavori pubblici Andrea Dezi, rientrato nel Pd dopo un lungo periodo di lontananza: «A priori non potevo pensare che Riccetti avrebbe combinato tutto questo». Silvano Senigagliesi, del direttivo del Pd Porto Recanati, aggiunge pragmatico: «La giunta non è caduta sul Burchio, ma sulla designazione del presidente della farmacia comunale. Noi la chiedevamo perché il Pd aveva rinunciato a un assessorato. E lo scopo, qualora fossi stato nominato, era chiaramente quello di devolvere il compenso al partito. Ma in generale è stato da pazzi isolare il Pd, che è il solo partito a vantare una dimensione nazionale e regionale. Abbiamo problemi che sono già difficili da risolvere con le conoscenze, figuriamoci riuscirci senza il Pd».
Si torna a parlare del Burchio, a quel consiglio in cui Dezi votò col sindaco: «Ho avuto paura – spiega l’ex assessore – di dare l’input per mandarli a casa prima del tempo. Ero molto indeciso, mi sono informato con degli avvocati, ho ponderato le situazioni di altri comuni e alla fine ho preferito non aprire la crisi, anche se poi me ne sono pentito perché comunque me ne sono andato dopo un anno». La crisi, quella finale, arriva infatti ad aprile 2015. «Quella volta – dice Dezi – ci siamo dimessi in 3 assessori. Eravamo tutti d’accordo col sindaco, la strategia era quella di dimettersi prima che lo facessero quelli di Upp». Un modo per spaventare gli alleati, insomma. Ma Montali alla fine con chi stava, di chi si fidava? «Montali – risponde Dezi ai giornalisti – non si fidava di nessuno, e questa è la caratteristica che l’ha accompagnata fino alla fine. È una donna politicamente lunatica».
Infine si parla di elezioni 2016 e futuri assetti. Con chi si alleerà il Pd? Risponde Luigi Mangiaterra, ribattezzato “deus ex machina” del direttivo: «Cercheremo di fare la coalizione che si fa in tutta Italia. In ogni caso vincerà chi si mette col Pd». E il pensiero vola all’Udc di Rosalba Ubaldi, che l’ultima volta era il nemico da (ab)battere. Sul che riflette diplomatica Antonella Cicconi: «Con persone di comprovata esperienza gli esiti e le soluzioni saranno certo diversi dal passato». Il segnale è partito. Sarà raccolto?
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Di nuovo in vista il “laboratorio marchigiano”, che tanti danni ha già fatto nelle nostra regione.
La politica in Italia è come la pelle dei c…….. (testicoli). La si tira e la si indirizza dove fa comodo.
Già, se si è lunatici non si può andare d’accordo col Pd che invece splende come il sole.
La confusione regna sovrana nel Pd di Porto Recanati. L’unico partito, ci viene detto, di dimensioni nazionali, che non ha però un proprio esponente da candidare a sindaco. Anzi, ipotizza di sostenere alle prossime elezioni, dopo aver fatto cadere il sindaco Montali con cui le avevano vinte, la sua competitor, l’ex Sindaco Ubaldi. Quest’ultima è pur sempre Udc, partito con cui il Pd va a braccetto in Provincia e Regione, per cui si può provare. Che importa se il Pd ha fatto opposione alla Ubaldi per 15 anni: 10 da vicesindaco di Fabbracci e 5 da sindaco! Un ex assessore Pd afferma che la Montali è caduta sulla presidenza della Farmacia, che egli avrebbe richiesto – non si rende conto della gravità delle parole – “per devolvere il compenso al partito”. La realtà è che la Montali vince le elezioni con un programma contrario al Burchio, e il Pd era alleato con lei. Gli scricchiolii della maggioranza si verificano proprio sul Burchio: il Pd evidentemente non era più tanto convinto alla rinuncia, tanto da ricorrere a pareri legali. Insomma il Pd era in giunta con la Montali, ma in fondo era sulla linea della Ubaldi, che aveva fatto del Burchio un punto cardine del programma elettorale. La Montali, dopo quanto avvenuto, non dovrebbe abbandonare e ripresentarsi alle elezioni e potrebbe avere con se la maggioranza degli elettori. La Ubaldi, risultata battuta alle ultime comunali, difficilmente riuscirà a riemergere. Fa specie come il Pd di Porto Recanati non segua la linea del rinnovamento del segretario nazionale Renzi, anzi pensi di affidarsi ad una figura, la Ubaldi, che è sulla scena politica cittadina da più di un quarto di secolo.